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«Un trentino nell'America del Seicento» – Di Paolo Farinati

L’affascinante storia Padre Kino in un originale libro di Angela Maria Marchetti

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Statua equestre di Padre Kino a Segno in Val di Non.

Entriamo in una storia a dir poco straordinaria di un uomo visionario, coraggioso, virtuoso, talentuoso, sempre accompagnato da una profonda fede e da un’immensa bontà.
Eusebio Francesco Chini, detto anche Padre Kino, nasce a Segno, in Val di Non in Trentino, il 10 agosto 1645 e muore a Magdalena de Kino il 15 marzo 1711. È stato un gesuita, missionario, geografo, nonché esploratore, cartografo e astronomo.
È riconosciuto come uno dei «Padri fondatori dello Stato dell'Arizona». È inoltre l'unico tirolese-italiano presente nel Famedio di Washington. Istituì più di venti missioni e visitas, così chiamate le «parrocchie di campagna» tra Messico nord-occidentale e gli Stati Uniti sud-occidentali, dove dimostrò spiccate capacità nel creare un rapporto dignitoso e rispettoso fra i popoli indigeni e l'istituzione religiosa che rappresentava.
 
Figlio di Francesco e di Margherita Luchi, Eusebio Chini, dopo essersi ristabilito da una malattia che aveva minato seriamente la sua infanzia, studia presso il collegio gesuita di Trento e poi a Hall in Tirol, interessandosi in particolare di matematica e di scienze naturali.
Il 20 novembre 1665, sciogliendo il voto che aveva fatto nel periodo di malattia, entra nella Compagnia di Gesù. Per devozione e ringraziamento a San Francesco Saverio, che lo aveva miracolosamente strappato alla morte, sceglie come secondo nome Francesco, aggiungendolo al proprio nome di battesimo.
Benché desiderasse partire per l'Oriente, riceve l'incarico di fondare una missione presso la frontiera settentrionale della Nuova Spagna.
 
Parte con questo proposito da Siviglia il 3 maggio 1681. Sbarcato a Veracruz, Chini pone la sua prima base nella Bassa California, in una terra ancora sconosciuta a molti.
A causa di un periodo di forte siccità, Eusebio Chini, che nel frattempo aveva ispanizzato il suo nome in Eusebio Francisco Kino, è costretto a ritornare a Città del Messico nel 1685.
Ma conosciamolo meglio Padre Kino, attraverso le parole e il libro di Angela Maria  Marchetti, pagine esclusive se non uniche.
 

Padre Francisco Eusebio Kino - Ritratto.
 
Gentile professoressa Angela Maria, le chiedo una sua presentazione.
«Sono nata a Rovereto ma mi considero cittadina del mondo da quando, al liceo grazie al Preside Livio Caffieri, ho partecipato allo Schulaustausch con la Germania, quando l’Unione Europea non esisteva ancora e al Brennero c’era il controllo documenti. Fu allora che decisi di essere in grado di capire il mondo senza filtri e quindi scelsi di laurearmi in Lingue e Letterature Straniere Moderne alias in inglese, tedesco e spagnolo, presso l’Università Cattolica di Milano. Poi, la vita professionale e privata mi ha portata a vivere il mondo e nel mondo.
«La mia tendenza a ricercare il nuovo senza lasciare il già conosciuto unita al fascino per la poliedricità, ha determinato scelte lavorative diversificate. Sono docente di lingua e letteratura inglese ma ho realizzato anche una visione imprenditoriale eco-sostenibile di produzione di abbigliamento in bambù chiamata I am bambù già nei primi anni del 2000, quando ancora non era famoso il movimento ecologico che stiamo vivendo e quando non era ancora in voga l’espressione I am riferita al mondo economico. La scrittura, passione dai tempi dell’Università, è diventata nel tempo un pensiero dominante fino ad essere un fil rouge che nella mia vita ha preso il sopravvento.»
 
