Cantina LaVis separa la produzione di mele da quella del vino
È il primo passo importante della strategia di rilancio della società
Si chiamerà «La Vis Mele» la nuova
cooperativa che gestirà, in totale autonomia amministrativa,
gestionale e finanziaria, il settore mele del gruppo lavisano.
L'idea, presentata ieri pomeriggio durante l'assemblea sociale,
rappresenta il punto forte della strategia di rilancio della
cooperativa, fortemente caldeggiato dal commissario Marco
Zanoni.
Un approccio che non ha colto di sorpresa i circa 400 soci
presenti, ma che, nonostante sia stato approvato pressoché
all'unanimità, non accontenta tutti.
I malumori erano nati già all'indomani della fusione con il gruppo
LaVis.
Coloro che vedono lontano avevano sin dall'inizio criticato la
disinvoltura con la quale la cooperativa vinicola aveva incorporato
i produttori d mele, giudicandola un'operazione che avrebbe finito
per distrarre risorse finanziarie e umane su un ramo d'azienda che
non rappresenta il "core business".
I fatti, alla fine, hanno confermato tali timori e i dati
illustrati in assemblea evidenziano ulteriormente le criticità che
questa forzata convivenza ha portato.
Ma ora si volta pagina.
«Il passato è passato - ha ripetuto più volte il commissario, che
ha pubblicamente rinnovato la fiducia nei confronti di Perathoner e
compagni. - Se focalizzati su un'unica area di competenza
[commerciale - NdR] i risultati del loro lavoro sono superiori alle
aspettative.»
Il voto di ieri espresso dall'assemblea, avvia di fatto l'iter che
porterà allo scorporo del settore mele in circa dodici mesi e si
concluderà con la nascita di una nuova coop.
Altro punto all'ordine del giorno sottoposto alla votazione
riguardava l'istituzione della figura del socio sovventore.
A far da apripista è stata "Promocoop", il fondo mutualistico della
Federazione Cooperative di via Segantini che, con l'apporto di un
milione di euro, si vincola per i prossimi cinque anni alla
cooperativa lavisana.
Punto più spinoso affrontato ieri da Zanoni è stato quello relativo
alla restituzione delle riserve utilizzate dal gruppo per liquidare
la vendemmia 2009.
Su una media liquidato pari a 50 euro al quintale, 25 euro sono
stati utilizzati ricorrendo alle riserve accumulate nel corso degli
anni.
Si sono adottati due diversi approcci per la restituzione. Ai soci
che hanno abbandonato la cantina è stata imposta l'immediata
restituzione di tale somma in unica soluzione. Agli altri soci, a
coloro che hanno dimostrato di credere ancora nel progetto di
rilancio del gruppo, è stata data la possibilità di restituire
l'importo in un periodo di quattro anni.
Ora il piano strategico di salvataggio e riequilibrio finanziario
prosegue, in attesa di definire con un ente pubblico già
individuato [forse l'ITEA? - NdR] la vendita del Consorzio 5 Comuni
di Lavis, per il quale i comuni di Zambana e Lavis hanno già
modificato i loro rispettivi prg.