Bilancio Cavit in netta controtendenza sulla crisi del vino
Aumentano il fatturato e il ritirato dalle cantine. Cala l'indebitamento
Attendevamo con interesse la
presentazione del bilancio Cavit, proprio perché rappresenta la
portante del vino trentino.
E sono positivi i dati per la cantina di Ravina, che anzitutto
aumenta significativamente il ritirato dai soci, ma che rafforza
anche la solidità finanziaria e che porta il fatturato a 136,1
milioni di Euro, con una crescita di circa il 6% sull'esercizio
precedente.
Fatturato a 136,1 milioni di Euro con un +6% rispetto ai 128,6
milioni di Euro nel passato esercizio (+7,5 milioni di euro in
valore assoluto).
L'utile netto è di 1,1 milioni di euro, stabile rispetto allo
scorso anno.
Rafforzata la posizione finanziaria.
Significativo l'aumento del prodotto ritirato dalle cantine sono le
principali risultanze dell'ultimo esercizio per Cavit.
Particolarmente significativa è la costante riduzione
dell'esposizione debitoria della cantina che da 30,8 milioni di
euro passa a 23,4 milioni di euro, con una ulteriore riduzione del
25% rispetto allo scorso anno.
Nel comunicato stampa si conferma, a ragione, tra le realtà più
«virtuose» del sistema vinicolo italiano per stabilità.
Nonostante il perdurare delle difficoltà dei mercati
internazionali, inoltre, il consorzio di Ravina ha ritirato dalle
cantine socie quasi il 20% di prodotto in più rispetto all'anno
precedente.
Questo significa che i soci oggi conferiscono a Cavit oltre l'80%
della propria produzione totale. Altro dato particolarmente
significativo in questo momento.
Di grande soddisfazione inoltre sono i risultati ottenuti sulla
qualità dei prodotti che hanno vinto nel corso dell'esercizio
importanti premi, dal Premio Vinitaly ai riconoscimenti
internazionali sul mercato UK.
Confermati anche gli investimenti in ricerca e sviluppo per
proseguire le attività compiute con la Fondazione «Edmund Mach»
(Istituto Agrario di San Michele all'Adige), che prevedono
l'approfondimento di temi viticoli, chimico-enologici e
microbiologici articolati come la ricerca e la sperimentazione in
campo enologico, viticolo e di sperimentazione microbiologica,
nonché l'iter della formazione dei tecnici direttamente nelle
cantine.
Sempre in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach si è
completato il primo ciclo di formazione dei tecnici sulle pratiche
di potatura per tutelare l'invecchiamento delle piante con i
«Preparatori d'uva».
Ottimi risultati anche per quanto riguarda l'attenzione
all'ambiente.
Cavit ha visto riconfermate le certificazioni ottenute lo scorso
anno, in particolare la norma internazionale UNI EN ISO 14001:2004
per i sistemi di gestione ambientali che, complementare al Sistema
Qualità della cantina, consente un «Sistema di Gestione Integrato
Qualità-Ambiente», una certificazione che garantisce il rispetto
dei più elevati standard ambientali del complesso produttivo.
Confermata anche l'adesione ai due standard Internazionali per le
industrie alimentari BRC (British Retail Consortium) e IFS
(International Food Standard).
Per quanto riguarda l'impegno ambientale infine, nel corso
dell'assemblea sono stati evidenziati i risparmi assoluti in
termini energetici ottenuti grazie all'impianto di produzione a
tecnologia fotovoltaica che verrà potenziato e ampliato con
l'obiettivo produrre, a regime, energia elettrica da fonti
rinnovabili fino a 700.000 kWh.