«Sì a hotel in aree agricole, ma dopo un’analisi complessiva»

Don Chisciotte adesso prova a combattere i campi da golf e ancora una volta perde di vista i veri nemici da combattere

Sono terminate questo pomeriggio nella Prima commissione, presieduta da Carlo Daldoss (FdI), le audizioni relative alla manovra di assestamento di bilancio della Provincia.
Dopo le consultazioni di ieri, oggi sui disegni di legge 34 e 35 e sul Defp è stato sentito il parere del Cal (Consiglio delle Autonomie Locali, i sindaci) ed è intervenuto Paride Gianmoena assieme a Marco Riccadonna.
 
Cal: «Sì a hotel in aree agricole, ma dopo un’analisi complessiva»
L’intervento di Paride Gianmoena ha preso le mosse dal parere del Cal sulla strategia di legislatura dalla quale, ha ricordato, discende in larga parte il Defp.
Ha quindi ricordato l’intesa in materia di finanza locale tra Cal e Giunta che mette a disposizione delle autonomie locali un budget di 60 milioni di euro.
Una cifra, ha detto, in linea rispetto agli ultimi anni e complessivamente uguale al trasferimento 2018.
Gianmoena ha sottolineato la richiesta del Cal, nell’invarianza, di non avere trasferimenti vincolati; si passa da 40 a 60 milioni, ha proseguito, risorse libere che servono ai Comuni per far manutenzione dell’esistente, non certo per fare programmazione per il futuro.
 
Sull’articolo 42: sei mesi dopo la discussione sul ddl delle foresterie si introduce il nuovo argomento degli alberghi in aree agricole.
Bisogna per il Cal fare un ragionamento a 360 gradi, solo così si riuscirà a dare la prospettiva che merita il Trentino: fotografare la situazione attuale e i bisogni.
Gianmoena si è detto d’accordo con la necessità di aprire verso un turismo di qualità, ma bisognerebbe provare a fare un ragionamento complessivo evitando norme che arrivano una dopo l’altra.
Dopo il ragionamento, ha aperto, se necessario perché no, si può intervenire con hotel anche nelle aree agricole, ma prima serve l’analisi.
Sulla questione foresterie invece ha dichiarato che il Cal rimane sulla linea di sei mesi fa.
La realizzazione di nuovi alberghi in aree agricole, ha sintetizzato, va bene dopo un’analisi, ma almeno a cinque stelle, nelle adiacenze delle attuali zone urbanizzate, rimanendo tutto in capo al Comune.

Ci sia permesso un commento.
La proposta ci pare intempestiva, di fronte a un Grand Hotel Imperial di Levico rimasto invenduto. Ma evidentemente c'è un cui prodest che non conosciamo.
Ma, scendendo in analisi, ricordiamo che in Trentino ci sono serie difficoltà a ottenere il permesso di costruire campi da golf in «terreni improduttivi», non in terreni agricoli, ma improduttivi.

Ricordiamo quello sul terreno di riporto del Lago di cavedine, che per impedirne la costruzione era stato raccontato che sarebbe sorto sulle Marocche di Dro.
Oppure quello di Levico, che avrebbe dovuto sorgere su terreno definito «improduttivo» e di proprietà comunale. L'allora Sindaco Stefenelli aveva approvato il progetto, d’accordo con i comuni dei laghi. Ma poi Levico ha eletto un altro sindaco e il nuovo primo cittadino ha fermato tutto.
L’ultimo progetto (ma stavolta passerà finché c'è il sindaco Gianni Morandi) dovrebbe sorgere nei pressi di Nago, alle pendici del Monte Baldo, in una zona fuori dal parco Naturale, in terreno «improduttivo» e senza toccare alcuno degli elementi che gli ambientalisti proteggono giustamente.

Bene, tutto ciò premesso, qualcuno vorrebbe costruire hotel di lusso nei terreni agricoli. Da non credere.
Le Acli si sono già espresse contro l’idea (vedi il servizio dedicato), ma non abbiamo sentito proteste da parte di coloro che hanno provato a mettere i pali tra le ruote ai campi da golf.
Miguel de Cervantes aveva anticipato tutto questo già nel XVII Secolo con l'insuperabile Don Chiotte che combatteva i mulini a vento e perdeva di vista i veri nemici da combattere.
Più il mondo cambia e più resta uguale.

GdM