In Trentino ci sono 5.144 cervi (un secolo fa erano quasi estinti)
Completati i censimenti notturni del cervo sul territorio provinciale ad opera della Associazione Cacciatori Trentini – Il Primiero l’area più popolata

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Si sono completati da qualche settimana i censimenti notturni del cervo con l’ausilio del faro, svolti dall’Associazione Cacciatori Trentini sull’intero territorio provinciale nel mese di aprile, per la precisione tra il 1° ed il 23 del mese.
A fronte di qualche timore relativo alla possibile incidenza della mortalità collegata al forte innevamento dell’ultimo inverno, i conteggi notturni effettuati dal personale dell’Associazione Cacciatori Trentini, ripetuti in condizioni standard ormai da anni sul territorio provinciale, hanno portato a conteggiare, con una certa soddisfazione, ben 5.144 cervi.
Il contingente risulta in linea con quanto rilevato nella primavera dell’anno precedente: nel 2013, infatti, erano stati censiti 5.362 capi, 828 dei quali all’interno del PNS.
In altri termini sembra quindi che l’innevamento incisivo e prolungato non abbia prodotto gli effetti dell’inverno 2008-2009, per certi versi analogo, al termine del quale furono centinaia le carcasse di cervi rinvenute, portati a morte dall’inedia.
Degni di rilievo sono i dati rilevati nella Valle del Primiero, con ben 1.038 cervi contati la sera del 22 aprile, che fanno di quest’ambito il “cuore” della popolazione del cervo in Trentino, insieme alla Val di Fiemme.
In Trentino occidentale, l’ambito ove sono stati realizzati i conteggi maggiori è rappresentato dalla Val di Sole, com’è ormai tradizione, con 564 cervi contati nella stessa serata del 22 aprile (cui vanno aggiunti i 754 conteggiati all’interno del PNS, come sopra ricordato).
Anche nel Trentino meridionale, in particolare in Sinistra Adige e in Val di Ledro dove, rispetto all’habitat tradizionale delle vallate più continentali, le caratteristiche ambientali sono decisamente diverse, inizia a consolidarsi una popolazione degna di nota.
Sulla base dei conteggi eseguiti ormai in maniera standardizzata viene stimata sul territorio provinciale pertinente alle Riserve di caccia la presenza complessiva primaverile (prima dei parti), di circa 8.000 capi: un patrimonio di tutto rispetto, che fa del territorio provinciale un ambito di assoluto rilievo a scala alpina nazionale per la conservazione e la gestione della specie.
Si consideri che in provincia di Trento nei primi decenni del XX secolo il cervo poteva considerarsi estinto, mentre la popolazione al 1971 era stimata pari a circa 250 capi, divenuti 1.000 nel 1981.
L’impegno messo in campo dall’Associazione è stato, come ormai dal 2007 a questa parte, davvero notevole: i percorsi di censimento sono infatti complessivamente ben 254 e vengono rilevati tre volte.
L’attività ha lo scopo di censire i cervi nel momento in cui si verifica la ripresa vegetativa nei prati, periodo in cui la specie è molto attratta dalla disponibilità alimentare che questi offrono, ricorrendo alle ore crepuscolari per alimentarsi.
La tecnica prevede la percorrenza di un itinerario in autovettura a bassa velocità nelle ore iniziali e centrali della notte e l’illuminazione delle aree a prato e pascolo ai bordi del percorso con l’ausilio di fari di adeguata potenza (foto qui sopra).
Gli animali sono individuabili anche per il riflesso dei loro occhi alla luce del faro e meglio identificati mediante l’impiego del binocolo.
Tutti i gruppi di cervi vengono registrati dal personale dell’Associazione Cacciatori su un’apposita scheda che identifica ora di avvistamento, località, numero e - se possibile - sesso e classe di età degli individui censiti.