«Conflitto, pace, costruzione dello Stato e istituzioni locali»
Primo convegno da oggi a Trento sul come intervenire nelle crisi internazionali
Da circa 20 anni organizzazioni multilaterali come le Nazioni Unite - spesso in partnership con istituzioni economiche quali il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale - organizzazioni regionali, agenzie governative e organizzazioni non governative hanno intensificato le proprie attività nelle aree di conflitto e post-conflitto.
Tutti questi attori internazionali hanno operato principalmente per sostenere la transizione dalla guerra alla pace, e – in questo sforzo – si sono sempre più impegnati per facilitare il lento consolidamento di istituzioni democratiche e per contribuire alla creazione di economie di mercato, secondo i principi liberali prevalenti dalla fine della Guerra Fredda.
Nella maggior parte dei casi, tuttavia, queste transizioni sono state solo parziali o incomplete se non addirittura fallimentari, funzionando da preludio a nuove fasi di instabilità politica e conflitto armato.
Primo convegno nazionale domani, giovedì 1 marzo, e venerdì 2 a Trento, «Come intervenire nelle crisi internazionali?».
Studiosi, cooperanti e operatori a confronto su «Conflitto, pace, costruzione dello
Stato e istituzioni locali».
«Conflitto, pace, costruzione dello Stato e istituzioni locali» è il titolo del primo convegno nazionale dedicato al ruolo che agenzie internazionali, governi, ong e società civile svolgono nelle crisi internazionali.
Organizzato dalla Scuola di Studi Internazionali dell'Università di Trento e dal Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale di Trento, l'evento si svolgerà domani, giovedì 1, e venerdì 2 marzo nella sala conferenze “Alberto Silvestri” della Facoltà di Economia (via Inama, 5).
Sedici gli interventi in programma di studiosi provenienti da varie università italiane, e di cooperanti impegnati in Paesi in guerra o nella ricostruzione post-bellica, dall'Afghanistan all'Iraq, dal Burundi all'Etiopia fino al Medio Oriente e ai Balcani.
Quattro le aree tematiche in cui si articola il convegno: Agire nelle crisi. Tra peacekeeping e peacebuilding; Uscire dalle crisi.
Tra peacebuilding e state-building; Costruzione dello Stato e Istituzioni locali; Costruzione dello Stato e impatto della cooperazione internazionale.
Durante tutta la durata del convegno sarà inoltre aperto uno spazio espositivo dove una decina di organizzazioni non governative presenterà l’esperienza dei propri interventi di cooperazione.
In apertura dei lavori una sessione con ospiti internazionali, tra cui Stephan Massing (responsabile per l'OCSE del gruppo di lavoro su conflitto e fragilità degli Stati), Thania Paffenholz (ricercatrice tedesca che lavora per l'Istituto di studi internazionali e dello sviluppo di Ginevra, e che è stata coinvolta in numerose operazioni di pace, in particolare nei processi di mediazione in Mozambico, Angola, Somalia, Afghanistan, Nepal e Sri Lanka), Koenraad Van Brabant (dirige il centro studi di Interpeace, una tra le più importanti ong, con sede in Svizzera, che lavora sui temi relativi al peacebuilding) e Giuseppe Nesi (professore ordinario di Diritto internazionale all’Università di Trento e già esperto giuridico della Rappresentanza permanente d'Italia all’ONU).
Questa prima sessione (l’unica in lingua inglese) sarà dedicata ad approfondire il dibattito su State-building e peacebuilding.
In conclusione, invece, una tavola rotonda che ospiterà alcune delle espressioni nazionali e locali più importanti nella ricerca e azione sui temi della pace, tra cui Filippo Andreatta, di recente incaricato dalla Fondazione Bruno Kessler di avviare un apposito centro di ricerca, Michele Nardelli, presidente del Forum Trentino per la Pace e i Diritti umani e Massimo De Marchi, docente dell'Università di Padova, geografo ed esperto di politiche per lo sviluppo territoriale a livello locale.
«Il convegno – annunciano gli organizzatori – intende aprire la riflessione a livello italiano sulle missioni internazionali in contesti di guerra e sui processi di trasformazione dei conflitti.
Un'attenzione particolare sarà data al ruolo delle istituzioni locali, intermediarie tra Stato e cittadini nella promozione di una pace sostenibile».
I saluti iniziali saranno portati dal presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai, dal direttore della Scuola di Studi Internazionali Paolo Collini e dalla direttrice del Centro per la formazione alla solidarietà internazionale Jenny Capuano, quelli conclusivi dell'assessore provinciale alla solidarietà internazionale e convivenza Lia Giovanazzi Beltrami.