Il Presidente Napolitano alla Cooperazione Trentina/ 1
Il Capo dello Stato: Il movimento cooperativo trentino «una realtà straordinaria per lo sviluppo dell'economia» La soddisfazione di Schelfi (Il filmato della visita tramite questo link) (I singoli interventi in Pagina della Cooperazione)

Invitato a tenere a battesimo il
nascente istituto europeo di studi cooperativi, il Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano ha rivolto alla cooperazione, nel suo
intervento alla sala della Cooperazione, parole di apprezzamento e
di incoraggiamento.
«La cooperazione rappresenta - ha affermato il Capo dello Stato -
una delle forme più alte di organizzazione economica, di
solidarietà sociale e di valorizzazione della persona.»
Il Presidente ha ricordato i riconoscimenti riservati alla
cooperazione dalla Costituzione e dalla legislazione italiana.
«Ritengo - ha affermato - che questi riconoscimenti
possano certamente essere discussi in piena libertà, ma non possano
in nessun modo essere cancellati. Credo che questo dovrebbe essere
un punto fermo per tutte le forze politiche, sociali e culturali
che si riconoscono nella Costituzione e che certamente non possono
aderire a delle rappresentazioni talvolta mistificatorie e volgari
della esperienza del movimento cooperativo italiano.»
Napolitano ha quindi rimarcato come la cooperazione rappresenti in
Trentino «una realtà straordinaria per lo sviluppo dell'economia e
di tante forme di servizio sociale». Il Capo dello Stato ha
concluso il suo intervento auspicando che i valori che sono alla
base della cooperazione «così importanti per la coesione sociale,
possano ispirare l'azione delle istituzioni».
L'incontro del presidente della Repubblica con i cooperatori
trentini è stato aperto dal coro della Sat, espressione di molte
voci diverse che si incontrano per creare una unica armonia, come è
nello stile della cooperazione.
Il presidente della Federazione Trentina della Cooperazione Diego
Schelfi ha salutato il Capo dello Stato ricordando il profondo
radicamento sul territorio della cooperazione trentina, forte di
170 mila soci, che nel fare impresa non fa distinzione tra successo
imprenditoriale e solidarietà. Una cooperazione che in provincia di
Trento ha accumulato un patrimonio ingente, non divisibile tra i
soci. Una ricchezza che rappresenta un bene per l'intera comunità,
che sarà lasciato in eredità alle future generazioni.
«Nei valori della mutualità e dell'indisponibilità del patrimonio -
ha affermato Schelfi - sta la diversità cooperativa. Non lavoriamo
solo per noi, ma per la società ed in particolare per la società
che è di la da venire.»
La cooperazione trentina ora si proietta verso un nuovo traguardo.
Nascerà infatti a Trento, terra che esprime numerose eccellenze di
modello cooperativo, un centro internazionale di ricerca su questi
temi.
Il Presidente della Repubblica si rivolge a Barberini e
Schelfi
«Spesso - ha affermato il prof. Carlo Borzaga presentando il
nascente Istituto europeo di studi sull'impresa cooperativa e
sociale - il modo di concepire la cooperazione da parte delle
scienze sociali, e spesso anche dalle istituzioni, è quello di un
soggetto marginale, destinato al più a ricoprire ruoli residuali e
a termine.»
Sono limiti di una teoria economica che privilegia quasi
sistematicamente una sola specifica forma di impresa, quella di
capitali.
«L'istituto - ha proseguito Borzaga - si propone di divenire un
luogo di incontro e di elaborazione veramente internazionale sulle
tematiche della cooperazione e dell'impresa sociale, con una
ambizione: mantenere l'Italia al centro della riflessione e della
progettazione su questi temi.»
La vocazione internazionale del Trentino è stata richiamata anche
dall'intervento di Ivano Barberini, presidente dell'Alleanza
Cooperativa Internazionale, il massimo organismo di rappresentanza
della cooperazione mondiale, che raccoglie 230 associazioni
cooperative con più di 800 milioni di soci.
«Il futuro della cooperazione - ha detto Barberini rivolgendosi al
Capo dello Stato - dipende dalla capacità di fare cultura, attrarre
i giovani talenti, valorizzare il ruolo delle donne, costruire
imprese produttive senza perdere l'anima.»