In Trentino calano i disoccupati ma anche gli occupati

Il segretario della Cgil Trentino, Franco Ianeselli: «Serve agire sulla qualità del lavoro, facendo crescere i salari e favorendo sistemi organizzativi partecipativi»

Cala la disoccupazione in Trentino. A settembre la percentuale di persone disoccupate è stata del 3,1 per cento, 2,5 punti percentuali in meno rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
È il tasso di disoccupazione trimestrale più basso degli ultimi dieci anni: bisogna, infatti, andare al 2007 per trovare una percentuale migliore.
Lo certifica l’Istat che oggi rende noti i dati sul Mercato del Lavoro relativi al 3° trimestre di quest’anno.
In valore assoluto il numero di disoccupati nella nostra provincia si ferma a quota 8mila.
In calo, però, anche il tasso di occupazione che si attesta al 69,5 per cento che si traduce in 2000 occupati in meno in valore assoluto.
Si riduce anche il tasso di attività, dal 73,3 al 71,8.
 
Guardando alla distribuzione per genere il tasso di disoccupazione cala maggiormente tra gli uomini, dal 4,3 per cento del 2017 al 2,7 per cento del settembre scorso. Il dato migliora comunque anche tra le donne passando dal 4,9 del 2017 al 3,9 per cento.
«Anche in questo trimestre l’Istat ci fornisce una fotografia positiva del mercato del lavoro locale, – ammette il segretario della Cgil del Trentino. – Sono dati a cui guardiamo con grande attenzione e che dimostrano anche l’efficacia delle politiche del lavoro costruite in questi anni.»
Ianeselli sottolinea la necessità di continuare ad investire in questa direzione per sostenere la ripresa occupazionale in atto.
«Non nascondo la preoccupazione per un certo rallentamento della nostra economia, che potrebbe avere effetti anche sull’occupazione. Anche per questa ragione è fondamentale continuare a investire su fattori strategici quali la conoscenza, la ricerca e le politiche attive del lavoro.»
 
Sul tasso di occupazione che si mantiene stabile Ianeselli aggiunge «Questo è il dato più importante da monitorare e conferma che siamo di fronte ad un’economia che assorbito un buon numero di disoccupati, ma non sta aumentando la base occupazionale.
«È fondamentale, invece, che la ripresa non si traduca in un ritiro del mercato del lavoro di quei soggetti che, anche per fronteggiare la crisi, si sono avvicinati in questi anni, ma si accompagni ad una crescita complessiva del volume degli occupati.»
 
Il segretario della Cgil indica anche quelle che sono le priorità su cui puntare nel prossimo futuro.
«Al di là dei dati positivi – chiarisce – per noi resta fondamentale costruire condizioni di buon lavoro.
«Non è importante solo che l’occupazione cresca, ma è fondamentale che cresca la buona occupazione, quella stabile. In questo senso è ora di favorire la ripresa dei salari e lo si sta già facendo con la contrattazione integrativa.
«I recenti accordi siglati in queste settimane – ultimo quello della Sandvik – e che in alcuni casi come alla Meccanica del Sarca sono stati raggiunti anche con la mobilitazione importante dei lavoratori, dimostrano che è indispensabile che la ripresa dei fatturati si traduca anche in una crescita dei salari.
«Allo stesso tempo siamo impegnati affinché si concludano positivamente le vertenze ancora aperte.»
 
Accanto all’aspetto salariale la qualità del lavoro si costruisce anche con le innovazioni organizzative.
La Cgil del Trentino insiste ancora una volta sulla necessità di favorire la partecipazione e il coinvolgimento dei lavoratori nella gestione aziendale, ma anche sul costruire accordi, come quello con la staffetta generazionale, che favoriscono il ricambio generazionale.