È alla sua prima esperienza letteraria?
«La prima edizione del libro è datata 1996. Negli anni precedenti mi ero dedicata pionieristicamente allo studio di Padre Kino, cercando le fonti in America, Europa ma anche e soprattutto presso l’ARSI (Archivum Romanum Societatis Iesu). La mia ricerca e studio aveva destato interesse nell’ambiente gesuita e così mi fu proposto di scrivere la biografia di Padre Kino in italiano. I patti erano chiari: avrei scritto il libro ma sarebbe stato pubblicato solo se ritenuto valido. Ora siamo alla seconda edizione, sempre per la casa editrice San Paolo.
«Nel mentre, ho avuto altre esperienze nel campo della scrittura. Dal teatro al giornalismo grazie ai preziosi consigli di Rolly Marchi. Dopo avere frequentato la prima edizione del master International Screenwriting and Production a Milano, mi sono dedicata alla sceneggiatura.
«Recentemente ho iniziato a scrivere un blog (www.angelamariamarchetti.com) dove racconto attraverso i miei occhi il mondo e i vari aspetti del mio essere, dei miei pensieri e delle mie azioni in un passato, presente e futuro non cronologico.»
 
Cosa è per lei la scrittura?
«Rispondo con un aneddoto. Tra i docenti del corso di sceneggiatura ho avuto la fortuna di avere Randall Wallace (Oscar per la migliore sceneggiatura originale di Braveheart, autore di film quali Pearl Harbour, La maschera di ferro). All’inizio della prima lezione ci chiese il motivo per cui frequentassimo tale corso.
«Di getto risposi to translate passion into words. Alla pausa si avvicinò e mi disse che gli era piaciuta la mia risposta. Iniziammo un’amicizia durata parecchi anni e preziosa a livello umano e professionale.
«Quindi la risposta alla domanda è: Vita e passione.»


 
Come ha conosciuto la suggestiva e sorprendente storia di Padre Kino?
»Il mio incontro con Padre Kino è stato assolutamente inaspettato e fortuito.
«Siamo nei primi anni ’90 quando mi dedicavo allo sport del kayak e soprattutto rafting. Un giorno pagaiando nelle rapide dei fiumi della California un ragazzo americano mi chiede se sono italiana, trentina come Padre Kino. Come chi? gli chiedo a sua volta sprofondando in un terribile stato di vergogna.
«Spinta da patriottismo storico, rientrata in Italia, decisi di saperne di più. Iniziai il mio percorso Kino, dapprima cercando informazioni, poi cercando di contribuire alla sua conoscenza con una serie di iniziative, infine trasformando Kino da personaggio storico in mio mentore.»
 
Sono molti i sacerdoti trentini che hanno offerto la loro vita alle missioni e a chi è parte di un mondo meno fortunato. Un suo pensiero, focalizzato sulla figura di Padre Kino.
«Padre Kino è stato la luce della storia missionaria di Sonora (attuali Messico del nord, Arizona del sud e Baja California) tant’è che è stato riconosciuto come fondatore dello stato dell’Arizona e la sua statua – unico italiano – è nella Hall of Fame di Washington dal 1965. Più recentemente, nel luglio 2020, è stato dichiarato Venerabile da Papa Francesco.
«Non dimentichiamo che Padre Kino si colloca nel periodo storico della colonizzazione spagnola, che spesso non si poneva neppure il problema dello sfruttamento imposto ai nativi, considerati senza cultura e pagine bianche su cui scrivere la storia della colonizzazione.
«Dall’ottobre 1492, gli Europei si trovarono di fronte alla scoperta di una realtà di cui non avevano né conoscenza né coscienza. I parametri dei colonizzatori si rivelarono inadeguati all’interpretazione del diverso.
«Kino è riuscito a fare la differenza portando con sé dall’Europa non solo le conoscenze scientifiche ma anche l’amore nel cuore. Infatti, come ben riassume nella prefazione del mio libro l’Arcivescovo Lauro Tisi, La genialità diviene davvero efficace se accompagnata dall’umanità
 
I nostri giovani, come accolgono queste straordinarie esperienze?
«Generalmente i giovani seguono ideali, valori e lifestyle diversi, ma rimangono interessati nel conoscere le gesta eroiche di Kino, soprattutto per la sua poliedricità d’azione. Per questo, con la seconda edizione del libro, mi sono posta l’obiettivo della divulgazione della sua conoscenza a partire dal quotidiano anziché dall’alto di azioni intellettuali spesso fine a se stesse.»
 
Un libro può dire e dare molto. Per lei quale significato ha un testo scritto?
«Offrire un altro punto di vista.»
 
Come motiverebbe un giovane a dedicarsi alla scrittura?
«La scrittura è una forma del sé, che prima o poi trova da sola la sua strada espressiva, perché non potrebbe fare altrimenti.»

Grazie di cuore per la Sua disponibilità e le Sue parole, cara Professoressa Marchetti e sinceri auguri di futuri successi letterari.

Paolo Farinati - p.farinati@ladigetto.it

Angela Maria Marchetti.

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