Le Casse Rurali Trentine resistono alla congiuntura

Stabili raccolta (16,35 miliardi), impieghi (12,2 mld) e occupazione

Le 45 Casse Rurali Trentine hanno conservato la loro funzione anticiclica rispetto alla crisi riuscendo a mantenere stabili i principali indicatori di bilancio.
Questo quanto è emerso questo pomeriggio dalla tradizionale assemblea annua del settore, che al 31 dicembre 2011 conta 122.659 soci, 380 sportelli e 2820 dipendenti.
 
La raccolta diretta ammonta a 12,5 miliardi di euro (-1,1%), l’indiretta a 3,8 miliardi (+4,8%) e la raccolta complessiva a 16,3 miliardi (+0,2%).
I crediti restano stabili a 12,2 miliardi di euro.
«Tutto quel che stiamo raccogliendo lo stiamo impiegando – ha detto Ruggero Carli, responsabile del settore Casse Rurali della Federazione –. Alle normali difficoltà di un momento di crisi si aggiunge una forte tensione di liquidità che rende più difficile fare il mestiere di banca. Ciò nonostante le Casse hanno mantenuto la porta aperta verso chi ha bisogno di sostegno finanziario, pur in presenza di una domanda più contenuta e parallelamente della consapevolezza che il credito porta con sé dei rischi che sono aumentati.»
 
«Consapevoli che la crisi non ha risparmiato nessuno – ha detto il direttore Carlo Dellasega – il sistema cooperativo nel suo complesso ha mostrato forte capacità di tenuta su molti fronti, dalla patrimonializzazione all’occupazione, sacrificando talvolta la redditività.»
Il vicepresidente Giorgio Fracalossi ha espresso soddisfazione per gli elogi espressi due giorni fa a Trento dal vicedirettore generale della Banca d’Italia Annamaria Tarantola a favore delle Casse Rurali Trentine, ed il docente dell’Università di Trento Luca Erzegovesi ha espresso la convinzione che ci si può «tenere fuori dal baratro» rimanendo banche di persone a servizio dell’economia reale.
 
Il costo della crisi
La crisi, infatti, si è fatta sentire sul fronte della qualità del credito, con sofferenze che hanno segnato un marcato rialzo che è proseguito anche nei primi mesi del 2012.
Le sofferenze lorde del sistema delle Rurali hanno toccato quota 3,20% sui crediti (erano il 2,43% a fine 2010), inferiore al 3,95% della media provinciale e al 5,4% della media nazionale.
Anche le Casse Rurali Trentine, insomma, hanno pagato pegno rispetto a una situazione congiunturale che evidenzia momenti di difficoltà, che non sono ancora terminati.
«Ma questo fa parte – ha aggiunto Carli – della consapevolezza e del senso di responsabilità che le hanno guidate nella scelta di continuare a sostenere famiglie e imprese.»
 
I risultati economici
In questo contesto i risultati economici sono complessivamente soddisfacenti: la gestione caratteristica è in linea con la redditività dell’anno precedente e viene appesantita da un incremento delle rettifiche su crediti dato dai deterioramenti e dal maggiore carico fiscale (più peso dell’Irap e indeducibilità delle svalutazioni dei crediti).
Le imposte pagate sono state pari a 21,2 milioni di euro contro i 15,8 milioni dell’anno precedente (+34%).
L’utile netto del sistema è di poco superiore ai 50 milioni di euro (58,7 nel 2010), un importo che diventa una buona boccata ossigeno per un ulteriore rafforzamento patrimoniale, che arriva a superare 1,6 miliardi di euro.
Da salutare favorevolmente anche la tendenziale stabilizzazione dei costi di struttura, grazie all’azione di contenimento e razionalizzazione delle spese avviata da qualche anno.
Nessun risparmio invece sull’impegno a sostenere associazionismo, beneficienza, sport e iniziative culturali, che nel 2011 hanno ricevuto dal sistema del credito cooperativo trentino quasi 20 milioni di euro.