Assemblea Sait, Dalpalù dà la scossa: «Dobbiamo cambiare»

«70 Famiglie Cooperative sono troppe, in cinque anni non è successo nulla» – Bilancio approvato all’unanimità

Il presidente del Consorzio delle cooperative di consumo: «Va riordinata l’intera filiera industriale. I tempi sono cambiati, ragioniamo su un modello di comunità in cui le cooperative siano in grado di dare un contributo sostanziale a tenere vivi i paesi».
Il tema delle fusioni: «70 Famiglie Cooperative sono troppe, in cinque anni non è successo nulla».
Bilancio approvato all’unanimità, rinnovati parte del CdA e Collegio sindacale.

I conti del Sait tengono, anche se risentono della persistenza del calo nei consumi. Ma occorre ragionare con responsabilità sul futuro dell’intero sistema della cooperazione di consumo.
 
Renato Dalpalù, presidente da cinque anni del Consorzio Sait, ha lanciato stamani ai soci riuniti in assemblea al Palarotari un messaggio inequivocabile: «dobbiamo fare autocritica e riordinare l’intera filiera industriale. Un lavoro che ha bisogno del concorso e della disponibilità di tutti gli attori».
Dalpalù ha dettato anche i tempi: presto. Perché «c’è il tempo per la discussione, uno per la decisione ed uno per l’azione. Da qualche anno diciamo che 70 Famiglie Cooperative sono troppe.
«Io sono arrivato nel 2010, da allora non è successo nulla. Anche se la fusione non è la panacea di tutti i mali, occorre valutare con attenzione.
«Ci sono cooperative piccole che vanno bene e grandi che vanno male. Non si può comunque stare fermi.»
 
«Non illudiamoci – ha aggiunto il direttore Luigi Pavana – anche il 2015 sarà critico, per parlare di ripresa dei consumi dovremo attendere il 2016. Nel frattempo però occorre lavorare sodo sulle modalità di vendita, rapporto con i soci, politiche di prezzo e contenimento dei costi.
«Il Sait offre servizi di informatica, vendite, piani finanziari, studi di mercato, commerciale. Una gamma di 42 differenti tipologie cui lavorano un centinaio di collaboratori, a disposizione delle cooperative.»
 
«Non possiamo far finta di non vedere i dati economici – ha proseguito Dalpalù – . Finché le condizioni economiche ce lo consentiranno potremo alzare il vessillo dei piccoli punti vendita, ma arriverà il momento che anche quel vessillo cadrà.
«Se vogliamo continuare a mantenere la nostra distintività e una rete capillare sul territorio, occorre cambiare.»
Il presidente di Sait ha anche parlato di un «modello di comunità» in cui le cooperative siano davvero in grado di dare un contributo sostanziale a tenere vivi i paesi.
«Negli ultimi anni il Trentino ha investito molto sul territorio in termini di strutture, adesso occorre investire nelle persone. Occupiamoci dei soci, con iniziative di formazione e informazione.»
Sui rapporti gli enti pubblici, Dalpalù ha esortato ad avvicinarsi con spirito costruttivo agli organi istituzionali, non solo per chiedere, ma anche per proporre e per dare.
Quando al suo futuro come presidente di Sait, Dalpalù ha risposto alla domanda di un socio affermando che una riflessione sarà fatta prossimamente all’interno del consiglio di amministrazione.
 
Infine, si è commosso nel ringraziare Diego Schelfi, cui lo lega una profonda stima e amicizia.
Stima ricambiata da Schelfi che è intervenuto subito dopo, cui ha aggiunto anche la piena solidarietà per la vicenda che lo vede coinvolto.
«È un galantuomo che mette passione e competenza nel suo lavoro. Con la sua scelta autonoma ha tolto il movimento dall’imbarazzo.»
Schelfi, alla sua ultima assemblea di Sait da presidente della Federazione, ha affermato che la «distintività è la forza della cooperazione.
«Anche in questo mare in tempesta, la nostra flotta è a galla e naviga compatta. L’unità del movimento non è in discussione. Forse non siamo andati sempre veloci, ma è più importante non lasciare indietro nessuno.»
 
 Il bilancio 
L’assemblea ha approvato all’unanimità il bilancio, che chiude con un utile di 1,6 milioni di euro (2,2 nel 2013) anche grazie alla diminuzione di circa 2 milioni di costi di gestione.
Il Sait ha trasferito alle associate 3.412.000 euro di ristorni e 1.054.000 euro di dividendi, dà lavoro direttamente a 674 persone, cui si aggiungono i 46 dipendenti del circuito Gol e 247 di Trento Sviluppo, per un totale che sfiora il migliaio di occupati. Il fatturato è in flessione del 6% da 320 a 300 milioni di euro.
 
 Il rinnovo del consiglio 
L’assemblea ha eletto cinque consiglieri in scadenza, indicati dai soci delle singole zone rappresentate, e l’intero collegio sindacale.
Essi sono: Michele Pelz, presidente della Famiglia Cooperativa Val di Cembra, in sostituzione di Luca Coletti per il territorio della Valle dell’Adige, Graziella Berti (confermata), presidente della Castelli d’Anaunia per la Valle di Non, Walter Facchinelli (presidente Vigo Rendena) al posto di Riccardo Maturi della Famiglia di Pinzolo, Guido Molinari, presidente della Famiglia Cooperativa Bondo e Roncone (confermato) per il territorio delle Giudicarie, e Franco Sartori presidente della Famiglia Cooperativa Val di Ledro, anch’egli confermato.
Rinnovato e confermato anche l’intero collegio sindacale, con il presidente Roberto Simoni e i sindaci Paolo Bresciani  e Katia Tenni.
 
 Franco Brighenti nell’Albo d’oro 
Franco Brighenti, a lungo presidente della Famiglia Cooperativa della Val di Ledro e cooperatore a 360 gradi, è stato premiato con il distintivo dell’Albo d’oro della Cooperazione di Consumo.
«Mi auguro – ha detto – che la cooperazione riesca sempre a dare risposte a chi è più in difficoltà.»
Sono stati premiati anche i collaboratori di Sait con trent’anni di servizio: sono Francesco Bertoldi, Michele Butturini, Annamaria Daldoss, Maurizio Luca, Walter Moser, Claudio Nicolini, Alessia Santoni, Maria Pia Santoni e Luana Tognotti.