Il lavori della fontana di Piazza Venezia sono finiti

La storia di una fontana che venne chiamata «Lavaman del sindaco»

Tutti i lavori di restauro della fontana di piazza Venezia (nella foto sotto il titolo) stanno per concludersi, dopodiché sarà possibile realizzare la famosa rotatoria che renderà meno avvilente il percorso che deve fare lo sfortunato che Torre Verde deve portarsi in Via Venezia.

Il comune ha inviato alle redazioni la relazione tecnica, che forse interessa a pochi conoscere. Ma la storia della fontana, nota come «Lavaman del Sindaco», invece è bene saperla, perché è piuttosto singolare.

A partire dal nome, perché la gente l'ha battezzata così dopo aver visto una fontana perfettamente rotonda, capace e con ottimi getti d'acqua, ma del tutto priva di una espressione artistica.
Le cose erano andate così.

La progettazione e l'esecuzione furono affidate all'artista Eraldo Fozzer, scultore e pittore trentino (padre dell'artista Elena Fia Fozzer) e il progetto fu approvato il 16 marzo 1954 con atto della Giunta Comunale n. 21/21 (nella foto in basso, il modello in gesso).

L'esecuzione della fontana fu descritta dal foglio Patti e Prescrizioni tecniche redatto dal Comune di Trento in data 8 maggio 1954.
Da questo documento compare come i lavori debbano essere comprensivi di «tutte le forniture e le opere necessarie per dare la fontana in opera completa e perfettamente rifinita, con esclusione del sottofondo in calcestruzzo e degli impianti idrici ed elettrici».
Il documento descriveva anche le caratteristiche tecniche e architettoniche della fontana.

Il costo della costruzione e posa della fontana venne fissato il Lire 3.500.000 (allora una commessa guadagnava 35.000 lire al mese), comprensive delle spese di progetto, di assistenza artistica.
In particolare il costo del progetto fu di Lire 500.000 e di Lire 276.000 il bozzetto dell'opera in bronzo.

La descrizione riportata nel documento è molto utile in quanto rende possibile un raffronto tra quanto progettato e realizzato, descrivendo anche ciò che attualmente non è visibile come i massetti di sottofondo o gli spessori delle pietre non in vista.

Nel complesso la fontana è stata eseguita come descritto nei documenti contrattuali.
I lavori furono consegnati il 30 luglio 1954 e furono ultimati il 18 ottobre 1954.
Seguiti dallo stesso Eraldo Fozzer, i lavori furono diretti, per il Comune, dall'Ing. Pasquale Massaro, Ing. Capo del Comune con sorveglianza a carico del geom. Silvio Dorigatti.

A fine lavori fu posata l'opera di Fozzer, una scultura di bronzo che riproduceva le «Naiadi».
Le Naiadi sono figure della mitologia greca (dal greco, acqua corrente). Erano ninfe, figlie di Nereo e Doride e presiedevano a tutte le acque dolci della terra, possedendo facoltà guaritrici e profetiche.

L'opera rimase esposta sopra la fontana per sole 24 ore.
Venne subito tolta in quanto incriminata di turbare il comune senso del pudore.
In quattro e quattr'otto la scultura emigrò a Bolzano e da allora decora la fontana della Piazza del Tribunale, dove evidentemente hanno un diverso senso del pudore.
Per farsi un'idea di come i Trentini degli anni Cinquanta si perdevano dietro a queste sciocchezze, un giorno che si va a Bolzano merita andare a guardare la scultura ripudiata.

La fontana di Piazza Venezia restò così monca della statua per ben 30 anni assumendo l'appellativo appunto di «Lavaman del sindaco».
Con convenzione del 24 gennaio 1984 fu affidato, sempre a Eraldo Fozzer, l'esecuzione di un nuovo gruppo scultoreo.

Con cerimonia ufficiale del 4 novembre 1984 fu inaugurata la nuova opera raffigurante due cavalli, correggendo così quell'immagine monca durata per trent'anni.

La fontana è oggi un monumento ormai identificativo della piazza assumendo non solo una funzione decorativa, ma anche viabilistica in quanto rappresenta uno spartitraffico in una zona urbana molto trafficata oltre che isola pedonale per l'attraversamento dello slargo.