ZF Marine Arco Spa: l’azienda resta attiva in Trentino

Agevolazioni concesse dalla Provincia, con l'obbligo di occupare almeno 60 operai per cinque anni, impegnati nelle attività di ricerca

Su proposta dell'assessore all'industria, artigianato e commercio, Alessandro Olivi, la Giunta provinciale ha oggi accolto la richiesta presentata dalla ZF Marine Arco Spa, per la modifica dei vincoli occupazionali derivanti dalla concessione di contributi (dell'importo complessivo di circa quattro milioni di euro) per due progetti di ricerca, agevolati dalla legge 6/1999.

Il provvedimento conferma dunque il mantenimento della presenza dell'azienda in Trentino: almeno 60 operai saranno occupati per cinque anni nelle attività di ricerca e sviluppo.

La decisione odierna s'inquadra nel lungo confronto fra l'azienda, assistita da Confindustria Trento, il sindacato e la Provincia per la salvaguardia del sito produttivo di Arco, originariamente destinato alla totale dismissione.
La decisione di mantenere operativo lo stabilimento arcense è l'aspetto più significativo di quella che viene ritenuta una positiva esperienza di relazioni industriali.

Per ricordarne le tappe salienti, nel mese di novembre 2009 l'azienda aveva informato i sindacati e la Provincia che, a causa della crisi che stava duramente coinvolgendo il settore della nautica da diporto, si rendeva necessario un piano di ristrutturazione a livello di gruppo, che avrebbe comportato il trasferimento di tutte le attività produttive aziendali presenti ad Arco presso la sede della ZF Padova Srl.
Tale trasferimento avrebbe dovuto realizzarsi già nel corso dell'anno 2010.

Il serrato confronto che ne è conseguito, coinvolgendo anche la capogruppo, con il determinante sostegno della Provincia, ha portato alla sottoscrizione di un fondamentale accordo, siglato il 13 aprile 2010, tra i rappresentanti della ZF Marine Arco Spa e il sindacato, grazie al quale, sulla base di un nuovo piano industriale, il numero degli esuberi, pur importante, è stato ridotto a 76 unità (ulteriormente riducibili di circa venti unità grazie all'utilizzo del contratto di solidarietà) ed è stato previsto il mantenimento in attività ad Arco di una forza lavoro di 60 unità lavorative annue (elevabili, come detto, di circa venti unità con successiva intesa) oltre all'attivazione degli ammortizzatori sociali previsti (cassa integrazione straordinaria per cessazione parziale di attività).

Nel periodo di cassa integrazione l'azienda si è impegnata a collocare in mobilità solamente i lavoratori in esubero che raggiungano i requisiti per il pensionamento o che, grazie ad incentivi, non si oppongano al licenziamento.

La delibera della Giunta provinciale, di conseguenza, conferma le agevolazioni concesse ma non ancora liquidate per i due ricordati progetti di ricerca, con obbligo di mantenimento di un livello occupazionale non inferiore a 60 unità lavorative annue per un periodo di cinque anni.