Una Nuova etica per il rapporto fra uomo e ambiente
Ieri sera Annibale Salsa e Franco De Battaglia hanno aperto «Climatica...mente cambiando»
«I cambiamenti climatici non hanno
sempre avuto effetti negativi. Quando gli uomini e la politica
hanno saputo governarli, hanno reso possibili cose prima
impensabili. Dopo il 1000 e fino al 1400 un innalzamento della
temperatura fino a 4° ha reso possibile, sulle Alpi, la
colonizzazione delle alte quote, abilmente favorita dai decisori
dell'epoca, come i principi vescovi. Ma esistevano dei limiti
fisici alle modifiche che l'uomo poteva apportare all'ambiente,
mentre oggi la tecnologia rende tutto possibile. Per questo i nuovi
limiti devono essere dati dall'etica. Non si tratta di avere un
approccio neoromantico alla natura, ma un rapporto neoilluminista.
Che metta anche al centro, come sta facendo il Trentino, il
concetto di paesaggio, inteso come il prodotto dell'interazione fra
uomo e ambiente.»
Questo in sintesi il «cuore» dell'intervento tenuto ieri sera da
Annibale Salsa, antropologo, già presidente generale del Cai, nella
serata di apertura di «Climatica... mente cambiando - Trentino
Clima 2011», tenutasi al Mart di Rovereto.
Dopo i saluti del vicepresidente della Provincia autonoma di Trento
e assessore all'ambiente Alberto Pacher, Salsa ha dialogato con il
giornalista e scrittore Franco De Battaglia sul tema dei
cambiamenti climatici nello spazio alpino, suggerendo possibili
strategie di adattamento che tengano anche conto dei saperi delle
passato, opportunamente riadattati alle esigenze e alle conoscenze
odierne.
La serata si è aperta con il vicepresidente Pacher, che ha
sottolineato l'importanza di questo evento organizzato dalla
Provincia autonoma di Trento in collaborazione con le diverse
realtà scientifiche che operano sul territorio e che stanno
investigando il fenomeno dei cambiamenti climatici, a vari
livelli.
«E' importante parlare di clima - ha detto Pacher - ed è importante
agire, anche se il nostro è un piccolo territorio e il fenomeno del
cambiamento climatico è un fenomeno globale. Ma per agire bene
bisogna innanzitutto capire. Per questo è importante il confronto
che abbiamo messo in campo in questi giorni, fra specialisti di
discipline diverse, climatologi, meteorologi, genetisti, ma anche
antropologi, economisti, ambientalisti. Un confronto a tutto campo,
insomma, per investigare tutte le problematiche relative alle
complesse interazioni fra uomo e ambiente.»
La serata è proseguita con la proiezione in anteprima del video
«Volti e voci di una natura che cambia», di Roberta Bonazza, con
testimonianze di diversi personaggi, trentini e non, che hanno un
rapporto «stretto» con la montagna, da Paolo Vallorz a Erri De Luca
a Bruno Detassis.
La parola è quindi andata ai due relatori, introdotti da Susanna
Sieff, dell'ufficio di Gabinetto dell'assessorato.
De Battaglia ha insistito sulle responsabilità personali, che ogni
cittadino deve sentire come proprie, ma anche su quelle collettive,
che investono la dimensione della governance, della politica.
«I mutamenti climatici - ha detto - ci sono sempre stati, e le
culture di montagna in passato hanno saputo metabolizzarli. Ma oggi
siamo in presenza di elementi nuovi: la crescita demografica, ad
esempio, l'esplosione del turismo anche alle alte quote, e il
livello eccessivo dei consumi, a partire dall'acqua, che impatta su
cambiamenti comunque molto importanti, basti pensare al ritiro dei
ghiacciai alpini. E' necessario rielaborare una cultura della
montagna e rilanciare la specificità alpina, superando barriere e
confini, stringendo anche relazioni più strette con i nostri
vicini.»
Salsa a sua volta ha posto l'accento sulla necessità di resistere
all'omologazione della montagna alle logiche e alle dinamiche di
sviluppo delle pianure.
«In passato il cambiamenti climatici, a partire da quello epocale
intervenuto dopo l'anno 1000, sono stati governati con
lungimiranza. Anche oggi abbiamo bisogno di una governance forte,
perché la tecnologia ha annullato i limiti fisici che in passato le
popolazioni di montagna incontravano nel modificare gli equilibri
ambientali.»
Salsa si è detto comunque ottimista.
«Si sta delineando il Patto delle Alpi, e registriamo una crescita
di consapevolezza sia fra i turisti sia fra le popolazioni
residenti. Il Trentino in questo senso fa scuola; la Provincia
autonoma di Trento, oltre ad investire in ricerca e conoscenza, ha
dato vita ad una scuola per il governo del paesaggio, e io ritengo
sia fondamentale parlare di paesaggio, oggi, ovvero di una montagna
abitata, non di una montagna romanticamente intesa come il luogo
della wilderness. Determinante è infatti il ruolo dell'uomo, i
cambiamenti climatici devono servire a ribadire la centralità delle
genti di montagna e di una politica che sappia mettere in campo le
opportune politiche di adattamento.»