Oltre duemila firme a difesa degli hobbisti creativi

Consegnata stamane una petizione di cittadini al Consiglio provinciale


 
A palazzo Trentini sono depositate da stamattina 2.212 firme di cittadini, in calce a una petizione che chiede al governo provinciale di ripensare le annunciate, nuove regole per la pratica dell’hobbismo nei mercatini del Trentino.
Com’è noto, l’assessore Alessandro Olivi ha già sottoposto alla II Commissione consiliare lo schema di delibera con cui si intende contrastare il fenomeno del «falso hobbismo», ossia di chi col paravento dell’attività puramente dilettantistica fa in realtà del commercio, fa concorrenza sleale ai negozianti e non paga le tasse.
Oggi dal presidente Bruno Dorigatti si sono presentati Fernando De Paoli e Marta Giovannini, dell’Associazione hobbisti trentini, con il testo che chiede di non mortificare l’attività degli «o.p.i.», gli operatori del proprio ingegno che frequentano le centinaia di mercatini regionali semplicemente proponendo manufatti realizzati personalmente.
«La norma che limita a 10 giornate annuali l’attività hobbistica – ha spiegato De Paoli, presidente dell’associazione trentina – ci penalizza ingiustamente e non centra l’obiettivo, che è quello di scoprire i furbi.»
 
Giovannini ha citato il decreto legge Bersani, che dal 1998 esenta hli hobbisti creativi dall’ordinaria normativa sul commercio.
E ha detto che la soluzione del problema starebbe semplicemente in un sistematico programma di controllo dei mercatini da parte dei vigili urbani, che potrebbero agevolmente verificare la merce esposta e distinguere chi fa vero hobbismo e chi invece commercia articoli acquistati e fa diretta concorrenza ai negozi.
«Noi o.p.i. – hanno aggiunto De Paoli e Giovannini, il primo artigiano del legno, la seconda abile nella filatura a telaio – siamo una risorsa per tanti piccoli Comuni, perché diamo vita a mercatini che sono un valore per la socialità e per il turismo. Con la regola delle dieci giornate annuali molti mercati verrebbero meno, a partire da quello di recente avviato alla Portéla di Trento, dove noi siamo presenti non certo per fare i soldi. Sia chiaro: anche se un o.p.i. frequenta qualche decina di mercatini in un anno, non può ugualmente essere paragonato nemmeno da lontano a un vero e proprio commerciante, perché il giro d’affari è modestissimo e perché si trattano articoli prodotti da sé, nelle proprie case.»
La richiesta è allora di esentare gli o.p.i. dal nuovo regolamento per gli hobbisti, oppure di sostituire per tutti la regola delle dieci giornate con un sistema di controllo sulle merci trattate.
 
Si chiede anche di ripensare alla regola del tesserino familiare per gli hobbisti, che penalizza i nuclei in cui più di una persona fa dell’artigianato e poi va nei mercatini.
Gli o.p.i. chiedono più in generale una maggiore attenzione alla loro realtà, citando città come Torino e Genova, che hanno varato dei registri di questi operatori, valorizzandone il ruolo sociale.
Il presidente Dorigatti stamane ha ricevuto ufficialmente la petizione assieme al dirigente del Servizio legislativo del Consiglio, Camillo Lutteri, spiegando che se ne occuperà la II Commissione presieduta da Luca Giuliani.
Dorigatti ha anche consigliato ai proponenti di cercare un’intesa con le categorie dei commercianti, perché una soluzione condivisa potrebbe essere molto utile anche per il legislatore e per l’esecutivo provinciali.