Roger De Vlaeminck, la storia del ciclismo raccontata a Trento
Al Festival dello Sport il fenomeno delle classiche che negli anni 70 ha vinto 240 gare
Il corridore belga ha dimostrato di non aver perso né il suo smalto né l’estro da fantasista che lo hanno accompagnato nelle oltre 240 vittorie in carriera da professionista e ha saputo trasmettere al pubblico un pizzico del romanticismo che caratterizzava le due ruote negli anni Settanta.
De Vlaeminck, rispolverando il suo italiano ha saputo dialogare con sincerità e simpatia facendo emergere assieme a Davide Cassani – telecronista del ciclismo e già CT della Nazionale – alcuni retroscena di un’epoca senza caschi e senza tecnologia che ha permesso al ciclismo di inscenare duelli epici e di alimentare rivalità come quelle tra De Vlaeminck stesso e Eddy Merckx o Francesco Moser
Tra una battuta ed un aneddoto il fiammingo ha rivelato che la sua stima verso Merckx era tale da chiamare suo figlio Eddy, più freddo il suo rapporto con Francesco Moser dove l’intesa era «Mica tanta».
Il «gitano di Eeklo» ha gareggiato dal 1969 al 1984, vincendo oltre che su strada anche nel ciclo-cross; proprio la sua versatilità lo ha portato ad essere un atleta specialista nelle classiche, su tutte la Parigi-Roubaix, di cui detiene il record di quattro vittorie.
Come ha ricordato un emozionato Davide Cassani nel presentare l’ospite, Roger De Vlaeminck è uno dei tre unici ciclisti ad aver vinto le cinque classiche monumento.
Al termine dell'evento la generosità del campione è emersa anche nell'autografare le maglie d'epoca dei fan che hanno potuto intrattenersi per un momento di confronto non da tutti i giorni.
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