Gina Roma, Parole scavate: Bruno Lucchi a Ca' Lozzio Incontri

Si tratta di un posto che rimane nel cuore, un posto dove si incrociano vite. Si sta con gli amici, si respira bellezza – La mostra la si potrà visitare fino al 25 agosto

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La mostra «Parole Scavate» apre alle 11.
Mancano pochi minuti.
È una domenica di giugno.
Piavon di Oderzo. «Cà Lozzio Incontri»
 
Si tratta, per me, di un posto che rimane nel cuore, dopo aver vissuto un'esperienza speciale.
È un posto dove si incrociano vite. Si sta con gli amici. Si respira bellezza.
Un'isola protesa verso il mondo dell'arte.
Con il passare dei minuti le persone entrano, timidamente.
 

 
Lo sguardo è carico di curiosità.
C'è chi sfoglia l'album con le foto della mia mostra di 26 anni fa. Un bel ricordo.
C'è chi fotografa col cellulare le opere esposte sul tavolo al centro del salone:
Elmi. Foglie. Volti. Mani.
Chi, seduto su uno dei tanti divani colorati, osserva le formelle che tappezzano le pareti.
  

 
È ora.
La sala si è riempita.
Vorrei ringraziare ogni singola persona. Lo faccio, in silenzio, dentro di me.
Pier Appoloni fa gli onori di casa.
Dà il benvenuto.
 

 
Racconta l'incredibile avventura dell'Associazione.
La sintetizzo in due numeri.
33 - gli anni di attività.
274 - gli «incontri» organizzati ad oggi.
 

 
Poi è il turno di Boris Brollo per l'intervento critico:
«Bruno Lucchi ci racconta che un incontro con un verso scritto su di un muro in Orgosolo e riferito al drammaturgo tedesco Bertolt Brecht, “Beato il Paese che non ha bisogno di Eroi”, lo ha talmente scosso da fargli pensare a delle opere collegate alla guerra del Centenario che si stava vivendo, come quello della Prima Guerra Mondiale del 1915/18.
Quindi il suo moto d'animo prima, e artistico poi, è partito da un verso poetico, cioè da delle parole ed a queste si è voluto appigliare per costruire le sue immagini, e chi se non il poeta soldato per eccellenza: Giuseppe Ungaretti poteva dare la stura alla sua vena poetica...»
 

 
Il microfono che mi ritrovo tra le mani mi fa capire che tocca a me.
A Beppo Tonon, Presidente dell'Associazione, e Cesco Magnolato, direttore artistico, assente giustificato, rivolgo i miei ringraziamenti.
Dopo 26 anni mi hanno voluto di nuovo qui per una mia esposizione.
Poi il pensiero va ad una donna: Gina Roma.
E' lei che, nel 1993, mi aveva voluto qui.
Gina è stata una donna di una vitalità prorompente.
 

 
Nel mio libro più caro, «I sapori dell'Arte», un libro di ricette e ricordi, racconto di incontri avuti con Maestri dell'arte contemporanea, che ho avuto la fortuna di frequentare e condividere amicizia.
Così scrissi di Gina.
«Nel 1993 ero a Ca' Lozzio a Piavon di Oderzo in compagnia di Luigi Serravalli, che doveva presentare la mia esposizione.
Si trattava della mostra più importante del mio primo periodo artistico, prestigiosa sia nel numero di opere d'arte esposte, sia per le installazioni che occupavano tutto il giardino.
 

 
Durante il sopralluogo con il critico nella sede dell'esposizione, ci aveva raggiunti Gina Roma, raggiante, che aveva esclamato: «Dov'è lo sposo?».
L'amica pittrice aveva paragonato l'inaugurazione della mia mostra ad Oderzo al mio matrimonio con il mondo dell'Arte, cosa che mi aveva divertito ed emozionato assai.
Ripensando a Gina in quell'occasione, ricordo la fermezza con cui aveva rifiutato il microfono che Serravalli le aveva gentilmente porto.
 

 
Gina Roma, donna dal carattere forte e combattivo, era il direttore artistico dello spazio culturale «Cà Lozzio Incontri».

In seguito l'avrei rivista in più occasioni: ancora Cà Lozzio, nel 1994, quando Graziella aveva collaborato alla mostra personale di Riccardo Schweizer; poi a Villa Altan a Campomolino di Gaiarine, nel 1997, dove aveva presentato una mia esposizione.
Tra le mostre organizzate dalla Galleria Falchi, in collaborazione con l'Azienda per il Turismo dell'Alta Valsugana - Regione Trentino, nel Palazzo delle Terme a Levico Terme, dove ormai era un'artista famosa, perché più volte aveva diretto la sezione pittura all'interno del prestigioso concorso nazionale 50 e più.
 

 
In occasione della sua mostra personale a Levico Terme, Gina Roma era ospite a casa nostra.
Graziella le aveva preparato uno dei miei piatti preferiti, ricetta «rubata» a un'osteria sul delta del Po qualche anno prima: capesante gratinate.
 
La mostra la si potrà visitare fino al 25 agosto.
Mi sono ispirato ai versi del poeta Giuseppe Ungaretti per realizzare le mie opere.
Sarebbe bello che nella mente del visitatore risuoni questo verso:
«M'illumino guardando.»

Bruno Lucchi
Via Marconi,87 - 38056 Levico Terme – Trento
[email protected]
+39 (0)461 707159 studio - +39 329. 8632737
www.brunolucchi.it
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