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Ultimo intervento sul Festival dell’Economia – Di M. Bornancin

Digital Innovation Hub e Industria 4.0: la rivoluzione industriale è iniziata e al centro c’è il comportamento dell’industria

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A parlare di questo tema, nell’ambito del Festival dell’economia, si sono trovati Andrea Bianchi, Direttore delle politiche industriali di Confindustria, Fabio Pianesi Dell’Haead of external collaboration di EIT Digital, che opera a livello europeo, Roberto Busato di Confindustria Trento, coordinati dal responsabile della comunicazione dell’EIT Digital Italia Federico Guerrini.
Un’illustrazione tecnica di molto interesse, per entrare nel merito di tutte le attività svolte a livello europeo, italiano e locale in termini d’innovazione digitale e nuovi processi del sistema produttivo oltre che sociali.
La rivoluzione è partita e per le imprese è quasi un obbligo strutturarsi con l’introduzione di sistemi elettronici e digitali, con piattaforme informatiche inserite nei processi produttivi, per rimanere al passo con i tempi e per affrontare la competizione che avanza costantemente.
Ecco che l'avvicinamento del mondo delle tecnologie a quello delle aziende è uno sforzo notevole, soprattutto per le piccole e medie imprese.
 

 
Bianchi nel suo ragionare ha esordito dicendo che l'Italia non ha un problema di offerte tecnologiche, ma semplicemente non è consapevole delle proprie risorse, oltre il 35% delle imprese italiane non era a conoscenza di cosa fosse il 4,0, per questo serviva coinvolgere le piccole e medie imprese e Confindustria l’ha fatto attraverso suoi «Digital Innovation Hub» che si sono posti sul lato della domanda e della collaborazione per sollecitare le imprese verso il 4.0.
Ad essere al centro di questa rivoluzione è il comportamento delle imprese, perché siamo di fronte ad una sfida tecnologica. Il 4.0 riguarda tutti i settori, il manifatturiero, il tessile, il chimico ecc, ma anche il turismo, l’agricoltura; «è una rivoluzione industriale che non incide solo sull’efficienza delle imprese, ma cambia il comportamento delle imprese a partire dal rapporto stesso tra imprese e consumatore» e fino ai nuovi mercati.
 
Le nuove tecnologie e il sistema digitale sono grandi potenzialità, anche per l’occupazione. I Paesi più tecnologici al mondo: Giappone e Corea del Sud, sono quelli con il tasso di disoccupazione più bassi. Non si può fermare o rallentare il nuovo.
L’Industria 4.0 è solo una parte dello sviluppo del Paese. Confindustria ha comunque, al di là delle varie valutazioni, promosso lo sviluppo del digitale alle imprese con progetti di formazione e informazione mirati, ed inoltre ha creato un’infrastruttura di trasferimento tecnologico costituita dai Digital Innovation Hub centrale ed anche nelle sedi regionali di Confindustria.
Ha inoltre comunicato che Confindustria dell’Italia, Germania e Francia, hanno istituito un gruppo di lavoro per la creazione di un modello europeo di digitalizzazione e informatizzazione dell’industria dei rispettivi Paesi, ma anche per individuare strategie idonee ad entrare nella competizione conseguente all’applicazione dei sistemi delle nuove tecnologie del 4.0.
 

 
Si tratta di un percorso di riconfigurabilità degli impianti e dei sistemi di produzione.
Questo insieme d’indirizzi è un guardare avanti a tutto tondo, non solo all’industria, ma soprattutto alla formazione professionale e tecnica, all’università, ossia a fornire gli strumenti migliori a chi concretamente dovrà applicare le tecnologie.
Si tratta di una evoluzione dirompente del modo di produrre che non ha confini settoriali o dimensionali e non è riconducibile a soli macchinari ed impianti, ma è la combinazione di diverse tecnologie digitali, grazie alle quali si creano interconnessioni, si rafforzano le filiere produttive e si trasformano i macchinari e gli impianti, in beni innovativi.
La caratteristica rilevante è che Industria 4.0, non è riconducibile ad un’unica tecnologia chiave, ma a più tecnologie che sono indicate in modo puntuale nel Piano Nazionale Industria 4.0 adottato dal governo nel 2016 e che delimitano l’ambito di applicazione delle misure introdotte a supporto anche a supporto della trasformazione digitale delle imprese.
Modifiche profonde sull’organizzazione dei processi produttivi e sui modelli di business delle imprese.
 
