«Comunicare la montagna: Storia, prospettive, problematiche»
Coordinatore: Ezio Amistadi, presidente del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina – Moderatore: Paolo Mantovan direttore del quotidiano Trentino
Un pubblico variegato e straordinariamente partecipe di accademici, pubblicitari, studenti, amministratori comunali, operatoti della comunicazione e satini, ha affollato questa mattina lo Spazio Alpino SAT, in occasione del convegno dal titolo «Comunicare la montagna: storia, problematiche, prospettive».
Lo spunto iniziale alla discussione lo hanno lanciato Ezio Amistadi, presidente del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina e la stessa presidente della SAT Anna Facchini i quali, aprendo i lavori hanno tracciato la differenza tra «immagine» che chi frequenta le nostre montagne ha di noi e «l’immaginario» che riusciamo a creare attraverso la comunicazione che veicoliamo.
E sulla prima parte del convegno dedicata ai contributi accademici, ha esordito Francesco Tomatis, docente di Filosofia Teoretica all’ Università di Salerno, il quale ha chiarito che cos’è la montagna veramente.
«La montagna è esperienza – ha ribadito, – dal greco peira (prova, tentativo, pericolo) e in montagna il pericolo e dunque l’esperienza, può essere autentica solo se si fa un passo dopo l’altro, perché ci fornisce la dimensione del limite.
«Appiattendo la montagna non si conquisterà nulla, i due idiomi che in greco indicano il monte (Oros) e il limite (Horos) differiscono di pochissimo e dunque il secondo è condizione imprescindibile del primo.»
Al professor Andrea Leonardi, docente al Dipartimento di economia e management dell’Università di Trento, era affidata la parte storica del convegno sul ruolo del turismo nella trasformazione economica della montagna alpina.
Leonardi partendo dalla narrazione di un contesto alpino governato da un equilibrio fondato su una economia agro-silvo-pastorale, traccia un percorso che tocca poi l’epopea dei Grand Hotel del Tirolo storico e delle località svizzere e austriache, dove l’ospitalità era una realtà connaturata al territorio, grazie alla presenza dei primi eremi e conventi medievali, fino alla montagna innevata, quando i dipendenti dei grandi alberghi iniziano a creare le prime locande.
Si arriva poi agli anni 60, quando un signor Graffer utilizzerà i residuati bellici per costruire impianti di risalita.
Con Umberto Martini, docente al Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento, il discorso entra nel cuore economico e strategico.
«Dagli anni 90 c’è stato un cambio di paradigma – afferma Martini – inutile pensare di proporre la montagna di 20 anni fa. Siamo passati in brevissimo tempo dal concetto di “economia industriale” della montagna a quello di “economia dell’esperienza”, legata all’autenticità, alla referenzialità e alla diversità.
«La comunicazione non è mai neutra: dietro certe immagini ci sono processi mentali precisi.
«Inoltre oggi la comunicazione vive di selfie e di influencer e dunque è divenuto un fenomeno che sfugge ai canali ufficiali della comunicazione, ma che comunque deve avere i caratteri della veridicità per reggersi e la popolarità di una stazione può diventare automaticamente indice di qualità, cosa che poi genera i fenomeni di over tourism del lago di Baries o del lago Sorapis.»
A Paolo Mantovan moderatore del convegno e direttore del quotidiano Trentino il compito di creare nesso che, dal contesto analitico di studiosi ed economisti, si potesse collegare al mondo imprenditoriale, attraverso la visuale di uno dei più importanti capitani di industria del Trentino Lorenzo Delladio patron de «La Sportiva».
Chi lo conosce sa che Delladio non è soltanto un imprenditore di successo, ma è anche uno straordinario comunicatore, il quale ha sintetizzato molto chiaramente difficoltà e opportunità del fare impresa a 1.000 metri.
«Siamo 24-48 ore in ritardo nelle consegne e nei rifornimenti rispetto ai grandi distretti industriali e abbiamo costi di impresa maggiori per i nostri dipendenti (350 unità, con una produzione di 1.740.000 paia di scarpe all’anno) in compenso arriviamo ai mercati americani molto più facilmente che a quelli nazionali.
«Ma il turista- un messaggio chiaro indirizzato alla promozione - che cerca la qualità oggi vuole venire nelle basse e bassissime stagioni e noi a questa esigenza non sappiamo rispondere.»
Non per nulla Delladio un anno fa propose, ed ancora conserva, un progetto di riqualificazione di Passo Rolle, smantellando gli impianti e creando un comparto di turismo «slow».
Dall’imprenditoria al marketing il passo è breve con Maurizio Rossini amministratore unico di Trentino Marketing, il quale fornisce una fotografia di un Trentino turistico con 6 milioni di turisti che hanno pernottato almeno una volta, 40 milioni di giornate turistiche consumate, con provenienze da 84 paesi.
«Ma lo stile di vita green – ha dichiarato – dobbiamo sposarlo noi trentini in primis. Le scelte fatte negli anni sono quelle che comunicano chi siamo, le scelte sulla base della ricerca del limite sono impegnative, ma se ci si crede si possono fare.
«Oggi gli operatori turistici non trovano personale qualificato per le proprie aziende, i giovani non sono più disposti a fare i sacrifici che si facevano 50 anni fa e questa è solo una delle difficoltà che riguarda gli operatori del turismo oggi.»
Patrizia Battilani, docente al Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Bologna e Direttrice del Centro di Studi Avanzati sul Turismo, bloccata a casa da un problema alla schiena, ha inviato una intervista video, alla quale in molti in sala, nonostante il prolungarsi dell’incontro, non hanno voluto rinunciare.
Un intervento il suo particolarmente interessante che ha toccato le sfide del turismo tra competizione internazionale, overtourism e sostenibilità sociale.
Chiude Battilani con una domanda posta agli steakolder intervenuti al convegno.
«Le mete del turismo possono veramente scegliere i propri frequentatori? – Ed ancora: – Siamo veramente consapevoli di chi siamo quando diciamo di voler puntare alla qualità?»
Nell’ambito del convegno è stato possibile visitare nell’androne della Casa della SAT, la bellissima mostra temporanea «Il manifesto turistico in Trentino: la promozione grafica della provincia attraverso i manifesti 1859-1990», curata dalla Fondazione Museo Storico del Trentino.