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Quella notte prima degli esami... – Di Paolo Farinati

Esame di maturità 1978: giusto mix di ansia e adrenalina, come oggi (!)

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L’esame di maturità di noi nati nel lontano 1959. Era lunedì 3 luglio 1978, ben 45 anni fa, segno zodiacale Cancro. Da qualche giorno il Parlamento italiano era alle prese con l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica dopo Giovanni Leone e l’8 luglio fu eletto l’amato Sandro Pertini. Il Presidente del Consiglio era Giulio Andreotti e il Presidente degli Stati Uniti era Jimmy Carter. In quella prima settimana di luglio in testa alla Hit Parade italiana, condotta dall’indimenticabile Lelio Luttazzi, vi era «Tu» di Umberto Tozzi, seguita da «Sotto il segno dei pesci» di Antonello Venditti e terzi i Bee Gees con «Stayin' alive».
 
Negli USA la radio passava la ballatissima «Shadow Dancing» di Andy Gibb, nel mentre in Inghilterra primeggiava «You're The One That I Want» di John Travolta & Olivia Newton-John, che era pure una della cinque canzoni più vendute al mondo. Tra i film più visti al cinema nel 1978 c'erano «Ecce bombo» di Nanni Moretti, «Blue Movie» di Alberto Cavallone e «Foul Play» di Colin Higgins. In TV la gente guardava «Le nuove avventure di Braccio di Ferro» e «The Fantastic Four».
Ma è capitato molto di più in quel giorno, per tanti di noi “storico”: scopriamolo subito.
 
Noi maturandi liceali di Rovereto fummo convocati per le ore 8 a Palazzo Piomarta, da sempre chiamato anche Palazzo dell’Istruzione. Salimmo, come avevamo fatto ogni mattina per ben cinque anni, le ampie nobili scale fino alla splendida aula magna tappezzata da un’elegante moquette rossa.  I banchi erano già distribuiti singolarmente, ci sedemmo con lo sguardo rivolto alla Commissione d’esame, il cui Presidente, un docente esterno, teneva in mano la busta con i titoli del tema di italiano. Prima della loro lettura passò in mezzo a noi lo stimatissimo Preside prof. Livio Caffieri, quasi per accarezzarci e per tranquillizzarci uno ad uno. Fu per tutti noi una bella insperata iniezione di fiducia. Un mix di comprensibile ansia e di benefica adrenalina avvolgeva mente e cuore di tutti.
 
Eravamo giunti al momento in parte temuto ma pure anche tanto atteso. Ricordo che la lettura dei titoli del compito di italiano fu accolta da numerosi sospiri di sollievo. Io scelsi quello storico, che ci chiedeva di raccontare, di spiegare e di riflettere sui movimenti operai in Europa tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Ho sempre amato la storia e la filosofia, disciplina quest’ultima che all’orale portai quale prima materia, e, quindi, mi rasserenai molto. Nelle sei ore a nostra disposizione prevalse il silenzio, rotto qua e là dalle voci dei membri della Commissione esaminatrice, di cui ricordo con affetto la prof.ssa Virginia Crespi Tranquillini. Le ore passavano, sembravano veloci, ma tra le ore 13 e le 13.30’ ci furono le consegne del testo da parte dei primi di noi.
 
Quasi tutte e tutti ci ritrovammo fuori dal Liceo in Corso Bettini dopo le fatidiche 14.30’: i nostri stati d’animo erano diversi, ma mediamente eravamo soddisfatti e fiduciosi. Devo ammettere che la nostra 5° A del Liceo scientifico «Antonio Rosmini» di Rovereto era un’ottima classe: non fu casuale che i soli tre 60 su 60 del nostro Liceo quell’anno uscirono dalla nostra classe.
Dopo molti sorrisi e tante liberatorie bacche sulle spalle, il nostro pensiero andò al tema di matematica del giorno dopo, martedì 4 luglio: prova certamente più temuta, nonostante gli apprezzati insegnamenti del prof. Alessandro Nicolini.
 
Quindi seguirono ulteriori ore di studio, di quel cocktail di ansia e adrenalina, di timore e fiducia. Sempre in quell’indimenticabile aula magna vivemmo altre sei ore tra funzioni, trigonometria, algoritmi e altre variabili matematiche. Alla fine molti i sospiri di sollievo e di liberazione. Mancava l’orale, ma in noi vi era la consapevolezza che gran parte dell’esame di maturità era alle nostre spalle. In poche parole: era fatta!
Ho voluto ricordare con non poca emozione e nostalgia quelle lontane giornate, assiem a quei meravigliosi cinque anni di Liceo, che dai 14 anni ai 19 ci hanno visto crescere tra gioie, paure, amicizie, soddisfazioni, delusioni, amori, visioni, impegno civile e politico.
 
Domani, mercoledì 21 giugno, tocca a mio figlio Riccardo, e a tanti suoi coetanei, iniziare il suo esame di maturità. Lo farà all’Istituto «Guglielmo Marconi» di Rovereto con il tema di italiano. Certamente loro sono una generazione diversa, come assai difforme è il mondo che li circonda, ma i sentimenti e gli stati d’animo sono gli stessi. Ci vuole la giusta dose di ansia e lasciar scattare quella benefica razione di adrenalina, che unite stimolano la mente e il cuore.
Un sincero e affettuoso «in bocca al lupo», care ragazze e cari ragazzi. Ad maiora…

Paolo Farinati


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