Castagna, un autunno da protagonista sulla Vigolana

Un frutto di grande ricchezza ed ecletticità, che non smette mai di stupire, celebrato alla 13ª Festa della Castagna della Valle del Centa a Centa San Nicolò

È la buccia il punto di forza e la salvezza della castagna, la sua durezza e impenetrabilità la protegge e preserva dagli agenti esterni e dai trattamenti chimici rendendola di fatto la regina dei prodotti biologici, perfetta per l’alimentazione dei celiaci.
Nutriente e ricca è uno dei pochi frutti a potersi definire «completamente naturale» e a lunga conservazione senza utilizzo di additivi.
Le castagne sono facilmente digeribili – meglio bollite che arrosto – e contengono un ricco patrimonio di sostanze nutritive. Sono una vera miniera di potassio, ricche di amidi e zuccheri complessi.
Sono in grado di aumentare la resistenza alla fatica e migliorare le capacità lavorative, indicate nelle diete di giovani, sportivi e persone che praticano attività fisica.
La cultura popolare vuole che tenendo una castagna in tasca non ci si ammali mai di raffreddore, gli studi scientifici lo negano, ma è indubbio che mangiare castagne rinforzi il sistema immunitario, grazie al rilascio di importanti sali minerali quali fosforo,magnesio, calcio, ferro e vitamine.
 

 
Il Consorzio Turistico Vigolana celebra le proprietà della castagna con la 13ª Festa della Castagna della Valle del Centa a Centa San Nicolò, dove sono state organizzate escursioni, laboratori ed imperdibili degustazioni.
«Nel territorio della Valle di Centa sono stati censiti 850 castagni secolari, oltre 200 dei quali sono stati completamente recuperati, – dichiara Enrico Ognibeni Presidente dell’Associazione Castanicoltori di Centa. – un patrimonio che caratterizza il panorama e la vita economica del territorio specie in momenti in cui il turismo si dirada. Il recupero del bosco nella sua forma coltivata è un sintomo di buona salute della comunità.»
 
Il castagneto era considerato un patrimonio familiare, tanto che nelle tavole catastali gli appezzamenti erano valutati più del pascolo e denominati «orto-castagno».
La castagna era considerata un alimento indispensabile nei periodi invernali anche perché era un sostituto del pane e dei cereali, difficilmente coltivabili in quota.
Prima della scoperta delle Americhe e l’arrivo di mais e patate, era l’ingrediente principale delle tavole più povere.
Con le castagne si sostentavano tre categorie di persone: il proprietario del fondo, chi lo lavorava e coloro che potevano aspettare Ognissanti, il giorno in cui tutti potevano avere accesso al castagneto a «nar spigolar» le castagne sfuggite alla raccolta.
 

 
«Albero del pane» come lo cita Senofonte, o «pane dei poveri» come lo vuole la tradizione popolare, in realtà il castagno ed il suo frutto hanno costituito un valido supporto economico ad una fiorente industria.
Il castagno originario dell’Asia minore venne diffuso dai greci e successivamente dai romani in tutta l’area mediterranea e nell’Europa centrale fino all’Inghilterra, per il suo legname adatto a costituire travature, pali per il sostegno della vite e tannino per la concia delle pelli.
Nei secoli i castagneti hanno modificato il paesaggio collinare e montano di tutta Europa, divenendo uno dei simboli della dominazione romana.
Nel Medio Evo i monaci benedettini ne incrementarono la diffusione grazie alla spinta data da Matilde di Canossa, che lo riteneva un frutto indispensabile per l’alimentazione, ed ideò un criterio con cui coltivare i castagneti grazie ad una disposizione modulare delle piante (sesto matildico).
Bollita, arrostita, in purea, seccata, macinata e trasformata in farina, la castagna può essere utilizzata in innumerevoli ricette dolci e salate.
Consumata fresca o conservata sotto forma di confettura può essere disponibile per tutto l’arco dell’annata.
Anche il miele di castagno è un prodotto di grande rilevanza, sia per le qualità terapeutiche che per il sapore deciso che lo fa abbinare perfettamente con formaggi freschi o stagionati.
In Cina per questa duttilità d’impiego e reperibilità nell’annata, rappresenta il simbolo della previdenza.
 

 
L’Altopiano della Vigolana per celebrare le peculiarità di questo frutto ha scelto una formula interessante che evidenzia le caratteristiche di un territorio rurale vocato ad agricoltura e turismo, attivando una sinergia con altre due feste dedicate alla castagna a Pergine Valsugana ed a Roncegno Terme.
Sabato 20 e domenica 21 ottobre escursioni, degustazioni, laboratori per grandi e piccoli, pranzi e musica animeranno le strade e le piazze di Centa San Nicolò con un Pranzo del Castanicoltore che si annuncia come il momento topico della domenica.
Le casette dei sapori daranno occasione ai produttori locali, in entrambe le giornate, di mettere in mostra e far degustare le prelibatezze tipiche dell’Altopiano, ponendo in primo piano i prodotti dolci, salati o confetture a base di castagne.
 
Sabato 20 ottobre si terranno un trekking ed un laboratorio di conoscenza ed abbinamento di castagne e vini locali.
«Abbiamo svolto una ricerca sui vini prodotti nelle aree dove vengono coltivate anche castagne, abbinandoli abbiamo scoperto in entrambi sentori e componenti organolettiche che ne costituiscono la ricchezza e la peculiarità, – dichiara l’agronomo Stefano Delugan. – Ogni area e ogni terroir si differenzia per conformazione, composizione chimica dei minerali, piante spontanee e fauna, ed è questo che vogliamo evidenziare, sia con col laboratorio che con la passeggiata nei castagneti. Vogliamo anche sottolineare che questa della Valle del Centa è l’ultima Alpe del Trentino con identità e caratteristiche proprie e ribadire gli innegabili legami tra territorio e prodotti.»
Visto il grande successo della scorsa edizione tutte le attività sono disponibili solamente su prenotazione, per il programma completo ed i dettagli della 13ª Festa della Castagna della Valle del Centa consultate il sito www.eventivigolana.com
 

 
Alcuni rapidi consigli e curiosità.
Per conservare le castagne fino ad un paio di mesi mettetele in acqua per 24 ore rimestandole ogni tanto e scartando quelle che risalgono a galla.
Asciugate accuratamente le restanti e conservatele in un luogo non umido.
Per spellare agevolmente quelle bollite, aggiungere in cottura un cucchiaio d’olio d’oliva.
Le castagne arrostite, una volta spellate, si conservano benissimo anche congelate.
L’odiosa tassa sul macinato non si applicava alle castagne macinate in proprio e questo ne ha consentito una diffusione più capillare.
Il frutto del castagno in realtà è il riccio, mentre le castagne ne costituiscono i semi.