«La crisi più grave degli ultimi 70 anni: nulla tornerà come prima»
Questa ventata di pessimismo è venuta dal rappresentante italiano nel FMI Arrigo Sadun, all'apertura di una nuova filiale di Cassa Rurale
Quando l'avevamo detto noi tre anni
fa, allo scoppio della crisi finanziaria, non solo non siamo stati
creduti, ma siamo stati tacciati di esagerato pessimismo, che in un
momento come quello era da tenere da parte.
Forse era da tenere in serbo per chi, con il senno di poi, avrebbe
potuto esprimere una ventata di pessimismo in un momento in cui
tutto il paese dovrebbe invece ammainare la tormentina e issare
tutte le vele.
Quindi parlò Arrigo Sadun
«Chi pensa di ricomporre il vaso rotto dalla crisi con gli stessi
cocci, può risparmiarsi la fatica. Occorre ripensare al modello di
economia e di società che ha mostrato di non essere più
sostenibile.»
Parola di Arrigo Sadun, direttore del Fondo Monetario
Internazionale per l'Italia, uno dei 24 membri che siedono nel
board dove si prendono le decisioni più importanti in
rappresentanza di 137 paesi.
Sadun, che fino al 2005 è stato direttore analisi del ministero del
Tesoro italiano, è stato l'ospite d'onore al convegno che ha
preceduto l'inaugurazione del ventesimo sportello della Cassa
Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella in terra bresciana, a
Villanuova in Valsabbia.
Al convegno hanno partecipato anche il prof. Ugo Morelli, docente
di psicologia del lavoro, e il confindustriale Giuseppe Pasini,
presidente di Fedeacciai con origini in Valsabbina.
«Nulla tornerà come
prima»
Anche questo lo avevamo detto tre anni fa, ma Sadum lo dice adesso,
dal suo punto privilegiato di osservazione.
«La crisi non è affatto finita, la ripresa in atto è molto
stentata, soprattutto nei paesi avanzati, - ha affermato Sadun, - e
la difficoltà della ripresa fa sì che i rischi di possibili
ricadute siano sempre possibili.»
«Gran parte della confusione e sensazione di insicurezza che si
sono create - ha aggiunto, - riflette il fatto che la crisi è stata
di una gravità eccezionale, e gli schemi di interpretazione che di
solito vengono applicati in situazioni analoghe non funzionano
più.»
Sadun è ricorso a una simbologia originale per descrivere
l'andamento della crisi.
Non lettere dell'alfabeto come V o U, ma bensì
una tinozza vittoriana, di quelle con una sponda ripida, il fondale
e la sponda opposta più bassa e meno pendente.
«Ecco, quella sarà l'uscita, una crescita lenta che si fermerà ad
un livello inferiore da dove è partita.»
Le conseguenze non saranno solo economiche e finanziarie, parola di
Morelli e Pasini.
«Dovranno cambiare i comportamenti perché sono cambiati i
presupposti.» - ha affermato Morelli.
«Il rischio più grande è quello di un deperimento del capitale
umano. - Ha affermato invece Pasini - Un quarto dei giovani è
disoccupato, e non riusciamo a garantire il ricambio generazionale
nelle aziende.»
Pasini, che rappresenta un settore particolarmente colpito dalla
crisi, con il 35% in meno di produzione e punte di meno 60% di
fatturato.
Una situazione di gravità particolarmente sentita nel
bresciano.
Il ventesimo sportello della Cassa Rurale
La Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella apre lo sportello
più a sud del proprio territorio. In Valsabbia c'è da 26 anni, il
primo è stato a Bagolino, quello di Villanuova è l'ottavo.
I clienti valsabbini rappresentano ormai un quarto del giro di
affari, la cooperazione trentina da queste parti è conosciuta ed
apprezzata.
Il presidente Bruno Martinelli ha spiegato che la Cassa Rurale
(l'unica a Villanuova) promuove la crescita economica e sociale
delle comunità in cui opera.
All'inaugurazione, oltre ai vertici dell'istituto a partire dal
presidente Martinelli, il vice Giuliano Beltrami, il direttore
Davide Donati, hanno partecipato il sindaco Ermanno Cominciali, il
presidente della comunità montana Ermanno Pasini, l'assessore alle
attività produttive della provincia di Brescia Giorgio Bontempi, il
presidente della Cooperazione Trentina Diego Schelfi e di Cassa
Centrale Banca Giorgio Fracalossi.
La Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella
È il quarto istituto di credito cooperativo in Trentino per masse
intermediate (1,21 miliardi di euro). Presente con 20 sportelli,
distribuiti tra la provincia di Trento (12) e quella di Brescia (7)
e 120 dipendenti, La Cassa Rurale soddisfa le esigenze di 7.100
soci e oltre 21.000 clienti. 2700 soci vengono dalla Valsabbia.
Frutto della fusione tra la Cassa Rurale di Darzo e Lodrone,
fondata nel 1902 e la Cassa Rurale Giudicarie Paganella, nata a sua
volta nel 1988 dalla Cassa Rurale di S.Lorenzo e Andalo (1895) e
dalla Cassa Rurale di Bleggio Inferiore (1900), nel corso della sua
storia ultracentenaria
Nel 2009 La Cassa Rurale ha investito nel territorio oltre 360 mila
Euro sottoforma di contributi di beneficenza e sponsorizzazioni e
125 mila Euro in iniziative formative dedicate a soci e
clienti.