Restaurata e recuperata la Palazzina Liberty di Trento
Al primo e al secondo piano la Biblioteca ragazzi, a piano terra una sala da 50 posti e il futuro «Libercafè»
I lavori di restauro dell'edificio hanno avuto come obiettivo la valorizzazione di un edificio da tempo inutilizzato attraverso la collocazione al primo e al secondo piano della biblioteca ragazzi, prima ospitata nella sede centrale della Biblioteca Comunale di via Roma. L'intervento si inserisce nel più generale tema del recupero dei giardini di piazza Dante.
Al piano terra è stata realizzata una sala da 50 posti, mentre sul fronte verso il parco a ovest è collocato un bar: il Libercafè, per la concessione del quale è in corso la procedura di gara.
Il restauro
L'interno dell'edificio risulta ora caratterizzato dall'ampio lucernario di copertura e dalla doppia altezza dell'ambiente centrale della biblioteca: la luminosità del luogo e i suoi affacci su tre lati verso il parco sono sicuramente il principale punto di forza.
Trattandosi di un edificio di piccole dimensioni è stato realizzato un progetto di allestimento su misura per consentire la collocazione del maggior numero possibile di volumi, lasciando libere le numerose finestre verso il parco.
La nuova scala centrale che sale al secondo piano è pertanto integrata nell'arredo della biblioteca, quindi con il bancone del front office e con delle librerie, così come tutto il parapetto superiore del ballatoio è realizzato con un mobile libreria.
Le librerie si alternano pertanto in piene e trasparenti per consentire dove possibile il passaggio della luce.
Dal secondo piano si può uscire sulla grande terrazza arredata per i ragazzi con ombrelloni e tavolini.
A piano terra la sala è attrezzata sia con cinquanta sedie che con dei tavoli ripiegabili, per poter essere allestita secondo le necessità.
Le porte vetrate a tutta altezza hanno l'obiettivo di catturare quanta più luce possibile.
I pavimenti interni della biblioteca sono in listoni di rovere spazzolato che girano intorno al perimetro dell'edificio, sempre parallelamente alle facciate esterne.
Al disopra l'allestimento è laccato di bianco a far risaltare i volumi colorati dei libri, diventando parte integrante alla scala in acciaio e vetro.
L'esterno dell'edificio è caratterizzato dai decori in cementino restaurati come gli intonaci delle cornici e delle lesene.
Le campiture maggiori delle facciate è stato scelto in accordo con la Soprintendenza che non ripropongano l'arancione precedente: è stata eseguita una rasatura di finitura chiara, neutra, per legare l'edificio originario con le sue modificazioni e l'ampliamento a ovest.
Le sistemazioni esterne appena concluse rendono il fronte sud accessibile in modo sbarrierato: da un piccolo piazzalino pavimentato in pietra si accede al bar, alla sala e all'ascensore che raggiunge tutti i livelli della biblioteca.
Il fronte ovest è caratterizzato da una nuova scala a doppia rampa a servizio dell'uscita di emergenza della biblioteca al primo piano, mentre al di sotto scende la scala di accesso al bar a piano terra.
Il fronte est verso la strada è stato restaurato conservando i tre portoni di accesso in legno e collocando nuovi serramenti minimali ai finestroni laterali: da quello sud si vede salire l'ascensore trasparente, da quello nord l'antica scala a chiocciola in pietra ora usata come scala di servizio.
All'esterno della loggia a est verso la strada sono state pavimentate in pietra le pertinenze dell'edificio a cui corrispondono al di sotto i locali tecnici. Verso sud copre i depositi una vera e propria terrazza affacciata verso il parco.
Direzione Lavori arch. Anna Bruschetti – Servizio Edilizia Pubblica
Responsabile del Procedimento ing. Giuliano Franzoi - Servizio Edilizia Pubblica
Impresa appaltatrice lavori principali: Comarella srl di Valdobbiadene (Treviso)
Impresa appaltatrice sistemazioni esterne Pederzolli Dino & Ampelio (Cavedine)
Realizzazione allestimento su misura biblioteca Opera IV srl (Civezzano)
Fornitura arredi integrativi Sinergo Trento srl (Rovereto)
NOTE STORICHE
La realizzazione della «palazzina Liberty», a sud-est del giardino di piazza Dante, risale ai primi anni Venti del XX secolo.
Il luogo della sua costruzione è compreso all’interno dell’originaria ansa del fiume Adige, la cui deviazione avvenuta intorno al 1850, aprì il dibattito sui problemi idro-geologici dell’area e sulla sua riconfigurazione in relazione al vicino tessuto storico della città.
Il dibattito si concluse nel 1875 con la realizzazione della proposta elaborata dall’ingegnere municipale Apollonio di sistemare l’area a giardino pubblico.
