Vino. «Le cantine sociali reggono alla crisi»

Il «contro j'accuse» di Diego Schelfi e della cooperazione vinicola Entro Natale, anamnesi, diagnosi e prognosi per la cantina LaVis

Dopo la sparata dei giornali, che hanno pubblicato uno specchietto riportante la situazione economico-finanziaria di tutte le cantine sociali del Trentino, il presidente della Cooperazione Diego Schelfi, accompagnato dal vicepresidente della cantina Mezzacorona e dal presidente della Cavit, ha condotto una conferenza stampa per spiegare come, in realtà, le cooperative agricole siano più sane di quanto non le si voglia dipingere.

«Non si può scrivere che la Cantina sociale di Mezzolombardo è in difficoltà, - ci ha detto, per fare un esempio, - non solo perché non è vero, ma perché la base si rivolta per capire che cosa è stato tenuto loro nascosto.»

Risponde al vero quello che è stato pubblicato?
«Una cosa sono i dati e un'altra l'interpretazione. - Ha risposto Schelfi. - Mori, per fare un altro esempio, sta benissimo. Ma avendo fatto forti investimenti, al lettore disattento può sembrare che si sia indebitata perché va male.»

E la Cantina di Avio?
«È una grande cantina, con una base formata da agricoltori che hanno saputo reagire bene alle difficoltà. Anche Nomi ha trovato la sua strada…-»

E LaVis?
«È l'unico caso che richiede attenzione. Il Commissario ha chiesto, a una società milanese specializzata, di fare un check-up, di fare una diagnosi e di indicare le cure.»
E quando avremo le risposte?
«Prima di Natale.»

La situazione generale com'è?
«L'analisi dei bilanci 2009/10 - ha detto - evidenzia una sostanziale tenuta dei conti. Il settore si difende bene nonostante la crisi dei consumi. Su 432 milioni di investimenti (tecnici e finanziari) realizzati, l'indebitamento con le banche ammonta a 109 milioni. In media liquidate 75,52 euro a quintale, si abbassano i costi di produzione. Sul fronte occupazionale crescono i dipendenti.»

I toni apocalittici usati spesso per descrivere la situazione del comparto vitivinicolo cooperativo in Trentino, dunque, non troverebbero riscontro nei numeri?
«Analizzando i bilanci delle cantine sociali (escluso LaVis che, come abbiamo detto, è in via di definizione) consentono di fotografare un settore in recupero, che reagisce con tenacia alla crisi con i propri mezzi.»

Dai bilanci si ricava l'immagine di un settore in equilibrio con i conti, con il giusto rapporto tra debiti bancari e fatturato, che ha investito molto in questi anni ma che si è mantenuto dentro i principi di una sana e prudente gestione.

A parte le eccezioni, ampiamente note, che tuttavia non inficiano il risultato complessivo, e denotano, anzi, un deciso miglioramento dei loro conti.

Il valore liquidato ai soci si mantiene su livelli dignitosi, anche se è inferiore rispetto all'anno scorso (in media 75,5 euro a quintale contro 82). Il settore è stato impegnato in un grande sforzo nel contenimento dei costi di produzione, che infatti mediamente scendono da 36 a 32 euro a quintale.

Sul fronte occupazionale, non solo il settore ha mantenuto i livelli precedenti ma ha incrementato la forza lavoro, senza far uso degli ammortizzatori sociali.
«Il sistema cooperativo, deve essere unito e forte. - Ha concluso Dego Schelfi. - Siamo consapevoli che il territorio dipende da noi e noi dal territorio. Sappiamo dove migliorare, dove dobbiamo agire per dare ai nostri contadini la giusta remunerazione.»

Per quanto riguarda il piano provinciale?
«Ci sono cose condivisibili che però richiedono tempo per essere attuate. Non si può chiedere agli agricoltori di fare un cambio di rotta in quattro e quattr'otto. Altre invece sono da ripensare, perché i mercati vanno affrontati nella maniera giusta, e i nostri vini sono presenti in molti segmenti e fasce di prezzo. Chiediamo di essere ascoltati, perché rappresentiamo ampiamente il territorio e la storia di questo Trentino significativi.»

Adriano Orsi, anche in qualità di presidente di settore in Fedagri-Confcooperative, ha parlato della pesante situazione in cui versa il vino in Italia, con la prospettiva di 6-7 milioni di ettolitri in eccedenza su un totale di 45 milioni di produzione.
I consumi stanno scendendo sotto i 40 litri all'anno per persona, quando solo una ventina di anni fa erano oltre i 100.

Luca Rigotti, vicepresidente delle Cantine Mezzacorona e componente del comitato esecutivo della Federazione, ha parlato anche del piano di rilancio del settore su cui sta lavorando la giunta provinciale, esprimendo forti perplessità sul dossier preparatorio della Fondazione Mach, e auspicando un coinvolgimento della cooperazione per ciò che rappresenta in termini di storia, presenza sul territorio e peso economico.

GdM

Ed ecco in dettaglio l'analisi dei bilanci effettuata dal settore cooperative agricole della Federazione e presentata dal responsabile Michele Girardi.

Gli investimenti effettuati dalle cantine sociali (esclusa LaVis) ammontano a 432 milioni di euro (costo storico degli investimenti tecnici e finanziari), saliti del 7,88% rispetto all'anno prima, a fronte di un patrimonio netto di 109,6 milioni di euro (cresciuto del 6,85% rispetto ai 102,6 milioni dell'anno precedente). L'indebitamento bancario risulta attualmente di 109 milioni (+ 7,47%, in linea con l'incremento degli investimenti).

Oltre alle cantine di primo grado, il consorzio Cavit e Nosio spa (che insieme hanno un patrimonio netto di 124,4 mln di euro e un fatturato di 235 milioni) da soli hanno effettuato investimenti per 347 milioni di euro, cresciuti nell'ultimo anno del 10% rispetto all'anno prima.
Per contro, i debiti bancari sono passati da 91,8 a 78,4 milioni di euro, con una diminuzione del 14,5%.

Se si considera il dato complessivo (cantine di primo grado compresa LaVis anno 2008/09, Cavit e Nosio), gli investimenti effettuati ammontano a 889 milioni di euro (+8%), a fronte di un patrimonio netto di 269,3 milioni (+3,74%) e un fatturato di 427,4 milioni (+0,13%).
I debiti verso le banche ammontano a 225 milioni di euro, in diminuzione del 2,5% rispetto ai 230,7 mln dell'anno precedente (da questi calcoli sono escluse le partecipate delle cantine LaVis e cantina sociale di Trento).

I debiti bancari sono circa la metà del fatturato (52%).
L'anno precedente i debiti con le banche erano il 54% del fatturato.
Il rapporto tra patrimonio e investimenti tecnici netti risulta essere del 71,5%.