Così i Suoni delle Dolomiti hanno ricordato Paolo Manfrini
Sulle praterie alpine di Passo Lavazé in Val di Fiemme un concerto-omaggio ai grandi nomi del jazz, protagonista lo Yamanaka Electric Female Trio

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Un trio classico con pianoforte, contrabasso e batteria. Lo Yamanaka Electric Female Trio ha fatto tappa a Passo Lavazé in Val di Fiemme per l'appuntamento odierno de I Suoni delle Dolomiti portando con sé il respiro e la visione dei grandi del jazz.
Protagonista assoluta la pianista Chiriro Yamanaka che, affiancata al contrabbasso da Ilaria Capalbo e alla batteria da Karen Teperberg, ha davvero travolto con un mare di energia, allusioni sonore, incursioni e nuove creazioni i molti presenti.
Un concerto che per molti versi ha voluto essere anche un omaggio ad alcune importanti figure della musica come ad esempio all'indimenticato pianista e musicista Michel Petrucciani, molto amato dalla jazzista giapponese ora residente a New York, materializzatosi tra gli abeti e i pascoli della Val di Fiemme proprio ad apertura di concerto nelle tipiche atmosfere e movenze della sua musica.
Ma tra gli omaggi c'è stato spazio anche per Gershwin di cui Yamanaka ha reinterpretato Summertime con lo straordinario contributo di Capalbo e Teperberg in un finale travolgente ed esplosivo. Interpretazioni, ripescaggi, veri e propri viaggi in anni di grande musica sono stati al centro anche dell'inesauribile fucina di citazioni che si è svelato essere «Take 5», tutto giocato su una linea ritmica davvero originale.
Negli omaggi - quello che ha sicuramente commosso tutti - anche quello dedicato a Paolo Manfrini, ideatore e condirettore artistico de I Suoni delle Dolomiti, appena scomparso, con il brano "When you wish Upon a Star" che dapprima malinconico e sognante, carico di attese e desideri si è infine sciolto in una gioia serena.
Non sono mancati gli applausi a sottolineare la bravura delle tre musiciste e anche per richiamarle agli strumenti a esibizione conclusa dopo un brano decisamente urbano «Living without Friday».
«L'ho composto a New York – spiega Chiriro Yamanaka – un posto decisamente diverso da questo.»
E quell'aria metropolitana la si è respirata davvero, prima nella lunga introduzione in cui la musica vive di una dimensione quasi sotterranea e poi quando sale aerea quasi a voler gareggiare con le incredibili altezze dei grattacieli della Grande Mela.
Sono stati infine molti gli apprezzamenti dell'artista per la location e la tipologia di festival e non si fatica a crederlo con l'ampio prato verde a fronteggiarla e gli abeti appena mossi da una brezza impercettibile a farle da corona.
Forse anche per questa dimensione particolare il ricordo è corso all'infanzia e il saluto finale è stato affidato a un brano giocoso, composto a soli 8 anni, sul quale tutti hanno tenuto il tempo applaudendo e intitolato, nella traduzione italiana, «Ciao».