Verso la fine dell’800, attorno al parco, si vennero a collocare alcune importanti strutture alberghiere e nel corso del ’900 significativi episodi architettonici del Movimento Moderno quali la nuova stazione ferroviaria di A. Mazzoni (1938-40), il Grand Hotel Trento di G. Lorenzi (1938-40), il palazzo della Regione di A. Libera (1954-62).
Il progetto del padiglione, presentato nel 1920 dall’architetto Marco Martinuzzi, suscitò diverse critiche dalla popolazione e dalla stampa in virtù del presunto deturpamento del parco; tra coloro che si espressero negativamente in merito alla costruzione, anche la Commissione d’Ornato ed il Circolo Artistico Tridentino (che il Martinuzzi abbandonò proprio in quegli anni) mossi dalla volontà di tutelare «il pubblico decoro» del parco e da divergenti idee architettoniche rispetto a Martinuzzi.
Il padiglione fu comunque costruito nel 1920-21, dal capomastro Pio Giovannini.
L’edificio presenta un apparato decorativo tipico del gusto eclettico-storicista di inizio ’900, con riferimenti neoclassici nella composizione volumetrica.
Si sviluppa su un volume principale a pianta quadrata affiancato su via Alfieri dall’avancorpo di accesso con la loggia centrale e sul lato opposto dalla terrazza con doppia scalinata affacciata sul parco.
Il piano seminterrato, alla quota del parco costituisce dal punto di vista compositivo il basamento su cui si impostano le partiture dei fronti, tutti scanditi dall’ordine gigante di lesene decorate a bassorilievo.
Il fronte monumentale su Via Alfieri è caratterizzato da un ricco partito decorativo in pietra artificiale opera dello scultore Remo Stringari (1879-1924); ai lati della loggia centrale ingentilita da colonne composite si trovano i due avancorpi caratterizzati dalle trifore sormontate dagli oculi, sopra il cornicione a dentelli si sviluppano due timpani curvi e spezzati con pannello centrale, ed infine l’attico che, assieme alla balaustra, nasconde la copertura piana.
Fregi, stemmi, festoni, putti ed altri elementi tratti del repertorio classico decorano in altorilievo sia il fronte principale che le lesene sui restanti fronti, conferendo quell’«aspetto leggero e arioso» che il progettista si auspicava perché «non ne riuscisse una mole che avrebbe dato una nota stonata fra gli svelti alberi del parco».
L’albergo diurno - Caffè Savoia ospitava al livello seminterrato i servizi igienici di uso pubblico, nel grande spazio del piano rialzato un caffè-bar con alcuni locali di servizio; ad est la loggia d’ingresso utilizzata dalle orchestre in occasione dei concerti estivi ed i due vani laterali destinati al locale-barbiere e allo spaccio giornali.
Nel 1936 l’albergo diurno diventa il Cafè – Ristorante Savoia. La terrazza con doppia scalinata affacciata sul parco viene tamponata e sopraelevata di un piano, con l’introduzione di una nuova terrazza delimitata da parapetti in ferro e da una pergola metallica. Al primo piano viene ricavato un unico grande salone.
Nel 1938-40 sul lato opposto di via Alfieri, viene costruito il Grand Hotel Trento.
Dopo gli eventi bellici della seconda guerra mondiale, la Soprintendenza autorizza una parziale sopraelevazione del tetto, mascherata dal frontone dell’edificio, verso via Alfieri, al fine di consentire il prolungamento della scala interna e l’accesso alla terrazza.
Il secondo piano viene ampliato chiudendo con un solaio il vano a doppia altezza del piano nobile e ricavandovi delle stanze.
Negli anni successivi la palazzina viene adibita a uffici, dapprima dell’Ente provinciale per il Turismo, Negli anni '60 la palazzina è stata destinata ai propri uffici da S.I.T. Spa e dal 2005 è nella disponibilità del Comune di Trento: l'acquisizione era motivata, da un lato, dalla possibilità di garantire una migliore fruizione pubblica del parco di Piazza Dante e dall’altro dall’opportunità di valorizzare un bene storico da qualche tempo inutilizzato.
Conseguentemente, nell'ipotesi di dare all'edificio un utilizzo coerente con la sua destinazione originaria, veniva indetta una gara, finalizzata al recupero dell’immobile e alla successiva gestione delle attività di: ristorante, bar, caffetteria-gelateria e punto vendita di prodotti enogastronomici locali.
Nel 2008, preso atto dell’insuccesso della gara di concessione e gestione, l’Amministrazione optava per l’intervento diretto, prevedendo di destinare parte del piano terra della palazzina a bar - gelateria ed i rimanenti locali a scopi istituzionali ed in particolare ad ospitare la «sezione bambini e ragazzi» della Biblioteca comunale, attualmente in via Roma.