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Il Coro Anthea di Brentonico – Di Paolo Farinati

Con l'occasione della Rassegna pittorica «QuadriNomi 2022» abbiamo scambiato due parole con la presidente Maria Luisa Giacomolli

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Nell’ambito dell’interessante Rassegna pittorica «QuadriNomi 2022», proposta nell’antico Granaio dello stesso paese della Vallagarina dal 1 al 23 ottobre e cha ha posto in bella mostra opere di Angelo Orlani, Maurizio Boscheri e Romano Conversano, nella serata di sabato 22 ottobre molte persone hanno potuto assistere ad un emozionante concerto del Coro femminile Anthea di Brentonico, ottimamente diretto dalla Maestra Marianna Setti.
Un’esclusiva serata interamente dedicata alla Donna, o meglio alle Donne, sempre protagoniste nel passato, nel presente e certamente pure in futuro di comportamenti e di gesti alla base di ogni civiltà e di ogni comunità, piccola o grande che sia.
 
Dopo il saluto entusiasta e giustamente emozionato del Sindaco di Nomi Rinaldo Maffei, è toccato alla musica e alla coralità allietare i molti presenti.
Ha aperto la serata la batteria del sorprendente giovane Matteo Cazzanelli, che ha accompagnato con grande abilità le note della canzone «Certe notti» dell’amato Ligabue.
È quindi toccato al Coro Anthea, con questo nome dal 21 febbraio 2011, ma nato nel marzo 2008 come «Coro femminile della Scuola Musicale dei Quattro Vicariati», presentato dalla sua Presidente Maria Luisa Giacomolli con parole molto significative, che hanno illuminato tutti anche sul senso vero del Concerto stesso.
 
«Un futuro per il nostro passato, tema impegnativo questo di “QuadriNomi 2022”, ma tema essenziale» – ha esordito la Presidente Giacomolli - «Ricordarci chi siamo ci da radici salde per proseguire nel cammino della vita e ciò dovrebbe aiutarci a migliorare e a non ripetere errori. Il passato quindi diviene un legame saldo, un filo invisibile ma tenace che si snoda lungo il nostro percorso. Questo nostro concerto è stato aperto dalla batteria di Matteo Cazzanelli. Sono i giovani come Matteo, Elisabetta, Monica, Michele e Marianna il nostro futuro. Noi come Coro Anthea portiamo la gioia e la bellezza del canto e della musica, un’emozione senza tempo» – ha proseguito.
 
«I brani che abbiamo scelto toccano temi importanti, ora come allora. Il primo parla di pace, con la speranza e l’augurio che ognuno di noi possa essere costruttore di pace ringraziando nel contempo chi ci ha permesso di vivere in pace e libertà. Nel secondo la cura e l’amore di cui tutti abbiamo bisogno in una dolcissima ninna nanna. Segue lo struggente ricordo di una mamma nelle parole di un emigrante trentino di inizio secolo. I sentimenti che esprime sono sicuramente gli stessi degli emigranti di oggi. Ci sarà poi un momento solo musicale con il flauto di Monica Modena e il pianoforte di Michele Weiss e alcune letture. Gli ultimi brani sono un monito e un omaggio alla nostra terra, raccontano la bellezza e la preziosità dell’acqua, la forza e il dono di sé che ci fa la nostra madre Terra. Continuiamo con un omaggio alle Dolomiti, per finire poi con “Lisabela”, una filastrocca “nonsense” con l’augurio di cercare dentro noi la spontaneità e la freschezza di quando eravamo bambini e gioire delle piccole cose».
 
La Presidente Maria Luisa ha aggiunto: «In sala ad ascoltarci c’è la signora Tosca Giordani, 100 anni, grazie per essere qui. Un passato per il nostro futuro. Attraverso di lei vogliamo ringraziare il nostro passato, cioè tutti i nostri nonni, nonne e genitori che hanno costruito un futuro per noi. Il loro sacrificio, la tenacia del lavoro, la cura del territorio, l’onestà, la loro forza morale ci hanno permesso di essere ciò che siamo, tracciandoci un cammino che speriamo di essere capaci di percorrere. Il coro stesso è un futuro per il nostro passato. I canti hanno accompagnato ogni evento della vita delle persone dalla nascita fino alla morte. Un tempo si cantava in ogni casa ed ogni occasione era buona per levare un canto, meglio se in coro. Un coro è magia, è armonia di voci, di storie che si intrecciano, di anime che si incontrano, si rispettano, si aiutano un po’; come dovrebbe essere davvero la vita. Ora lo spazio alla musica e alle nostre voci».
 

 
Parole toccanti che hanno dato il via alle canzoni eseguite con riconosciuta qualità corale e con palpabile passione dal Coro Anthea.
La serata è stata preziosa occasione anche per fare alcune domande alla Presidente dell’apprezzatissimo Coro femminile Anthea di Brentonico.
 
