Benedetto XVI ha annunciato la sua decisione di abdicare/ 3

Per una volta si parla della «scomparsa» di un pontefice prima della sua morte

Papa Benedetto XVI è nato Joseph Aloisius Ratzinger a Marktl il 16 aprile 1927 e, dal19 aprile 2005, è il vescovo di Roma e il 265º papa della Chiesa cattolica.
In quanto tale, è sommo pontefice della Chiesa universale, sovrano dello Stato della Città del Vaticano, primate d'Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice.
È stato eletto papa dal conclave il 19 aprile 2005, dopo la morte di Giovanni Paolo II. È il settimo pontefice tedesco nella storia della Chiesa cattolica; l'ultimo era stato Stefano IX (1057-1058).
L'11 febbraio 2013 ha annunciato, durante il concistoro, che lascerà il pontificato alle ore 20:00 del 28 dello stesso mese.
 
Il padre, Joseph Ratzinger, era commissario di gendarmeria e proveniva da una modesta famiglia di agricoltori della diocesi di Passavia, nella Bassa Baviera; la madre, Maria Rieger, di Rimsting, sul lago Chiem in Baviera, era figlia di artigiani e, prima di sposarsi, aveva lavorato come cuoca in diversi alberghi.
Con il Gesetz über die Hitlerjugend, emendato il 6 marzo 1939 e in vigore fino al 1945, Hitler obbligava tutti i giovani di età compresa fra i 14 e i 18 anni ad arruolarsi nella Hitlerjugend.
Pertanto, dopo i primi studi in seminario, all'età di 16 anni il giovane Joseph venne assegnato al programma Luftwaffenhelfer (personale di supporto alla Luftwaffe) a Monaco e fu assegnato in un reparto di artiglieria contraerea esterno alla Wehrmacht che difendeva gli stabilimenti della BMW.
Fu assegnato per un anno ad un reparto di intercettazioni radiofoniche.
Con il peggioramento delle sorti tedesche nel conflitto fu trasferito e incaricato allo scavo di trincee, quindi inviato insieme a gruppi di coetanei a compiere marce in alcune città tedesche cantando canti nazionalsocialisti per sollevare il morale della popolazione.
Come egli stesso ricorda, nell'aprile del 1944 durante una di queste marce disertò, e riuscì ad evitare la fucilazione, prevista per i disertori, grazie ad un sergente che lo fece scappare.
Con la disfatta tedesca, nell'aprile del 1945 Ratzinger fu recluso per alcune settimane in un campo degli Alleati, vicino a Ulm, come prigioniero di guerra; venne rilasciato il 19 giugno 1945. Durante tutto questo periodo non ebbe mai necessità di sparare un colpo e infatti non si trovò mai a partecipare a scontri armati.
 
Ha compiuto inizialmente i suoi studi in filosofia all'università di Monaco di Baviera e successivamente alla scuola superiore di filosofia e teologia di Frisinga, dove discusse la tesi di teologia dal titolo Popolo e casa di Dio nella dottrina della Chiesa di sant'Agostino.
Nel periodo di Frisinga fu ospitato presso l'Herzogliches Georgianum, un seminario interdiocesano dove confluivano tutti i candidati al sacerdozio della Baviera.
Egli descrive quegli anni come un periodo culturalmente molto ricco e stimolante.
La formazione che ricevette risentì soprattutto del neoplatonismo agostiniano e del pensiero di Pascal, correnti filosofiche molto presenti nell'ambiente culturale tedesco.
 
Il 29 ottobre 1950 fu ordinato diacono per le mani di Johannes Baptist Neuhäusler, allora vescovo titolare di Calidone mentre il 29 giugno 1951 all'età di 24 anni assieme a suo fratello maggiore Georg fu ordinato presbitero dal cardinale Michael von Faulhaber, allora arcivescovo di Monaco e Frisinga.
 
Nel 1955, presentando la tesi di abilitazione all'insegnamento dal titolo La teologia della storia di san Bonaventura per la cattedra di teologia dogmatica e fondamentale a Frisinga, venne accusato dall'insegnante correlatore Michael Schmaus di un «pericoloso modernismo» per il fatto che le idee teologiche qui espresse avrebbero potuto portare alla soggettivizzazione del concetto di rivelazione.
La tesi fu opportunamente modificata (conservando comunque la struttura di pensiero) e l'anno successivo Ratzinger superò l'esame di abilitazione alla libera docenza. I suoi contrasti con il correlatore, sorti soprattutto perché ne aveva criticato le posizioni considerandole ormai superate, favorirono un avvicinamento a Karl Rahner, che Schmaus aveva invitato a Königstein, assieme a tutti i dogmatici di lingua tedesca, per la Pasqua del 1956 al fine di costituire l'associazione tedesca dei teologi dogmatici e fondamentali.
 
