Inps, va in rosso di 9 miliardi – Di Alberto Pattini

Quasi metà dei pensionati (7,2 milioni) è sotto i 1.000 euro al mese, mentre continua lo scandalo delle pensioni d'oro – Le voci che portano in rosso il bilancio Inps

L’Inps eroga ogni mese, fra private e pubbliche, circa 21,1 milioni di pensioni (di natura sia previdenziale sia assistenziale) a più di 15,9 milioni di cittadini, per una spesa complessiva che è stata, nel 2012, di 261,3 miliardi di euro.
Di questi, 63,3 miliardi si riferiscono a pensioni ex-Inpdap (dipendenti pubblici) ed ex-Enpals (dipendenti dello spettacolo).
Nel 2012 il saldo della gestione finanziaria è stato negativo per quasi 9 miliardi, come ha riferito il Presidente Inps Antonio Mastropasqua in audizione al Parlamento, dovuti «esclusivamente alla gestione dei dipendenti pubblici ex Inpdap.»
 
Sono alcuni dei principali rilievi che emergono dal rapporto annuale dell’Inps 2012, il primo redatto appunto dopo l’incorporazione di Inpdap ed Enpals.
Quanto alle singole voci, il rosso emerge dalla differenza fra 376.896 milioni di euro di entrate e 385.892 milioni di euro di uscite.
All’inizio dell’esercizio 2012 l’Inps presentava un avanzo patrimoniale di 41,3 miliardi di euro, mentre l’ex Inpdap aveva un disavanzo di 10,3 miliardi e l’ex Enpals un attivo di 3 miliardi.
Il patrimonio netto del nuovo Ente risultava quindi pari a 34 miliardi, per effetto della somma dei due attivi (41,3 e 3 miliardi) e del passivo ex Inpdap (10,3 miliardi).
Alla fine dell’esercizio 2012, la situazione patrimoniale del Nuovo Inps ha rilevato un patrimonio netto di 22 miliardi di euro.
Per quanto riguarda l’avanzo di amministrazione, nel 2012 è passato dai 60,3 miliardi del solo Inps ai 55,6 miliardi del Super-Inps.
 
Per il presidente, Antonio Mastropasqua (nella foto), il rosso «non mette a rischio il sistema». Anche per il ministro del Welfare, Enrico Giovannini, con la «Riforma il sistema è sostenibile sul lungo termine».
Sale la spesa pensionistica in rapporto al Pil, ormai al 15,8% del Pil, anche se per quasi la metà degli oltre 15 milioni di pensionati l’assegno vale meno di 1.000 euro, e per circa un terzo è invece compreso tra i 500 e i 1.000 euro.
 
Nel dettaglio dei trattamenti pensionistici, il 14% degli individui (2,2 milioni) riceve una o più prestazioni per un importo inferiore ai 500 euro mentre il 31% (4,9 milioni) ottiene pensioni comprese tra 500 e 1.000 euro.
Un ulteriore 25% di beneficiari (3,9 milioni) percepisce redditi compresi tra 1.000 e 1.500 euro mensili e il restante 30% (4,7 milioni) riceve pensioni di importo mensile superiore a 1.500 euro.
Il reddito pensionistico medio mensile è di 1.269 euro (1.518,57 euro per gli uomini e 1.053,35 euro per le donne).
Il 73% dei percettori prende una sola pensione per un valore medio mensile di 1.196 euro (media tra 876 euro per le donne e 1.486 euro per gli uomini); il restante 27% cumula due o più pensioni con un reddito medio di 1.468 euro al mese.
 
L’importo medio mensile delle prestazioni previdenziali Inps è di 881 euro, quello delle pensioni ex Inpdap è di 1.725 euro e quello delle pensioni ex Enpals di 1.175 euro.
A determinare le differenze di importo fra le varie gestioni concorrono numerosi fattori quali una maggiore discontinuità lavorativa nel privato rispetto al pubblico, un maggior numero di pensioni di vecchiaia calcolate su minimi contributivi, una maggiore presenza di donne pensionate e un elevato numero di pensioni indirette liquidate nella gestione privata.
Mentre 7,2 milioni di pensionati provano a vivere con 1.000 euro al mese ci sono i  pensionati d'oro, quelli che percepiscono sopra i 90 mila euro lordi annui, sono circa 33 mila che pesano molto sul sistema pensionistico.
Il valore totale dei loro assegni sfiora i 3,3 miliardi di euro. Le pensioni d'oro in essere sono liquidate con il diseguale sistema retributivo dove la somma dei contributi non corrisponde all'entità assai più elevata delle prestazioni.
 
Infine calano le pensioni di anzianità e vecchiaia (-0,6%) così come quelle di invalidità che registrano una flessione del 6,6%: nel 2012, rispetto al 2011, si osserva una flessione generalizzata del numero delle prestazioni.
Le pensioni di vecchiaia e anzianità diminuiscono complessivamente dello 0,6% (-54.432), mentre le invalidità previdenziali e le pensioni ai superstiti scendono rispettivamente del 6,6% (-91.709) e dello 0,5% (-20.180).
 
Alberto Pattini
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