«Tutti nello stesso piatto»: i vincitori della quinta edizione
«Rainmakers /Guerrieri Cinesi per l’ambiente» è il film vincitore della quinta edizione della kermesse organizzata da Mandakarù
È «Rainmakers /Guerrieri Cinesi per l’ambiente», di Floris-Jan van Luyn, il film che si aggiudica il premio al miglior lungometraggio di «Tutti nello stesso piatto», il festival internazionale di Cinema Cibo & VideoDiversità organizzato da Mandacarù Onlus, cooperativa di commercio equo del Trentino, e dal consorzio Ctm altromercato, la maggiore organizzazione di commercio equo e solidale in Italia e la seconda a livello mondiale.
La pellicola, un documentario investigativo sul declino ambientale in Cina raccontato dalla prospettiva di quattro attivisti che si rifiutano di accettare la costante distruzione ecologica della loro terra natia, è stato scelto per la capacità di coniugare l'incertezza e la paura creata dalla modernizzazione con l'efficacia figurativa di immagini che offrono uno sguardo di inquietudine sul futuro. Personaggi, luoghi ed elementi naturali raccontano storie di resistenza e di resistenti.
La giuria ha poi assegnato il premio al miglior mediometraggio al film «Even a bird needs a nest» di Christine Chansou e Vincent Trintignant-Corneau, per l'intensità e la discrezione con cui i registi osservano da vicino le drammatiche vicende degli abitanti di un insediamento agricolo alla periferia della capitale della Cambogia, aggredito dall'espansione urbanistica e speculativa.
I personaggi, soprattutto le donne, lottano con tenacia e grande coraggio per difendere i loro diritti più elementari, mentre sono accerchiate e minacciate fin dentro le loro case.
Vince il premio come miglior cortometraggio il film «Benvenuto mister Zimmerman» di Davide Mazzocco e Stefano Rogliatti, per l'intuizione nel scegliere un taglio narrativo inusuale abbinando la passione per il vino Barolo con l'amore e l'entusiasmo per la musica rock di Bob Dylan, l’amore per un territorio che scopre e riscopre la propria identità attraverso il resto del mondo.
La giuria ha inoltre deciso di conferire un premio speciale alla docufiction «La riziere / La risaia» di Xiaoling Zhu, per la capacità di raccontare, attraverso lo sguardo di una bambina, la storia, le radici e la condizione degli appartenenti alla minoranza cinese Dong, combattuta tra la forza dei valori della tradizione e i richiami della migrazione nella grande città.
Un'opera semplice ma profonda con splendidi paesaggi che sembrano garantire un equilibrio millenario, sospeso nel tempo, che si rivela dolorosamente illusorio.
La giuria, composta da Katia Bernardi (presidente), Gianluigi Bozza, Gianluca Colla, Michele Trentini e Beatrice De Blasi (direttrice artistica festival), sottolinea la qualità delle opere presentate sia sotto il profilo cinematografico che espressivo sia per la varietà e l’originalità delle tematiche affrontate e la capacità proporre con chiarezza ed efficacia le tematiche affrontate.
I numeri della quinta edizione
Più di 4.000 spettatori hanno assistito alle proiezioni dei film in concorso nella quinta edizione di «Tutti nello stesso piatto».
«Il numero di spettatori è cresciuto rispetto all’anno scorso – commenta il presidente di Mandacarù Paolo Facinelli – a testimoniare la sempre maggiore attenzione che le persone dedicano a temi quali la salvaguardia dell’ambiente e il rispetto della dignità umana, consapevoli che in un mondo globale anche quanto accade a chilometri di distanza può avere conseguenze dirette sulle nostre vite.»
Al pubblico che ha affollato il cinema Astra, la sala Polifunzionale dell'opera universitaria e il MuSe, i tre luoghi che hanno ospitato le proiezioni serali, si aggiungono gli oltre 2.500 bambini e ragazzi che hanno partecipato alle matinèe con proiezioni per le scuole in tutta la provincia di Trento.
Quaranta le pellicole in cartellone, di cui nove anteprime nazionali e una europea, accompagnate da “Il film nel piatto”, degustazioni a tema a cura di Slow Food Trentino.
Tra i film proposti anche due candidati all’Oscar 2014: The rocket, candidato per l’Australia, e More than honey | Un mondo in pericolo per la Svizzera.
Gli altri premi
Il Premio Amnesty «Io Pretendo Dignità» è stato assegnato a Solar Mamas, un'opera che mette in evidenza la tenacia, la caparbietà delle donne, la loro lotta contro il patriarcato e usi, costumi e tradizioni discriminatori.
«L'esperienza raccontata nel film mostra che le vie della cooperazione allo sviluppo passano dalla tenacia, dall’originalità e dalla capacità di adattarsi alle realtà locali. Solar Mamas lascia un messaggio di speranza a cui è bello aggrapparsi, – viene spiegato nella motivazione della giuria. – Allo stesso tempo, dimostra come il fatto che le donne siano obbligate a fare scelte tanto dolorose, di distanza fisica e affettiva, per poter realizzare le loro capacità sia un ulteriore ostacolo da sfidare e superare.»
La Giuria ha deciso inoltre di attribuire una menzione speciale a Raising Resistance per la capacità di cogliere tutti i punti di vista, per la scelta di un tema veramente globale e per la capacità di creare continui collegamenti dal particolare al globale e viceversa.
«È un film – commentano i giurati – in grado di mobilitare, di far capire che senza il contributo di ciascuno e senza la disponibilità al sacrificio personale i diritti umani rischiano di restare formule vuote.»
La Giuria della Fondazione Cassa Rurale di Trento assegna il premio al miglior film dedicato alla salvaguardia dell’ambiente al documentario «More than honey / Un mondo in pericolo», straordinario esempio di fusione tra scienza e cinematografia di raffinata estetica, come si legge nella motivazione.
«Utilizzando tecniche cinematografiche innovative e una narrazione avvincente, – spiegano i giurati – il regista svizzero Markus Imhoof ci guida in un avventuroso viaggio nel complesso, affascinante e per certi versi incredibile mondo delle api.
«Un sistema perfetto, una vera e propria organizzazione sociale scandita dal lavoro e dal controllo della quale, grazie a immagini di straordinaria forza espressiva, scopriamo tutti i segreti. Senza dimenticarne però la fragilità.
«Perché quello delle api è appunto un mondo in pericolo, la cui scomparsa avrebbe drammatiche conseguenze per l’intera umanità.»
Infine, il Premio del pubblico viene assegnato a «A river changes course».