LaVis: nulla essendo cambiato, scatta il commissariamento
Lunedì il timone dell'azienda passerà nelle mani di Andrea Girardi

Marco Zanoni, Amministratore Delegato della La-Vis.
Le banche creditrici della Cantina La Vis hanno dato risposte di varia natura, ma sostanzialmente il parere che si legge è negativo. Due casse, tra le quali quella di Salorno, hanno dato parere positivo, mentre cassa Centrale Banca e Cassa di Trento (hanno lo stesso presidente Fracalossi) hanno dato parere negativo.
Situazione imbarazzante per la cassa di Lavis-Val di Cembra, perché si trova nelle stesse condizioni in cui versavano le banche nazionali italiane in seguito alla crisi del ’29. Come si ricorderà, le grandi banche avevano acquistato importanti pacchetti delle società industriali più importanti del paese, sicché quando si è verificata la Grande Crisi, si sono trovate nell’assurda situazione di dover esigere i propri crediti da società che erano loro.
Fatte le debite proporzioni, la Cantina La Vis e la Cassa Rurale di Lavis e val di Cembra hanno sostanzialmente gli stessi soci. E dato che la cassa si è impegnata pesantemente nella vicenda della Cantina proprio per questo, ora si trova costretta a prendere decisioni che non staranno bene a nessuno.
Buona parte dei soci della Cassa di Lavis che hanno interessi nella cantina, per protesta hanno chiesto la recessione da socio e la chiusura dei conti.
Stando così le cose, lunedì il commissario nominato dalla Provincia, Andrea Girardi, assumerà il controllo della cooperativa, i cui organi sociali sono azzerati.
Il presidente della La Vis Matteo Paolazzi ha lamentato come non siano stati presi in considerazione i miglioramenti della situazione avvenuti da quando ha avviato il suo corso.
Il presidente della Cassa rurale di Lavis Valle di Cembra Ermanno Villotti ha deplorato la decisione emotiva dei propri soci che vogliono recedere, precisando che li comprende ma che non stanno facendo il proprio interesse.
Dalla Provincia nessun commento. La decisione era stata presa quindici giorni fa in tutta serenità nel rispetto della legge e quanto accade è la naturale evoluzione di una situazione che esorbita le competenze dall'Amministrazione Provinciale.
Cosa accadrà adesso è facilmente ipotizzabile, anche se in una procedura concorsuale nulla è mai scontato.
Il Concordato di mantenimento, come viene definito quello che verosimilmente potrebbe accadere alla La Vis, prevede una ristrutturazione dei debiti e la restituzione dell’attività agli aventi diritto quando la situazione dovesse migliorare.
Se così stanno le cose, la ristrutturazione dipenderà nuovamente dalla disponibilità delle banche, che come abbiamo visto dipendono anche loro da precise disposizioni degli organi di controllo nazionali.
Ma, comunque la si voglia vedere, il risanamento dell’azienda passa solo dal mercato. Se torna a vendere generando ricavi superiori ai costi (compresi quelli finanziari per interessi e quote), allora può fercela. Su questa strada l’amministrazione della cooperativa stava lavorando a pieno ritmo. Certo la crisi del rublo non ha favorito l’insorgere del nuovo mercato russo, ma i risultati presentavano comunque un trend in crescita.