Guerra e Pace nel padiglione EXPO della Santa Sede
Lia Beltrami ha illustrato il percorso del «Non solo pane» con l’aiuto dell’architetto Reginaldi e i giornalisti Marco Pontoni e Guido de Mozzi

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Lia Beltrami ha illustrato oggi nella sala conferenze del seminario Maggiore di Trento il padiglione della Santa Sede allestito presso l’EXPO Milano 2015.
Il percorso espositivo, quello didattico e quello interattivo sono stati ideati dalla ex assessore alla cooperazione internazionale della Provincia autonoma di Trento e realizzati con l’aiuto di architetti, fotografi e operatori di tutto il mondo.
Dopo le parole di benvenuto dell’arcivescovo Bressan, fiero che tra gli autori ci fossero dei concittadini trentini, hanno preso la parola l’architetto Michele Reginaldi, venuto apposta da Milano per illustrare il proprio progetto, e i fotografi che hanno fornito le immagini che vestono le pareti del padiglione.
Giorgia Plinio, fotografa di Arco, ha mostrato le immagini che illustrano il padiglione della Santa Sede. Marco Pontoni ha presentato le sue fotografie, scattate per illustrare la solitudine dell’uomo così come lo ha visto in quelle parti del mondo dove l’aveva mandato la Provincia autonoma di Trento insieme con l’assessore Beltrami. La solitudine della sofferenza, l’opposto di quello per cui ha combattuto con Lia Beltrami.
Il nostro direttore Guido de Mozzi ha parlato della propria avventura da reporter e fotografo svolta nei teatri di guerra dove si è recato per documentare l’impegno dei nostri soldati.
«Non ho mai rischiato la vita, – ha premesso de Mozzi. – Semmai l’hanno rischiata gli otto alpini che mi avevano dato di scorta in Afghanistan, o i quattro bersaglieri che mi hanno protetto a Shama, nel Libano Meridionale, o il maresciallo della Folgore che si è buttato con me in doppio, o i lagunari con i quali ho navigato con i mezzi anfibi.
«Ci tengo a parlare dei nostri militari – ha continuato, con una crescente emozione – perché li ho visti operare personalmente nei posti più difficili, dove non hanno mai portato solo armi, ma anche pane.
«In Afghanistan abbiamo perso più di 40 ragazzi, ma non abbiamo mai perso quel’umanità che accompagna solo il nostro esercito.
«In Libano siamo riusciti a disarmare gli Hezbollah senza colpo ferire, solo perché la nostra missione è davvero di pace. Solo perché - lasciatemi accostare il tema del padiglione della Santa sede – non abbiamo portato solo il pane.»