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Il ricordo dei 90 anni della Croce sullo Stivo

Il programma previsto a Ronzo Chienis per domenica 17 settembre 2023

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17 settembre 1933 - 17 settembre 2023: sono passati ben 90 anni dalla posa della Croce sul Monte Stivo. Un anniversario importante, certamente da ricordare. Quell’anno Papa Pio XI lanciò un invito agli italiani, specialmente ai più giovani, di erigere delle croci sulle vette italiane più significative. A Rovereto se ne fece carico don Antonio Rossaro, sacerdote vulcanico che dopo aver pensato e tenacemente realizzato la Campana dei Caduti, radunò e motivo all’impresa parecchi ragazzi che a quel tempo frequentavano l’oratorio Rosmini.
 
Ebbe una risposta entusiastica da parte di tutti. La croce fu costruita in più pezzi e portata a spalle da quei ragazzi sulla cima dell’amato Monte Stivo.
Il 17 settembre 1933 vi fu la toccante cerimonia di inaugurazione di quest’altro monumento alla pace sito nella nostra Vallagarina.
Il Comune di Ronzo – Chienis, con la preziosa e generosa collaborazione del Coro Bianche Zime e del Coro Incanto Alpino, questa domenica 17 settembre 2023 ha organizzato una giusta giornata di ricordo di quella lontana ma indimenticabile iniziativa.
 
L’originale ricca giornata prevede il seguente programma:
- ore 10 Santa Messa presso la Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo di Ronzo – Chienis;
- ore 11 Concerto del Coro Bianche Zime e del Coro Incanto Alpino presso il Parco Urbano di Ronzo – Chienis;
- ore 12 Inizio del buffet presso lo stesso Parco Urbano di Ronzo – Chienis.
Nel pomeriggio, una delegazione del Coro Bianche Zime salirà sulla vetta del Monte Stivo, depositerà una corona a ricordo e dedicherà qualche canzone a quei coraggiosi ragazzi che lì salirono nel lontano 1933.


 
 Il ricordo di Padre Mario Veronesi 
Tra quei ragazzi dell’oratorio Rosmini di allora vi era anche Mario Veronesi, giovane molto stimato dai suoi coetanei, di poche parole, ma sempre determinato nell’agire e animato da una grande fede. Qualche anno dopo divenne prete saveriano e fu mandato in missione in Bangladesh, allora insanguinato da una tremenda guerra civile, dove un tragico 4 aprile 1971 nella sua amata missione fu barbaramente e vigliaccamente assassinato.
L’uomo, il sacerdote e il missionario Padre Mario Veronesi è stato magistralmente illustrato recentemente in un libro scritto dal nipote Mariano Veronesi, dal titolo «Dalla croce dello Stivo alla pianura di Jessore». Vi si trovano parole che hanno disegnato un ritratto di Padre Mario molto approfondito, documentato e toccante, tinteggiato di rispetto, di ammirazione e di percepibile affetto.

Una vita, quella di Padre Mario Veronesi, fondata sulla fede e sulla generosità, ricca di coraggio, di determinazione e d’infinito amore verso il prossimo.
Nato a Rovereto nel 1912, Mario si distingue fin da giovanissimo per la sua intraprendenza tra i molti giovani che allora frequentavano l’oratorio Rosmini. È ragazzo di poche parole, come sarà successivamente uomo soprattutto del fare. Presso lo storico oratorio della città, negli Anni ‘20 e ‘30 era forte la personalità di don Antonio Rossaro, padre, tra molte altre meritorie iniziative, anche della Campana dei Caduti. Nel 1933, dopo 19 secoli dalla Redenzione Umana, Papa Pio 11° invita gli italiani, soprattutto i giovani, a posizionare una croce sulle vette più alte e più frequentate della nostra Italia.
 
Don Rossaro motiva i suoi ragazzi a compiere un’impresa significativa e ardita: erigere una croce sulla cima del Monte Stivo, la più alta della Vallagarina. Scatta in tutti un entusiasmo senza pari. Mario Veronesi tra questi è certamente il più determinato. Lui è pure un riferimento per i suoi coetanei. Infatti, è responsabile della locale sezione della Gioventù d’Azione Cattolica, peraltro un’associazione messa al bando dal regime fascista.
A decine i giovani oratoriani si danno disponibili all’impresa e a portare a piedi sulle spalle la croce. Il 17 settembre del 1933 la stessa è eretta sul punto più alto dello Stivo e da allora, ovvero da 90 anni, domina e sorveglia la nostra valle.
 
Mariano Veronesi narra con comprensibile grande emozione tutta questa vicenda.
Come già detto, una triste mattina del 4 aprile 1971, Domenica delle Palme, un gruppo di ribelli si presenta nella missione di Padre Mario, che li accoglie con la fascia della Croce Rossa internazionale e con le braccia aperte. Ma non basta. Un colpo di fucile lo colpisce a morte in pieno petto. Cade di schiena, lui così imponente, rimane immobile come Cristo in croce. Ha 58 anni. È sepolto là, come un eroe e come uno straordinario costruttore di pace.
Nel 2012 la Repubblica del Bangladesh gli ha conferito la più alta onorificenza di «Amico della Nazione del Bangladesh». Padre Mario Veronesi, un grande indimenticabile roveretano.

Paolo Farinati


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