Per il giovane professore fu un'esperienza fondamentale la partecipazione, dal 1962, al concilio Vaticano II dove acquisì notorietà internazionale.
Inizialmente partecipò come consulente teologico dell'arcivescovo di Colonia cardinale Josef Frings, e poi come perito del Concilio, su interessamento dello stesso Frings, fin dalla fine della prima sessione.
Risulta interessante sottolineare che Ratzinger, grazie al cardinale Frings che lo teneva aggiornato, poté consultare regolarmente gli schemi preparatori (schemata) che sarebbero stati presentati ai Padri dopo la convocazione dell'assemblea conciliare.
Fu un periodo in cui arricchì molto le proprie conoscenze teologiche, avendo infatti avuto modo di incontrare molti teologi come Henri De Lubac, Jean Daniélou, Yves Congar, Gérard Philips, oltre a cardinali e vescovi di tutto il mondo.
 
Per dieci anni, dal 1959 al 1969 fu insegnante a Bonn, Münster, e Tubinga. Nel 1969 divenne professore ordinario di teologia dogmatica e storia dei dogmi all'Università di Ratisbona.
 

 
Il 24 marzo 1977 venne nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga da papa Paolo VI ed il 28 maggio dello stesso anno ricevette la consacrazione episcopale per mano di Josef Stangl, vescovo di Würzburg, assistito dal vescovo di Ratisbona Rudolf Graber e dal vescovo ausiliare di Monaco e Frisinga Ernst Tewes.
Il 15 febbraio 1982, poco meno di un lustro dopo la nomina episcopale, si dimise da arcivescovo di Monaco e Frisinga in virtù delle nuove disposizioni papali che lo chiamarono a stabilirsi in Vaticano.
 
Pochi mesi dopo la nomina ad arcivescovo, il 27 giugno 1977 lo stesso papa Paolo VI lo creò cardinale, assegnandogli il titolo presbiterale di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino. In quella stessa occasione Montini lo definì un «insigne maestro di teologia».
L'anno successivo prese parte al conclave dell'agosto 1978 e dell'ottobre 1978 che elessero al soglio pontificio rispettivamente Albino Luciani e Karol Józef Wojtyła.
Il 25 novembre 1981 papa Giovanni Paolo II lo nominò prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Commissione Teologica Internazionale.
Dal 1986 al 1992 fu inoltre chiamato a presiedere la Commissione per la preparazione del Catechismo per la Chiesa universale.
Il 15 aprile 1993 fu elevato alla dignità di cardinale vescovo e gli fu affidata la sede suburbicaria di Velletri-Segni, che mantenne fino alla sua elezione a papa. Prese possesso della sede il 16 maggio 1993.
Dal 2003 fu presidente della Commissione cardinalizia per la preparazione del Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica.
 
Il 25 novembre 1981 papa Giovanni Paolo II lo nominò prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, l'organo della Santa Sede che si occupa di vigilare sulla correttezza della dottrina cattolica, carica che manterrà fino all'elevazione al soglio pontificio.
Nel 1985, rompendo la lunga tradizione di discrezione che caratterizzava l'ex Sant'Uffizio, accettò di essere intervistato dal giornalista italiano Vittorio Messori, già autore di due saggi su Gesù.
Dall'incontro dell'agosto 1984 in un'ala chiusa del seminario di Bressanone, nacque il libro Rapporto sulla fede che, oltre a riscuotere successo in termini di vendite, provocò adesioni ma anche critiche all'interno e all'esterno della Chiesa cattolica.
Nel 1986, nel ruolo di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, firmò il documento intitolato Cura pastorale delle persone omosessuali, in cui si definisce l'omosessualità come condizione oggettivamente disordinata.
Il 27 novembre 2002 venne eletto decano del Collegio cardinalizio ed il 30 novembre seguente ottenne, in aggiunta alla sede suburbicaria di Velletri-Segni, la sede di Ostia quale privilegio del decano del Sacro collegio. Nonostante avesse avanzato più volte le richieste di congedo, mantenne il suo incarico in curia e divenne uno dei più stretti collaboratori del pontefice, soprattutto con l'aggravarsi delle sue condizioni di salute.
 

