Endrizzi brinda con Piancastello Zero 2015 – Di G. Casagrande

Coccolato in cantina per 48 mesi, questo Trentodoc di montagna si presenta con un perlage vivace, bollicine impercettibili, sottilissime, eteree

Paolo Endrici con la moglie Christine e la figlia Lisa Maria.
 
La famiglia Endrici proprietaria della storica (1885) Cantina Endrizzi di San Michele all'Adige (località Masetto) e dell'azienda Serpaia (Fonteblanda, Maremma toscana) ha pensato bene di esorcizzare questo maledetto 2020, anno bisesto e, ahimè, per antica tradizione funesto, con un brindisi benaugurante: il Piancastello Zero 2015, il nuovo spumante della maison (poche bottiglie, rare e preziose) che completa la linea di alta gamma del vigneto «Piancastello», attiguo al castello di Konigsberg: Endrizzi Brut, Piancastello Riserva, Piancastello Rosé, Riserva Masetto Privé.
 
Questo vigneto, messo a dimora nel 1983 con soli cloni di vitigni Chardonnay e Pinot Nero acquistati in Francia costituisce un autentico «clos»: suggestivo come pochi, è circondato dal bosco, isolato da tutto e baciato dal sole.
Un angolo di paradiso che si inserisce splendidamente nel contesto signorile di Castel Monreale che domina dall'alto la vallata dell'Adige e la Piana Rotaliana.
 
Ma veniamo all'ultimo gioiello della casa.
Il Piancastello Dosaggio Zero 2015 rappresenta nel mondo delle bollicine create con il metodo champenois la quintessenza dell'uva grazie alla mineralità del terreno, alla raffinata tecnica enologica e alla straordinarietà di un'annata quanto mai felice.
Con queste premesse il risultato non poteva che essere esaltante.
Coccolato in cantina per 48 mesi (il periodo di permanenza sui lieviti) questo Trentodoc di montagna si presenta con un perlage vivace, bollicine impercettibili, sottilissime, eteree che danzano nel calice eleganti e spensierate.
 
Ammaliante il colore, un giallo paglierino brillante, e ancor più intrigante il bouquet di particolare intensità con sentori di mela verde, crosta di pane e un'elegante connotazione minerale.
In bocca è sapido, armonico, avvolgente con una persistente freschezza che invita ad un secondo assaggio.
Un prototipo delle bollicine di montagna non dosate: fresco, piacevolmente sapido, naturalmente autentico e puro.
Come ogni Trentodoc è ideale come aperitivo, ma non disdegna di essere abbinato a tutto pasto con numerose pietanze.
In alto i calici.

Giuseppe Casagrande - [email protected]