I Carabinieri di Lodi sventano suicidio a Pieve di Bono

Ingerisce una quantità di medicinali, poi telefona alla sorella per dirle addio: scatta la staffetta contro la morte attivata dai carabinieri

Poteva avere un epilogo senz'altro tragico la vicenda di un 41enne di Montanasso Lomabardo, in Provincia di Lodi, se i militari della Stazione di Lodi non avessero tempestivamente avvisato i colleghi di Pieve di Bono sulle sue intenzioni suicida.

Erano circa le ore 10 di oggi, quando la sorella del 41enne riceve una sua telefonata con la quale le preannuncia la sua intenzione di farla finita assumendo dei farmaci.

La sorella non ha perso un attimo ed è corsa dai Carabinieri di Lodi, dove il sottufficiale di servizio si attiva immediatamente per localizzare la cella telefonica utilizzata dal fratello per effettuare la telefonata.

Anche il gestore telefonico non perde tempo e comunica che il telefonino dell'aspirante suicida aveva attivato una cella nella zona di Pieve di Bono.
Da qui l'immediata segnalazione al locale Comando Stazione Carabinieri il cui personale, ricevuta a sua volta la richiesta di intervento, si attivava per la sua ricerca.
Con loro, i vigili del fuoco volontari di Daone, il Soccorso alpino e l'unità cinofila della Guardia di Finanza

Le frenetiche ricerche estese in tutta la zona della Val Daone (col freddo di questi giorni), sono proseguite senza sosta fino alle 15, quando i militari hanno individuato il 41enne all'interno di una grotta in località Pracul.

Era già in stato di semi incoscienza e di semi assideramento.
L'immediato l'intervento dell'ambulanza, che ha provveduto a trasportare il 41enne all'ospedale di Tione, lo ha salvato.

Attualmente trova ricoverato, in osservazione.
La staffetta ha funzionato, nessun ingranaggio si è inceppato.
Il «metodo Lodi» potrebbe essere adottato come protocollo d'intervento.