Cara Presidente Maria Luisa, un Coro femminile cosa può rappresentare di diverso per una comunità rispetto ad uno maschile?
«Fino agli anni 50 i Cori erano prevalentemente di Chiesa e maschili, i Cori spontanei che levavano i loro canti in occasione di ritrovi familiari o feste popolari annoveravano anche le donne, ma il canto corale “strutturato” in un Coro sembrava essere solo una prerogativa maschile. Se pensiamo al Trentino i Cori erano e sono prevalentemente maschili. Poiché nel canto portiamo noi stessi, i cori femminili esprimono la sensibilità, la flessibilità, la disponibilità a sperimentare, doti proprie di noi donne, che ci rendono capaci di spaziare in generi musicali diversi. I brani che proponiamo sono sia della tradizione trentina, italiana che di altre culture, molto spesso anche sacri. Un concerto di un Coro femminile è solitamente vario e i Cori stessi hanno un’identità ben definita e sono molto diversi fra loro».
 
Sono sempre più frequenti le Rassegne di Cori femminili. Quale significato ha questo fatto?
«Un segno dei tempi, il mondo femminile si prende spazi nuovi in ogni campo della vita civile e sociale. Le donne oltre ad essere compagne, madri, figlie, lavoratrici, esprimono sé stesse coltivando le proprie passioni. Ecco allora la nascita di Cori femminili e l’esibizione in rassegne a noi dedicate. È importante che i Cori femminili si incontrino e si esibiscano perché hanno molto da esprimere e i brani che propongono sono vari e diversi. Il 15 ottobre abbiamo fatto un concerto, parte di una rassegna organizzata dalla Federazione dei Cori Trentini, con altri due cori femminili della nostra Provincia. Interessanti lo scambio di idee, confronto, aperture nuove permessi da queste occasioni, che anche il pubblico sembra apprezzare proprio per la varietà delle proposte. È bello esibirsi anche con i Cori maschili, anzi credo che un evento con realtà corali diverse, anche per genere, arricchisca il panorama musicale e culturale».
 
Quale è il Vostro repertorio di oggi?
«Da ottobre 2021 il Coro è diretto dalla Maestra Marianna Setti, giovane direttrice roveretana. Con la sua direzione il Coro ha intrapreso un percorso di studio focalizzato soprattutto sul suono e sul fraseggio, affrontando un nuovo repertorio. Attualmente il Coro ha in repertorio brani di ambito sacro (ha imparato ed eseguito anche fuori Regione la “Messe brève” di Leo Délibes, brani di Perosi, Da Rold e della tradizione) e di ambito profano (tipico popolare trentino e musica leggera). Il Coro, ora composto da 24 coriste, realizza regolarmente concerti ed è disponibile ad effettuare concerti e interventi musicali con la possibilità della creazione di un programma “ad hoc”. in base alla location e all’occasione. Questo è nella “storia” dell’Anthea, che ha spesso lavorato per progetti sia prettamente musicali, sia eseguendo brani attinenti una tematica ben precisa».
 
Cosa Vi sta dando in più e di nuovo la Maestra Marianna Setti?
«Marianna è una forza, un’esplosione di entusiasmo e positività. Indubbiamente competente lavora con noi su tematiche musicali e corali ben precise. Accanto a questo ha saputo valorizzarci tutte, dalla Presidente ad ogni componente del direttivo e del Coro, è un elemento di unità, condivisione e rispetto. Un Coro è fatto di persone, non solo di voci, si canta armonicamente se questa armonia è nel gruppo, allora nella esecuzione dei brani traspare la gioia, la bellezza, l’unità. Questo creare concordia era già una caratteristica dell’Anthea, Marianna l’ha rinforzata. Devo dire che l’abbiamo accolta con grande disponibilità, pronte a ripartire. Fra il coro e Marianna si è creata davvero una sinergia di cuori e di voci. Cosi come è importante che il Coro la lasci esprimere la sua arte, altrettanto importante è che il suo agire e le sue proposte rispettino il Coro».
 
Quali sono i Vostri obiettivi e programmi futuri?
«Nell’immediato la preparazione dei brani per i concerti di Natale, stiamo studiando alcuni pezzi nuovi. Con i Cori dei Quattro Vicariati abbiamo iniziato lo scorso anno un interessante festival che verrà riproposto in primavera. In programma c’è il gemellaggio con il Coro Novara Vocal Ensemble e con la sezione femminile della Corale San Giovanni Battista di Serravalle Sesia; con loro in giugno abbiamo eseguito alcuni concerti a Varallo Sesia e al Sacro Monte, adesso saranno nostri ospiti. In progetto anche interessanti collaborazioni con le altre realtà corali del territorio. Il 2023 è per noi un anno importante, il 15° dalla nostra fondazione, stiamo pensando a festeggiamenti».

Grazie, cara Presidente Maria Luisa. Vivissimi complimenti e un sincero «in bocca al lupo» a Te, alla Maestra Arianna e a tutte le Vostre coriste. Ad maiora…

Paolo Farinati - p.farinati@ladigetto.it


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