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Ci ha lasciati il prof. Livio Caffieri. Aveva 90 anni

Il ricordo affettuoso di Paolo Farinati sulla scomparsa dell’amato Preside

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Questa mattina, domenica 18 dicembre, il Preside prof. Livio Caffieri è andato avanti, come dicono i suoi amatissimi alpini.
Era nato il 26 settembre 1932 nella sua sempre adorata Trieste e, quindi, poco meno di tre mesi fa aveva compiuto i suoi magnifici 90 anni.
Il Preside di Rovereto per antonomasia apparteneva ad una famiglia che ha sempre vissuto nella e per la scuola, suo padre insegnante fu pure Direttore didattico in più scuole a Gorizia e in altre città del Friuli-Venezia Giulia.
Caffieri fu il cognome italianizzato dal regime fascista, quello originario e vero della famiglia era Caffau.
 
Livio si laurea in Lettere, Greco e Latino nei primi Anni ‘50, in una Trieste contesa e martoriata da lotte politiche che ripetutamente da vari decenni sfociavano nel sangue.
Città strategica per l’impero – austroungarico prima, e poi per la Jugoslavia di Tito e infine per la nostra Italia.
Come è noto il tricolore entra in Trieste solo il 26 ottobre 1954, dopo il Memorandum di Londra, a cui seguirono ancora anni di tragiche contrapposizioni tra la popolazione filoitaliana e quella in favore della Jugoslavia.
Soprattutto i giovani studenti e gli operai del porto di Trieste furono protagonisti di questi anni non certo sereni.
 
Livio Caffieri vive in prima persona questi continui drammi della sua città natale, portandoli sempre nel suo cuore.
Trieste, città multietnica, dove nacquero scrittori quali Italo Svevo e Umberto Sava e dove insegnò pure James Joyce. Il legame con Trieste è un sentimento che accompagna sempre e ovunque la lunga vita di Livio Caffieri.
Nel 1959 egli arriva ad insegnare in Trentino, precisamente a Riva del Garda.
Dopo un paio d’anni ottiene una cattedra di lettere, storia, greco e latino al Liceo Classico «Antonio Rosmini» di Rovereto.
 

 
Qui sin da subito gli viene riconosciuta un’ottima preparazione e una capacità didattica non comune e innovativa.
Severo il giusto, è però ben presto stimato e ben voluto dagli studenti, laddove sa riconoscere l’impegno e dare un equo giudizio ad ogni giovane liceale.
L’allora Preside prof. Umberto Tomazzoni lo individua quale uno dei migliori docenti.
Il suo carattere gioviale e spesso ironico favorisce un rapporto positivo con i colleghi, in particolare con il prof. Giancarlo Tomazzoni, con cui vive anche indimenticabili ed emozionanti esperienze sulle nostre Dolomiti, da loro raggiunte con l’amata motocicletta.
 
Nella primavera del 1963 sposa la signora Giuliana Raffaelli e con lei va a vivere nella bella casa in via Dante.
Nell’ottobre del 1973, dopo alcune “infuocate” giornate di protesta del movimento studentesco cittadino, contrario alla nomina a Preside del Liceo “Rosmini di un docente ritenuto “fascista”, Livio Caffieri viene unanimemente individuato quale temporaneo responsabile dello storico Istituto roveretano.
Nella primavera del 1974 egli supera brillantemente a Roma il previsto esame e diviene ufficialmente Preside.
E da allora è per l’intera città solo il Preside.
 
In migliaia lo ricordiamo al mattino presto vigile sul portone di Palazzo Piomarta a controllare la puntuale entrata di noi studenti, ma come pure dei suoi insegnanti.
Il suo sguardo era apparentemente austero, quasi di altri tempi, ma dopo un breve dialogo tutti noi coglievamo in pochi istanti la sua profonda e sincera umanità.
Prima della meritata pensione è nominato Preside anche dell’Istituto Magistrale cittadino “Fabio Filzi”.
 

 
L’intera città di Rovereto riconosce via via negli anni al prof. Caffieri capacità e passioni meritevoli di grande attenzione.
Eccolo, pertanto, nominato Presidente dell’Accademia degli Agiati, nonché indicato quale membro del Consiglio direttivo di importanti istituzioni quali la Biblioteca civica “Girolamo Tartarotti”, la Deputazione teatrale, l’Associazione Cultura Viva, Festival di Mozart e il MART - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.
 
È stimato consulente pure della Provincia di Trento in ambito scolastico e nel predisporre i molti annuali corsi di aggiornamento degli insegnanti di ogni livello. Fa parte per vari anni anche nel Consiglio Accademico dell’Università di Trento.
Nonostante le tante “tirate di giacca”, non ha mai voluto scendere nell’agone politico.
La sua profonda laicità e il suo naturale rispetto verso tutti e tutto lo hanno posto sempre serenamente sopra le parti.
Ma da lui non sono mai mancati ad alcuno utili e giovevoli suggerimenti.
 
Andare a trovarlo a casa, letteralmente circondato da migliaia di libri, è sempre stato una grande gioia e un edificante passatempo.
Il Preside prof. Livio Caffieri, un uomo libero e saggio di cui la nostra Rovereto andrà infinitamente fiera.
Lo salutiamo e lo ricorderemo sempre con stima, gratitudine e affetto.

Paolo Farinati

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