Assemblea Sait: «i 23 negozi al dettaglio rimangono in casa»

Approvata la proposta del CdA di non separare le attività al dettaglio dall'ingrosso. L'operazione sarebbe costata 700mila euro l'anno in più

Lo avevano chiesto alcune Famiglie Cooperative che pubblicamente nei mesi scorsi si erano espresse in maniera critica su alcuni aspetti organizzativi del loro consorzio, il Sait.
In particolare, si chiedeva di separare l'attività al dettaglio in una nuova società a responsabilità limitata, diversa e autonoma rispetto al consorzio.
In questo modo l'attività dei 23 negozi di proprietà Sait sarebbe risultata più chiara e trasparente dal punto di vista dei costi e ricavi.

In realtà - così ha argomentato il responsabile amministrativo di Sait Marcello Gaiani - proprio i costi sarebbero stati il tallone d'Achille di una nuova società.
Fatte tutte le rettifiche del caso, la "newco" avrebbe un fatturato di 50 milioni di euro, un organico di 219 persone e costerebbe 758 milioni in più rispetto alla situazione attuale.

Su questo si è espressa una apposita assemblea dei soci convocata nel pomeriggio di oggi all'auditorium di Interbrennero all'Interporto di Trento.
E ha votato per mantenere le cose come stanno con 272 voti a favore, 45 contrari e 10 schede bianche.

Alle perplessità sulle stime e sul metodo di analisi espresse da alcuni presidenti intervenuti all'assemblea (tra cui Mario Ventura Val di Fiemme, Mauro Cominotti di Pinzolo, Giuliano Beltrami Valle del Chiese e Crescenzio Zambotti di Fiavé), il presidente di Sait Giorgio Fiorini ha risposto in maniera dettagliata, difendendo una scelta condivisa dal CdA e dettata da motivazioni economiche oltre che organizzative.
Egli ha ricordato, tra l'altro, che già nel 1985 il Sait creò una nuova società per il dettaglio, la «Special Sait», la cui esperienza durò appena un anno e fu chiusa proprio per i costi eccessivi.

Diego Schelfi ha espresso l'auspicio che accanto al dibattito salutare e costruttivo ci possa essere condivisione e compattezza sulle scelte prese democraticamente.

L'assemblea si è anche espressa sulle modalità di elezione del consiglio e del presidente.
In futuro servirà probabilmente una modifica allo statuto, oltre che al regolamento assembleare, per aggiornare la rappresentatività territoriale e le stesse modalità di elezione del presidente.
Lo avevano chiesto alcuni presidenti di Famiglie Cooperative, se ne occuperà un apposito gruppo di lavoro che sarà costituito dal nuovo consiglio eletto dopo l'assemblea di giugno.
Lo ha deciso l'assemblea con un solo voto di astensione.