Iva Berasi e altre nove persone sospettate di irregolarità amministrative nella solidarietà internazionale
Secondo la Corte dei Conti, quasi 5 milioni di euro sarebbero stati sborsati dalla Provincia autonoma di Trento senza adeguate documentazioni contabili

Vanno subito dette due cose in premessa. La prima è che l’inchiesta avviata dalla Corte dei Conti riguarda la precedente Amministrazione Provinciale, quella in cui l’assessore in questione era Iva Berasi. Con lei, sono coinvolti anche i suoi dirigenti e il vertice della Trentini nel Mondo.
La seconda è che non si tratta (almeno per ora) di un'inchiesta penale ma amministrativa. In altre parole, se venisse accertata la responsabilità di quanto sostenuto dalla Corte dei Conti, le persone coinvolte dovrebbero «solo» restituire le cifre contestate dalla magistratura contabile.
Ma non si tratta di cifre di poco conto, perché l’ammontare sfiora i 5 milioni di euro.
L’attività investigativa, svolta dalla Guardia di Finanza di Trento, è durata due anni ed è giunta alla conclusione di contestare alla Provincia Autonoma di Trento e alla Trentini nel Mondo Onlus un danno erariale per quasi 5 milioni di euro, segnalando alla Corte dei Conti un assessore, 3 dirigenti e 3 funzionari del Servizio provinciale per l’Emigrazione e la Solidarietà internazionale, nonché due presidenti pro-tempore dell’Associazione e un responsabile dei progetti all’estero.
Si tratta di Iva Berasi, Carlo Basani, Marco Viola, Cesare Cornella, Franca Dalvit, Dolores Gervasi, Francesco Pancheri, Ferruccio Pisoni, Ciro Russo e Alberto Tafner.
Iva Berasi non è più assessore, mentre Carlo Basani e Marco Viola sono in pensione. Gli altri attualmente si occupano di altre attività nell'amministrazione provinciale.
A tutti loro è stato inviato il cosiddetto «Invito a dedurre» e a presentare memorie e tesi difensive.
Ma cosa avrebbero combinato?
Nel corso dell’indagine, il Nucleo di Polizia Tributaria di Trento ha rilevato una serie di irregolarità contabili relative all’erogazione di circa 5 milioni di euro, per la realizzazione tra il 2004 ed il 2009 in Sud America, principalmente in Argentina e Brasile, di circa 20 progetti di solidarietà internazionale in una decine di macro aree di intervento.
Sotto la lente degli investigatori sono finiti progetti di ogni tipo, dalla viticultura in Brasile agli interventi di formazione in Paraguay, dall’edilizia abitativa in Uruguay all’assistenza domiciliare in Argentina, nonché sussidi e assegni di studio e le stesse retribuzioni del personale dell’Associazione.
In sintesi, Provincia e Associazione non avrebbero rispettato i previsti criteri di rigida rendicontazione delle spese sostenute all’estero, sino ad ammettere a rimborso anche mere autocertificazioni di spesa.
Tra i rilievi mossi, anche il fatto che i progetti sarebbero stati rinnovati per più anni senza adeguati controlli preventivi sullo stato di avanzamento e sulla sostenibilità delle iniziative finanziate o delle spese sostenute fino a quel momento.
L’indagine è partita nel 2010 in seguito ad alcune puntuali segnalazioni che hanno fatto scattare l’interesse della magistratura contabile.
Seguiti dal colonnello della Guardia di Finanza Fabrizio Nieddu (nella foto), gli investigatori hanno trovato troppe autocertificazioni e troppo pochi documenti di prova, come fatture o altro.
Sposando completamente la tesi sostenuta dalla Guardia di Finanza di Trento, in 150 pagine di «invito a dedurre», la Corte dei Conti ha invitato l’ex assessore e i dirigenti provinciali, nonché i vertici e responsabili dell’Associazione, a presentare entro 45 giorni memorie e tesi difensive.