Altopiano Folgaria, nuova cabinovia Francolini-Sommo Alto
La SAT centrale e la SAT di Folgaria invitano alla prudenza e alla riflessione
Sull’Altopiano di Folgaria è prevista la realizzazione di una nuova cabinovia tra le località Francolini e Sommo Alto (quota 1.170 m circa), in sostituzione alla vecchia seggiovia chiusa da qualche anno per raggiunto «fine vita».
Il progetto, che prevede la realizzazione della stazione di partenza del nuovo impianto di risalita e delle infrastrutture a supporto della sua fruizione (collegamenti da e per l’abitato di Folgaria, aree di sosta e servizi ausiliari alla stazione, quali ristorante, servizi, uffici, pronto soccorso, scuola sci e asilo e locali tecnici), mostra un approccio molto prudente nei confronti delle possibili interazioni ambientali (lontananza da aree protette, sovrapposizione con areali di specie particolarmente sensibili, relazioni con la rete idrica, misure di mitigazione del disturbo legato alle fasi di cantiere).
Tuttavia la documentazione presenta alcune criticità: la mancanza di dettagli relativamente alla viabilità, per la quale si evidenziano possibili difficoltà nel garantire la fluidità del traffico veicolare; la vicinanza della stazione ad aree come a «rischio elevato» e «da approfondire» rispetto alla Carta di Pericolosità; il sorvolo della nuova area adibita a campeggio, la prossimità di aree di tutela ambientale (individuate dal PRG del Comune di Folgaria) in aggiunta alla sovrapposizione pressoché integrale delle nuove strutture rispetto a un contesto riconosciuto come area agricola di pregio, il cui valore è confermato anche dalla presenza di particolari specie di flora come orchidee (genere Orchis, con importanti segnalazioni di Orchis militaris, Dactylorhiza, Gymnadenia), genziane e altre entità tipiche dei pascoli alpini.
Ciò che preoccupa maggiormente la SAT Centrale e la SAT di Folgaria è la prospettiva di sviluppo, di cui la nuova telecabina non rappresenta che il primo tassello. Non è infatti un segreto la volontà di accompagnare il nuovo impianto di risalita alla realizzazione di un secondo bacino per l’innevamento artificiale presso Passo Coe (con un volume di accumulo attorno ai 250.000 m3), in risposta alla crescente necessità di ricorrere alla neve programmata con una sempre maggiore incidenza sulla quota di acqua prelevata direttamente dall’acquedotto che serve i comuni di Folgaria, Terragnolo, Lavarone e Luserna.
A questo, si aggiunge l’idea di ampliare la superficie sciabile tramite la realizzazione di un collegamento verso l'abitato di Folgaria, con l’obiettivo dichiarato di ridurre il traffico veicolare. Considerati i già numerosi accessi che il carosello Folgaria Ski possiede in corrispondenza delle piste è verosimile pensare che un semplice servizio di navette dal paese di Folgaria alla partenza da Francolini sarebbe meno impattante e di più facile e veloce messa in opera.
In un contesto di innalzamento delle temperature e di inverni sempre meno nevosi, l’idea di rilanciare un’area attraverso l’ampliamento delle strutture sciistiche appare anacronistica e paradossale.
Investire ulteriormente in uno sport che alle attuali condizioni non può che incontrare crescenti difficoltà, anziché considerare modelli di sviluppo alternativi, non fa che perpetuare un ciclo insostenibile di consumo delle risorse.
Da attenzionare sono anche le dichiarazioni che presenterebbero il nuovo impianto come un passaggio fondamentale nell’adattamento ai cambiamenti climatici, prevedendo una sua eventuale riconversione al trasporto di bikers e a beneficio del turismo outdoor qualora gli inverni non dovessero più garantire le condizioni necessarie per lo sci.
La proposta progettuale ha imboccato la strada che presto porterà alla realizzazione della nuova infrastruttura.
SAT invita alla prudenza e alla riflessione: è cruciale abbandonare l'idea di una crescita illimitata e orientarsi verso modelli che rispettino e preservino le risorse naturali del territorio, garantendo al contempo un futuro prospero e sostenibile per le generazioni a venire: il progetto attuale, come tanti apparsi negli ultimi tempi va, semplicemente, in una direzione opposta, allontanandoci ancora una volta da cambio di paradigma ormai disperatamente necessario.
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