Cantina di Nomi: sì alla vendita dell’immobile a Cooperfidi
L'operazione porta nelle casse della cantina 4 milioni e 400 mila euro
L'assemblea dei soci della Cantina
di Nomi, riunita oggi pomeriggio, ha detto sì a stragrande
maggioranza (74 voti a favore, 4 astenuti) alla vendita a
Cooperfidi (consorzio garanzia fidi della Cooperazione Trentina)
dell'immobile della sede.
Questo è il risultato di un anno di lavoro tra il consiglio di
amministrazione della cantina e lo staff di Cooperfidi.
L'operazione porta nelle casse della cantina della Destra Adige 4
milioni e 400 mila euro.
Sempre i soci hanno deliberato il contratto di affitto dello stesso
immobile, da parte di Cooperfidi alla Cantina Sociale di Nomi, ad
un canone annuo concordato pari al 3% del valore.
Altro punto all'ordine del giorno: l'avvio dell'accordo di
collaborazione da parte di Vivallis-Viticoltori in Vallagarina per
la prestazione di servizi (tecnici e amministrativi) già deliberato
dal consiglio di amministrazione.
Il presidente della Vivallis Adriano Orsi è intervenuto in
assemblea per confermare ai soci di Nomi la volontà di
collaborazione:
«Sfrutteremo tutte le sinergie possibili per abbattere i costi di
gestione, e nello stesso tempo cominceremo a ragionare su un
percorso che dovrebbe portare alla fusione.»
Un percorso per certi versi già segnato. In una prima fase la
cantina di Nomi diventerà socio di Vivallis, alla quale conferirà
l'intera produzione di uva. In seguito, ritrovato l'equilibrio
economico-finanziario di Nomi, si comincerà a parlare di fusione
con Vivallis.
Fusione invocata e auspicata anche dal presidente di Nomi Giuseppe
Delaiti, secondo cui l'accordo «potrebbe significare il passo
iniziale di un cammino destinato a concretizzarsi nella fusione tra
le due realtà vitivinicole della Vallagarina».
La Cantina di Nomi è stata fondata nel 1957 e oggi conta 170
soci.