«Cura alla malattia di Parkinson: nuove rivoluzionarie terapie»

Il convegno promosso il 17 novembre dall’Unione Parkinsoniani Verona è finalizzato a informare malati, familiari e medici sull’evoluzione delle terapie

Si parlerà delle nuove frontiere della ricerca applicate alla malattia di Parkinson nel convegno che l’Unione Parkinsoniani Verona ha in programma sabato 17 novembre (a partire dalle 10) presso il Centro Stimmatini Verona, in via Cavalcaselle.
Relatrice dell’incontro è la dottoressa Laura Bertolasi della Clinica neurologica dell’ospedale di Borgo Roma che si soffermerà sul tema «Attacco e cura alla malattia di Parkinson: nuove rivoluzionarie terapie».
 
«Le novità riguardanti la ricerca delle cause della malattia di Parkinson e della sua terapia sono sempre attese sia da parte degli ammalati che dei caregiver e dei medici che se prendono cura», sottolinea il presidente dell’Unione Parkinsoniani Verona, dottor Gianluigi Veronesi.
Proprio in quest’ottica l’associazione prosegue la serie di appuntamenti rivolti alla cittadinanza per divulgare una corretta ed esauriente informazione su tale patologia neurodegenerativa che sopra i 60 anni colpisce l’1-2% della popolazione; percentuale che aumenta fino al 3-5% tra gli over 85.
 
«Le terapie fino ad oggi impiegate per trattare il Parkinson sono sintomatiche. Si propongono cioè di trattare i sintomi della malattia senza poter interferire in alcun modo con la causa e la progressione delle alterazioni patologiche», anticipa la neurologa.
«Alcuni anni or sono l’impianto di cellule staminali sembrava rappresentare la più promettente delle soluzioni terapeutiche: scelta che si è rivelata essere, in seguito, troppo ricca di effetti collaterali tanto importanti da superare anche gli effetti desiderati.»
 
Tuttavia la ricerca, sempre attiva in questa direzione, prospetta rivoluzionarie novità terapeutiche nella cura della patologia tanto da lasciar prevedere che, entro poco tempo, sarà possibile interferire con le cure sull’esordio e la progressione del Parkinson.
«La ricerca – conclude Bertolasi – è finalizzata in particolare all’interferenza sulla genetica e a combattere attraverso la via immunologica la formazione e l’accumulo della proteina alfa-sinucleina evitando in questo modo la tossicità neuronale che è alla base della malattia.»
 
L’alfa-sinucleina riveste infatti un ruolo fondamentale nello sviluppo del Parkinson: si introduce nelle cellule e le danneggia, come se fosse un virus.
Se da un lato contribuisce al normale funzionamento dei neuroni sani, nei pazienti parkinsoniani si aggrega in ciuffi che portano alla morte dei neuroni nella zona del cervello responsabile del controllo motorio.
Per informazioni rivolgersi alla sede dell’Unione Parkinsoniani Verona che è aperta ogni martedì e giovedì dalle 15.30 alle 17.30; chiamare i numeri 045.597351 e 340.3780097 o scrivere a [email protected].