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Gli italiani e la politica internazionale

È stato pubblicato in questi giorni l’esito del Sondaggio 2023 del prestigioso ISPI, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

Giunto ormai al suo nono anno, il sondaggio ISPI rivolge agli italiani alcune domande sulla politica internazionale dell’ultimo anno. In sintesi.
Cosa pensano gli italiani degli eventi cruciali degli ultimi dodici mesi e dei trend di fondo della politica internazionale? Quali sono le principali minacce per l’Italia? Come giudicano gli italiani i rapporti con i principali partner europei e internazionali?
L’obiettivo è stato quello di capire cosa sanno e cosa auspicano gli italiani in tema di politica internazionale, coinvolta in questi mesi da «crisi» di diversa natura e dalle soluzioni tutt’altro che facili e scontate. Cerchiamo di analizzare le risposte avute dagli esperti dell’Istituto milanese.
 
Le prime domande non potevano che riguardare il conflitto in Ucraina. A quasi un anno dall’invasione russa di quel Paese, tra gli italiani sono in netto aumento i timori di una crisi economica legata alla guerra e alla crisi energetica, così come l’incertezza circa l’esito del conflitto.  Arretra invece la paura legata alla pandemia.
Ma altri aspetti scorrono sottotraccia nel sondaggio. Si evidenzia sempre più il progressivo allontanamento tra la Cina e il nostro mondo occidente. Come pure l’ambivalenza verso l’Unione Europea: alla minore fiducia nel Parlamento europeo a causa del Qatargate, si contrappone una forte volontà di investire in un esercito unico europeo.
 
Perfino nell’anno dell’invasione russa dell’Ucraina, il conflitto viene indicato solo come terza minaccia per l’Italia (8% delle preferenze). Cresce invece la paura di una nuova crisi economica (dal 43% del 2021 al 52% di oggi). Ciò riflette le possibili conseguenze del conflitto e della crisi energetica. In netto calo invece la percezione che la pandemia sia ancora una importante minaccia per l’Italia (dal 19% al 3%).
Dall’invasione russa dell’Ucraina emerge un mondo sempre più polarizzato e diviso in blocchi. Quando viene chiesto agli italiani quali siano gli attori o i Paesi ritenuti più o meno alleati dell’Italia nel mondo, le opinioni si fanno sempre più nette. NATO, UE e Stati Uniti vengono percepiti come alleati da almeno il 60% degli italiani, con UE e USA in crescita rispetto alle rilevazioni precedenti.
 
Addirittura la NATO raccoglie maggiori consensi rispetto all’Unione Europea (64% contro 62%). Crollano, invece, le percezioni di «alleanza» nei confronti di Cina e Russia. La stima degli italiani verso Pechino era in forte calo già nel 2021, e oggi la vediamo al 16% rispetto al 36% del 2021. La discreta valutazione positiva verso Mosca, che già nel 2021 aveva conosciuto un calo più moderato, oggi crolla letteralmente (dal 28% del 2021 al 10% di quest’anno. La Russia compie di conseguenza un balzo in avanti come prima seria minaccia per il mondo. Mosca è indicata come la maggiore minaccia da oltre un terzo degli italiani, ovvero dal 36%, quasi quintuplicato rispetto all’8% degli anni precedenti.
 
Scende al secondo posto la Cina, che solo l’anno scorso gli italiani indicavano come maggiore minaccia, ovvero dal 34% al 13%. Gli Stati Uniti sono in crescita dal 9% al 13%. Crolla invece il timore per i Paesi «minori», quali l’Iran, in preda a sconvolgimenti interni sceso dal 19% al 6%, e la Corea del Nord, anch’essa in calo dal 14% al 5%.
Malgrado la Russia occupi i pensieri e le paure di molti, ad una domanda precisa su Pechino gli italiani si mostrano concordi: più di tre quarti, ovvero il 78%, sostengono che la Cina non sia affidabile. Una posizione molto chiara e netta.
Per questo motivo gli italiani si trovano d’accordo con la decisione del Governo italiano d’imporre maggiori controlli sanitari per tutti coloro che arrivino in Italia dalla Cina. Solo una piccola percentuale di intervistati, il 10%, ritiene che la Cina sia un partner affidabile e coscienzioso.
 
Tornando al conflitto russo-ucraino, la grande maggioranza degli italiani concorda principalmente su una cosa: l’incertezza che lo avvolge. Se lo scorso aprile, a meno di due mesi dallo scoppio del conflitto, erano esattamente uno su quattro, ovvero il 25%, le persone che non avevano un’opinione sul suo possibile esito, oggi questa quota è salita a uno su tre, ovvero al 33%.
Ne consegue che diminuisce assai il numero di persone che crede che il conflitto possa essere risolto attraverso un accordo di pace, dal 44% al 31%. Questa rimane tuttavia l’opzione più probabile per chi sceglie di prendere posizione. Sale peraltro significativamente la quota di italiani che ritiene che il conflitto possa condurre a un colpo di stato in Russia, dal 10% al 16%.
 
Su un argomento, però, gli italiani sembrano concordare: l’Ucraina dovrebbe, presto o tardi, entrare a far parte dell'Unione europea. Precisamente due su tre, il 67%, dei nostri connazionali sono favorevoli.
Un altro importante aspetto emerge dal sondaggio dell’ISPI. Dopo lo scandalo Qatargate, la fiducia degli italiani nel Parlamento europeo sembra essere molto diminuita. Solo per l’11% di loro il Parlamento europeo non avrebbe perso credibilità in seguito allo scandalo, mentre addirittura per 4 italiani su 10 il Parlamento Europeo avrebbe perso «totalmente» la propria credibilità, ovvero per il 41%. Una questione, questa, molto delicata. Soprattutto in merito alla futura considerazione che potrebbe emergere tra noi italiani nei confronti di Bruxelles.
 
Sulle questioni di difesa europea, peraltro, gli italiani si schierano in maniera nettamente favorevole a un rafforzamento militare dell’Unione. L’83% di loro sostiene che si debba fare qualcosa e di più. Lavorando in ambito multilaterale. Prevale, in questo senso, chi ritiene sia meglio investire nella costruzione di un esercito unico europeo, il 34%, rispetto a chi preferirebbe rafforzare la cooperazione nell’ambito della NATO, il 28%.
In conclusione, molti dati interessanti per la nostra Politica, come pure per noi cittadini.
Molti spunti su cui riflettere e su cui agire con la sempre necessaria responsabilità e prontezza.

Paolo Farinati

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