Dal 7 al 10 settembre 1944 avvenne la Strage di Farneta

Le SS massacrarono 12 religiosi accusati di aver dato asilo a un centinaio di perseguitati politici

La Certosa di Farneta.
 
La strage di Farneta fu la fucilazione di dodici monaci certosini effettuata dai soldati tedeschi delle SS appartenenti alla 16ª SS-Panzergrenadier-Division «Reichsführer-SS» il 7 e il 10 settembre 1944 in seguito al rastrellamento effettuato nella Certosa di Farneta di Lucca nella notte tra il 1 e il 2 settembre dello stesso anno.
I primi due monaci furono uccisi il 7 settembre, mentre gli altri 10 furono trucidati tre giorni più tardi nella più ampia operazione di massacro di prigionieri denominata Strage delle Fosse del Frigido, avvenuta nei giorni 10 e 16 settembre 1944.
Per le SS i monaci certosini erano colpevoli di aver dato asilo a un centinaio di perseguitati politici, partigiani ed ebrei.
 
 Il rastrellamento  
Le SS irruppero nei locali della Certosa di Farneta alle 23.15 circa dell'ora legale nella notte tra il 1° e il 2 settembre del 1944, sorprendendo i padri certosini mentre si recavano in chiesa per la recita del Mattutino.
Il rastrellamento di tutti i locali della Certosa risultò problematico e di lunga durata: i monaci vennero così rinchiusi nel parlatorio, stretti come sardine e minacciati di morte.
Verso le otto del mattino alcuni padri riuscirono a celebrare la Messa.
Quasi tutti i monaci vennero costretti a svestirsi dell'abito religioso per indossare abiti civili.
 
 Il trasferimento a Nocchi  
Dalla Certosa di Farneta partirono tre autocarri coperti in tre momenti diversi della giornata sui quali vennero caricate tutte le persone catturate tranne un fratello ungherese, Augustin Sztrilich: tutti e tre ebbero come destinazione un frantoio a Nocchi di Camaiore, dove tutti i prigionieri della Certosa vennero rinchiusi con altri provenienti dalle zone limitrofe.
La prigionia nel frantoio durò quattro giorni, dal mezzogiorno del 2 settembre all'alba del 6, durante i quali i padri ricevettero un solo pasto giornaliero, subendo varie angherie.
Inoltre, per tre volte fu eseguita la decimazione dei prigionieri in risposta alle rappresaglie subite dai tedeschi: la fucilazione con più vittime avvenne il 4 settembre poco lontano da Nocchi, a Poppetti, quando furono uccise ben 35 persone, una ventina delle quali provenienti dalla Certosa.
 
 All'alba del 6 settembre le SS divisero i prigionieri in tre gruppi 
Il primo, composto da una quindicina di padri certosini, tra i quali ritroviamo il padre maestro e il vescovo – novizio, ossia coloro i quali furono considerati i veri e propri responsabili, fu trasferito con dei camion vicino a Camaiore e rinchiusi in un locale angusto fino alla mattina del 7 settembre.
Il secondo gruppo, composto da tutti gli altri padri, dopo un tragitto a piedi di 4 km e un trasferimento su camion, fu condotto al Sammellager di Carrara dove avvenne una nuova selezione: due padri e sei fratelli considerati inadatti al lavoro furono trasferiti al forte Malaspina di Massa.
Il terzo gruppo formato dai più giovani e validi fu deportato in Germania.
 
 Le prime due vittime  
Il 7 settembre furono fucilati i primi due monaci certosini: il priore Martino Binz e il vescovo venezuelano Bernardo Montes de Oca (foto), durante un trasferimento a piedi dalla prigione di Camaiore al Forte Malaspina di Massa, alle pendici del Montemagno: i loro corpi furono cosparsi di benzina e dati alle fiamme per poi essere coperti da un po' di terra.
Il resto del gruppo raggiunse il Forte dove si ricongiunse con gli altri padri certosini che si trovavano già lì dal giorno precedente.
 
 La strage del 10 settembre  
I due monaci rimasti del gruppetto dei responsabili insieme agli altri otto selezionati a Carrara e considerati inadatti al lavoro furono uccisi nella giornata del 10 settembre con altre 27 persone, sette delle quali provenienti dal rastrellamento della Certosa: furono mitragliati due-tre per volta e in orari diversi della giornata, nell'ambito di quella operazione di eliminazione dei prigionieri voluta dai tedeschi ormai in ritirata, denominata strage delle Fosse del Frigido, che ebbe luogo proprio il 10 e 16 settembre.
I primi a trovare la morte furono i padri Costa ed Egger lungo la strada che da Massa va a Ponte Forno.
Verso mezzogiorno toccò ai fratelli laici Michele Nota e Giorgio Maritano.
I monaci Adriano Compagnon e Adriano Clerc morirono verso le 13. Alle 17 fu fucilato il fratello laico Raffaele Cantero.
Poco dopo le 18, lungo la strada che da Massa porta a Torano furono uccisi padre Benedetto Lapuente e i fratelli laici Bruno d'Amico e Alberto Rosbad.
 
 La sepoltura  
I corpi dei dieci certosini fucilati il 10 settembre in un primo momento furono tumulati nei cimiteri di Mirteto e Turano per poi essere trasferiti il 22 e 23 maggio 1945 presso la Certosa di Farneta.
Le ossa dei padri Martino Binz e di Bernardo Salvatore Montes de Oca furono ritrovate solamente il 7 febbraio del 1947: padre Binz sarà sepolto a Farneta due giorni dopo; i resti di Montes de Oca invece saranno trasportati in Venezuela.
Dei dodici monaci certosini, sei padri e sei conversi, uccisi nella Strage di Farneta, undici hanno ricevuto, il 5 settembre 2001, la Medaglia d'Oro al Merito Civile, concessa dal Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, mentre a padre Antonio Costa è stata conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Gli autori della strage la fecero franca, come molti altri assassini.
 
Si ringrazia Wikipedia per le note e per le foto.