L’elogio della poligamia può essere apologia di reato?
Mai criminalizzare le idee. Ma questa potrebbe essere un trojan horse dell'Islam...
Si ricorderà come era nata la
religione dei Mormoni. Un «profeta» dal nome tipicamente americano
di Joseph Smith, aveva ricevuto da Dio un messaggio chiarificatore
sulla fede da seguire e l'aveva scritto su un libro divenuto poi
sacro come una bibbia. Era il 1830 e il libro si intitolava
«The book Mormon» (il libro di Mormon). Migliaia di
persone si convertirono a questa nuova via di salvezza e dovettero
migrare verso l'Ovest Americano, il Far West. Si stabilirono nello
Utah e fondarono una città vicino al Gran Lago Salato e la
chiamarono infatti Salt Lake City. Tuttoggi contano ben 4 milioni
di fedeli, rappresentando così la maggioranza assoluta dello stato
dello Utah.
I più maliziosi affermano che il successo della fede mormone sia
dovuto sostanzialmente alla poligamia che tale religione non solo
tollera ma che allora anche incentivava. Situazione strana,
peraltro, in un posto che, come il West della prima metà dell'800,
aveva molti più uomini che donne, ma tant'è, la fede riesce a fare
miracoli.
Il punto singolare però sta nel fatto che più di un secolo e mezzo
dopo venne provato che il manoscritto in questione non era stato
comunicato al «Profeta» grazie ad un afflato divino. Si sarebbe
trattato invece di un romanzo che Mr. Joseph Smith aveva scritto
come una sorta di «Utopia», un mondo dove lui sognava di poter
vivere in maniera ideale per i suoi gusti.
Insomma, si trattava di un sogno.
L'altro giorno abbiamo assistito a qualcosa di analogo nel corso di
un TG messo in onda da Rai Uno nella fascia di maggiore
ascolto.
Mohamed Baha' el-Din Ghrewati, una delle "menti" dell'UCOII (la
principale associazione islamica italiana) aveva dichiarato:
«Mi fa piacere avere quattro mogli, ma se il governo non me lo
permette, allora cosa faccio? Devo farlo in clandestinità, e questo
non è giusto. Magari la legge italiana accettasse la poligamia,
così risolverebbe tanti problemi di milioni di persone, non
migliaia.»
A commento di tanta fiducia nelle capacità taumaturgiche della
poligamia ma anche della spudoratezza del personaggio in questione,
desidero riportare qui di seguito che cosa ha scritto Magdi Allam,
vice direttore del Corriere della Sera e grande esperto di
religione musulmana.
La dichiarazione - scrive Allam a pagina 38 del Corriere del 23
gennaio - «ha il merito di aver chiarito a milioni di Italiani
la strategia di estremisti islamici. Hanno iniziato col celebrare i
matrimoni islamici in seno alle moschee, attribuendogli una
connotazione religiosa e trasformandolo in sacramento, laddove nei
paesi musulmani è un contratto privatistico che si contrae e
festeggia laicamente nella casa degli sposi. Hanno invocato la
facoltà di celebrare e sciogliere matrimoni religiosi senza effetto
e rilevanza civile secondo la tradizione islamica, e quindi la
possibilità di essere poligami senza esigere riconoscimento
giuridico. Ed ora hanno compiuto un ulteriore passo avanti
chiedendo pubblicamente la legalizzazione della
poligamia.»
Insomma, la strategia sarebbe la stessa utilizzata dal Profeta
Smith che, con la favola della poligamia, era riuscito a trascinare
attorno a sé una vera e propria popolazione di fedeli.
La fine della poligamia dei Mormoni la conosciamo perché, quando si
trovarono a far parte della federazione degli Stati Uniti, essa
venne abolita, punto e basta.
Adesso ci si troverebbe davanti ad un fenomeno analogo, dove un
leader religioso sta provando ad ottenere dignità giuridica grazie
ad un risvolto patetico della condizione umana.
Ma quello che vogliamo aggiungere a quanto osservato mille volte
meglio di noi da Magdi Allam è questo. Se per una sia pure ridicola
ipotesi si dovesse pensare a un Parlamento italiano che approvi la
poligamia, ci si troverebbe immediatamente ad incontrare un
problema che i musulmani probabilmente hanno sottovalutato. Poiché
in Italia è assodato che una donna abbia gli stessi diritti
dell'uomo, dovrebbe essere concesso anche alla donne di avere un
certo numero di mariti. Con la logica conseguente che ci potrebbero
essere famiglie formate, ad esempio, da due mogli e tre mariti.
Ci piacerebbe conoscere il pensiero di un islamico convinto su
questa possibilità di poligamia femminile.
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Poscritto.
Tre giorni dopo aver scritto questo articolo, abbiamo assistito ad un dibattito molto singolare sulla poligamia messo in onda da «Domenica In» (Rai Uno). La singolarità sta nel fatto che nessuno dei presenti ha mai preso neanche nella più lontana considerazione la possibilità che sia la donna a volersi sposare con più di un uomo. Tempo perso.