È stato avviato anche un progetto di contaminazione di tre grandi industrie italiane (imprese FARO) con i processi di nuove tecnologie già perfezionati ed utilizzati, che permette alle medie e piccole imprese di visionare dal vivo attraverso visite aziendali le applicazioni informatiche, digitali ed elettroniche degli impianti produttivi, una sorta di una collaborazione tecnico formativa.
Un «contratto di sviluppo» questo, di supporto alle piccole imprese nella formazione e riqualificazione dei lavoratori.
Un accenno è stato fatto da Bianchi sul recente regolamento europeo sui dati, sulla sicurezza dei dati e sulla eventuale tassazione della nuova economia, sulla regolamentazione e deregolamentazione, campi non ancora definiti da norme attuative, che richiedono una proroga, anche per le situazioni politiche attuali cui sono interessati i vari Paesi.
 

 
In termini di posti di lavoro Bianchi ha concluso con questa considerazione: «non siamo di fronte alle cosiddette fabbriche buie, vale a dire prive di risorse umane e in cui lavorano solo le macchine. Non stiamo andando in questa direzione. Certo, le fabbriche hanno cambiato e cambieranno ancora il sistema di produzione, si sono innovate, e con loro anche altri settori come quello delle banche, ma non ha senso fare allarmismo e affermare che i robot, ci ruberanno il lavoro.
Pianesi ha illustrato le attività svolte a livello europeo ed internazionale in termini di digitalizzazione e nuovi processi produttivi.
Ha messo in evidenza che l’Europa, è manifatturiera, e che per l’introduzione del digitale la strada è ancora da stabilire, per questo si è realizzato un progetto di collaborazione con 9 Paesi europei, università, centri di ricerca, finalizzato a coprire i vuoti tra i territori e l’informatica, per facilitare la creazione della manifattura del futuro.
 
I servizi offerti di questo progetto si basano sull’accesso alle tecnologie, ai dati della concorrenza, alle competenze e alla formazione, con l’obbiettivo per le imprese di accelerare la crescita. competenze digitali; in una visione che la manifattura traina la cultura della conoscenza.
Ha inoltre aggiunto che compito della politica e delle Associazioni di categoria è anche quello di ridurre l’impatto e di creare un contesto di tranquillizzazione delle parti interessate a questo processo, nella consapevolezza che far diventare la produzione c.d. intelligente, genera nuova occupazione qualificata.
 

 
Busato di Confindustria Trento, ha definito importante investire in competenze digitali; «l’Italia occupa gli ultimi posti in questo campo, per questo è necessario orientare il sistema educativo in maniera diversa,creare corsi specifici formativi per i lavoratori di domani». 
Un passo sicuramente positivo,in tali termini,è quello promosso a livello locale da Confindustria Trento e Bolzano con la nascita di HIT,l’HUB della ricerca che ha messo insieme ,ricercatori, manager, imprenditori per portare avanti progetti innovativi comuni.
Considerato che il 50% delle imprese non applicano nuove tecnologie, e che al Sud le percentuali d’innovazione scendono pericolosamente, è necessario promuovere nei territori, l’innovazione d’impresa.
Gli ultimi dati di Banca Intesa, indicano che in Italia la crescita è minore rispetto alla Francia e la Germania, ecco anche perché è necessario accelerare la crescita.
 
Per quanto attiene il Trentino, ha aggiunto Busato, il sistema imprenditoriale è caratterizzato da una vocazione manifatturiera e meccanica, che deve essere salvaguardata e promosso, anche perché l’industria e l’artigianato in questi campi sono importanti sia per l’occupazione che per il fatturato, ma bisogna fare nuova azienda con meno burocrazia.
Per il progetto Industria 4.0, ha concluso con l’informazione che le organizzazioni categoriali di Confindustria del Triveneto hanno avviato nuovi criteri di collaborazione, in forma unitaria, per le piccole imprese per accompagnarle alle applicazioni del digitale e delle innovazioni.
Infine è stato chiaramente rappresentato che le nuove azioni di Confindustria sono basate sui modelli di collaborazione, sulle competenze delle persone, sul ruolo delle Istituzioni per favorire le sinergie pubblico-privato per accompagnare le comunità alla trasformazione della società.
Le collaborazioni con la nostra Università. con Trentino Sviluppo, con il Polo Meccatronica, con i Centri di ricerca per «fare più rete», sono indispensabili non solo per addivenire ad una unica visione del futuro, ma per entrare proficuamente nel futuro.
Un Festival dell’Economia che continua a consegnare: informazioni, proposte e indicazioni utili per tutti noi.
 
A cura di Bornancin Daniele Maurizio

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