Casse Rurali del Trentino e Banche non prestano più denaro
Le imprese stanno attingendo a propri capitali personali, ma in futuro? – Di A. Pattini

Nel 2012 in Italia i prestiti delle Banche alle imprese sono crollati di 38,6 miliardi di euro. Le sofferenze, cioè la non restituzione dei prestiti, invece, sono aumentate di oltre 14 miliardi, mentre i fallimenti sono cresciuti di poco (+114).
Da questa fotografia, emerge in maniera drammatica come il 2012 sia stato un anno pesantissimo per le imprese: nonostante il numero dei fallimenti sia rimasto praticamente stabile, la situazione finanziaria invece è peggiorata drammaticamente.
Con la contrazione degli ordinativi e del volume industriale, l’aumento dei tempi di pagamento e del carico fiscale, le imprese sono ormai allo stremo.
Se si aggiunge la stretta creditizia in atto e la crescente difficoltà a restituire i prestiti ricevuti la situazione è esplosiva.
Tabella dei prestiti e delle sofferenze delle imprese (fonte della CGIA) |
Prestiti bancari Nel 2012 rispetto all'anno precedente prestiti alle imprese sono crollati del 3,8% (pari a -38,6 miliardi di euro). |
Sofferenze in capo alle imprese Nel 2012 sempre rispetto al 2011 la mancata restituzione dei prestiti erogati dalle banche è aumentata di 14,1 miliardi di euro (+18,3%). Attualmente, l’ammontare complessivo dell’insoluto tocca i 91,2 miliardi di euro, cifra che, purtroppo, sembra destinata a salire. |
La difficoltà di restituzione dei prestiti da parte delle imprese in crisi, in gergo sofferenza del credito, ha portato le Banche a diminuire drasticamente i prestiti.
Non è difforme la situazione in Trentino dove anche le Casse Rurali del Trentino hanno adottato la stessa politica creditizia nazionale, cioè di non fare il loro mestiere per cui sono state istituite (prestare denaro) ma di pensare al proprio tornaconto per sopravvivere.
Anche loro hanno preferito investire in BOT o BTP gran parte dei 600 milioni di euro ottenuti di recente dalla BCE (Banca centrale europea) al tasso del 1%, perché così facendo guadagnano il 3% netto senza correre rischi.
Un tale comportamento è poco giustificabile da parte delle Casse rurali, proprio in base al loro statuto cioè di prestare denaro contante al comparto economico, oggi in crisi.
Bisogna anche affermare che i rischi, anche concreti, della non restituzione del credito, hanno fatto si che le Casse rurali si muovano con estrema cautela per evitare eventuali fallimenti.
La Provincia ha annunciato che a fine mese sosterrà una nuova manovra per sostenere il credito alle imprese per non arrestare l'economia, con la messa a disposizione di denaro che arriverà fino a 300 milioni di euro.
Ancora una volta in Trentino è la Provincia che si vede costretta a comportarsi da banca, perché le banche hanno rinunciato alla loro missione non facendo più il loro mestiere: prestare denaro.
Una tale situazione determina un grave rischio per l'economia trentina, che si blocchi completamente, che si avviti su se stessa, per la mancanza di credito.
Ora le imprese stanno attingendo a propri capitali personali, ma in futuro?
Lo scenario non è di certo dei più rosei per il 2013.
Alberto Pattini
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