 
Ratzinger fu eletto papa durante il secondo giorno del conclave del 2005, al quarto scrutinio, nel pomeriggio del 19 aprile 2005.
Scelse il nome di papa «Benedetto XVI».
Alle 17:56 fu dato l'annuncio dell'elezione con la tradizionale fumata bianca del comignolo della Cappella Sistina.
Dopo circa mezz'ora, il cardinale protodiacono Jorge Arturo Medina Estévez si affacciò dal balcone della loggia centrale della basilica per annunciare l'habemus Papam.
Nel suo primo discorso da papa, seguito dalla benedizione Urbi et Orbi, riservò un ricordo al suo amico e predecessore Giovanni Paolo II:
«Cari fratelli e sorelle, dopo il grande papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere. Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre, starà dalla nostra parte. Grazie.»
Il 27 aprile Benedetto XVI spiegò, in occasione della sua prima udienza generale in piazza San Pietro, le ragioni della scelta del suo nome pontificale:
«Ho voluto chiamarmi Benedetto XVI per riallacciarmi idealmente al venerato pontefice Benedetto XV, che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale. Fu coraggioso e autentico profeta di pace e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra e poi per limitarne le conseguenze nefaste.
«Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio, dono purtroppo fragile e prezioso da invocare, tutelare e costruire giorno dopo giorno con l'apporto di tutti.»
 
L’11 ottobre 2011 il Pontefice ha indetto un Anno della fede, che si svolgerà dall'11 ottobre 2012 al 24 novembre 2013, per «riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto con cui si crede».
Il 29 novembre 2005 il Vaticano approvò definitivamente il documento con cui la Chiesa cattolica vieta l'accesso ai seminari a tutte le persone che «praticano l'omosessualità», hanno «tendenze omosessuali profondamente radicate» o che sostengono «la cosiddetta cultura gay» («Qualora, invece, si trattasse di tendenze omosessuali che fossero solo l'espressione di un problema transitorio, come, ad esempio, quello di un'adolescenza non ancora compiuta, esse devono comunque essere state chiaramente superate almeno tre anni prima dell'Ordinazione diaconale»)
Importante è ricordare che il giovane che desidera essere prete nella Chiesa cattolica, di rito latino, sceglie uno stato di vita celibatario. Qualunque siano i suoi orientamenti sessuali è chiamato alla castità e alla continenza. Nel rito orientale, invece, occorre decidere, prima di ordinarsi, se sposarsi o meno; chi si ordina senza sposarsi è chiamato a rimanere celibe in futuro.

Il 1º dicembre 2005, in occasione della XVIII Giornata Mondiale per la Lotta all'AIDS, Benedetto XVI sostenne che la strategia da seguire nella lotta all'AIDS dev'essere basata «su continenza, promozione della fedeltà nel matrimonio, importanza della vita familiare, educazione, assistenza ai poveri», non menzionando l'uso del preservativo, condannato, come detto, dalla Chiesa cattolica.
Il 18 marzo 2009 condanna esplicitamente l'uso del preservativo contro l'AIDS, asserendo che il preservativo «non serve a risolvere il problema», suscitando forti reazioni contrarie nei rappresentanti dei principali paesi della UE.
L'11 maggio 2006, rivolgendosi ai partecipanti ad un congresso internazionale dell'«Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e la famiglia», riaffermò che la «differenza sessuale» di un uomo e una donna «ha come fine un'unione aperta alla trasmissione della vita» e invitò «ad evitare la confusione tra il matrimonio e altre unioni basate su un amore debole. Solo l'amore tra uomo e donna è capace di costruire una società casa di tutti gli uomini».
Nuove critiche sono state indirizzare a Ratzinger durante il suo viaggio in Camerun e Angola del marzo 2009. Alla domanda se durante il viaggio avrebbe affrontato il problema della lotta contro l'AIDS, Benedetto XVI ha dichiarato che la distribuzione dei preservativi non sarebbe una soluzione contro l'AIDS, ma anzi costituirebbe un aggravio del problema.
La dichiarazione del Papa è stata stigmatizzata da più governi e da molti fra uomini politici, scienziati, organizzazioni umanitarie e personale coinvolto nella lotta all'AIDS, con ripercussioni anche sul piano diplomatico: in aprile il Belgio ha inoltrato una protesta formale presso la Santa Sede, chiedendone la ritrattazione.
Il legislativo spagnolo ha stabilito di votare in dicembre una risoluzione con il medesimo testo. Nella comunità scientifica si è registrata la dura presa di posizione del periodico medico Lancet, che in un editoriale del 28 marzo ha accusato il Papa di aver «distorto la verità scientifica» con affermazioni «oltraggiose ed estremamente inaccurate».
 

 
Infine, l’11 febbraio 2013, il Papa pronunciava al Concistoro il seguente comunicato in latino.
Carissimi Fratelli,
vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa.
Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.
Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando.
Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato.
Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.
Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti.
Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice.
Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.

Si ringrazia Wikipedia, come sempre fonte inesauribile di notizie e di foto.