Gestione delle centrali idroelettriche trentine – Di P. Farinati
L’assegnazione di concessioni così ricche è strategica per la nostra comunità
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Sul tavolo politico-istituzionale della Provincia Autonoma di Trento vi sono, tra molte altre importanti questioni, l’assegnazione di concessioni di gestione assai ricche e strategiche per la nostra comunità trentina.
In primis, la gestione delle medio-grandi centrali idroelettriche presenti sul territorio trentino, per la quale il Parlamento ha posticipato la scadenza al corrente anno 2023. Sono 17 impianti su 34 esistenti, capaci di produrre mediamente ogni anno oltre 5 miliardi di chilowattora di preziosa energia pulita e rinnovabile, pari a quasi l’85% della produzione totale in Trentino.
Oggi il soggetto gestore è il Gruppo Dolomiti Energia, attivo nella produzione e nella distribuzione di energia elettrica con proprie aziende operative. Il Gruppo DE è da parecchi anni tra le maggiori e più accreditate realtà italiane operanti nel settore delle multiutilities.
Il capitale sociale del Gruppo è per circa il 70% di proprietà di soggetti pubblici. Socio principale è FinDolomiti Energia (FDE), partecipata in parti uguali dalla Provincia Autonoma di Trento e dai due Comuni di Trento e di Rovereto. Accanto a FDE sono Soci del Gruppo DE pure molti Comuni del Trentino. Tutte queste comunità si giovano di servizi di elevata qualità a costi tra i più bassi in Italia, e non solo: aspetti questi facilmente dimostrabili. Più di 1.400 sono i dipendenti del Gruppo DE, tutti altamente professionalizzati e con un’età media assai bassa.
Il fatturato complessivo del Gruppo viaggia vicino al miliardo e mezzo di euro. Importanti sono stati negli anni le risorse ritornate ai Soci in forma di dividendi, a cui si aggiungono i significativi capitali garantiti ai territori su cui insistono le centrali idroelettriche, attraverso i sovra canoni loro destinati per ogni chilowattora prodotto.
Su questi temi, alle norme europee e nazionali qui si sommano quelle provinciali, stante che la Provincia Autonoma di Trento in materia di energia e di utilizzo dell’acqua, ha competenza primaria.
Ma veniamo al vero nodo della questione: affidamento diretto o affidamento attraverso una gara internazionale? Delle due l’una: o viene riconosciuto il totale controllo della gestione del Gruppo DE da parte dei soli Soci pubblici, che pur ne detengono oltre il 70% del capitale sociale, o lo stesso Gruppo DE dovrà individuare un proprio soggetto d’impresa totalmente pubblico, a cui la Provincia Autonoma di Trento potrà concedere in affidamento diretto, ovvero senza gara, la ricca gestione delle varie centrali idroelettriche minimo per altri 30 anni.
La prima ipotesi la vedo giuridicamente pressoché impossibile. Ritengo, invece, più percorribile la seconda soluzione. È di questi giorni l’affermazione del Vice Presidente della Giunta provinciale di Trento, nonché Assessore delegato alla materia, Mario Tonina, di voler valutare l’acquisizione da parte della PAT di tutto il patrimonio riferito alle suddette centrali, oggi di proprietà del Gruppo Dolomiti Energia. Per farne che cosa? Vogliamo creare un ulteriore azienda pubblica?
Me lo chiedo, in quanto il soggetto finalizzato a tale eventuale operazione c’è già(!). E si chiama FinDolomiti Energia (FDE), il cui capitale sociale è totalmente posseduto da soli Soci pubblici. FDE, come già detto, è partecipata esclusivamente dalla PAT e dai due Comuni di Trento e di Rovereto.
Si tratta di apportare allo Statuto della suddetta Società, che oggi funge solo da Holding, qualche minimo aggiornamento, in modo tale che la stessa possa essere intestataria delle importanti concessioni e, quindi, possa gestire direttamente e/o con proprie società operative le centrali idroelettriche in discutendo. Un’ipotesi che necessita certamente di opportuni approfondimenti giuridici e, soprattutto, dell’accordo dei tre Soci pubblici sopra indicati. Ma indubitabilmente è un’ipotesi percorribile.
Un «uovo di Colombo» innanzi ad una straordinaria questione politica, finanziaria e ambientale per tutto il Trentino? Non lo so con assoluta certezza, ma credo fermamente che valga la pena di studiare bene questa soluzione, che ha in sé aspetti positivi ben oltre le sole concessioni di gestione.
L’enorme valore dell’energia idroelettrica prodotta in Trentino e la bellezza unica del nostro ambiente richiedono una precisa visione, un elevato senso di responsabilità e, proprio per questo, uno sforzo comunitario da parte di tutti.
Il mio augurio è che la Giunta provinciale e i Sindaci di Trento e di Rovereto sappiano essere capaci e propositivi protagonisti in questa storica partita. Abbiamo certamente le intelligenze, le risorse e gli strumenti per esserlo. Dipende in gran parte solo da noi. È in gioco la tutela del futuro benessere della comunità alpina del nostro Trentino.
Paolo Farinati
Già Amministratore di ASM Rovereto e di Trentino Servizi e Assessore del Comune di Rovereto
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