Recuperate le opere d’arte rubate due mesi fa al collezionista Carlo Tomasi

Con l’operazione «Gioconda», i Carabinieri di Trento hanno segnato l’ennesimo successo in poco tempo

I nostri lettori ricorderanno il furto di opere d’arte avvenuto lo scorso 16 marzo in via Gazzoletti a Trento, quando un collezionista trentino di opere d’arte venne derubato di sei quadri e una decina di anfore etrusche.
L’avevamo scritto in un servizio, in cui avevamo riportato anche la storia degli autori principali, Georges Braque e Kazimir Severinovič Malevič.
Oggi, a due mesi di distanza, i carabinieri di Trento hanno arrestato sei persone coinvolte per furto e per ricettazione. Un altro successo va dunque ad arricchire il Palmares dei nostri militari di via Barbacovi.
 
Le indagini erano partite come sempre dal principale sospetto, individuato grazie alla ricostruzione dei fatti fatta con la vittima del furto, Carlo Tomasi, personaggio noto in città perché amante delle cose belle e quindi anche collezionista di qualche centinaio di opere d’arte.
Un suo conoscente, Simone Saggioro, lo aveva distratto chiacchierando a lungo con lui al bar dell’Hotel America, in modo che due suoi complici potessero introdursi nella sua abitazione dove teneva le opere d’arte di cui era a conoscenza.
L’appartamento di via Gazzoletti è abbastanza sicuro ed è dotato di una porta blindata. Ma i due malviventi si erano procurati le chiavi e sono potuti entrare indisturbati con due valige vuote. 

Appena entrati, sono andati a colpo sicuro sulle opere d’arte più importanti del collezionista, riempiendo una valigia di preziose anfore etrusche e l’altra di tele, tra le quali una del Braque e l’altra di Malevich, togliendoli dalle cornici più ingombranti.
Poi sono usciti dall’appartamento e se ne sono andati indisturbati.
Quindi hanno comunicato col basista che stava intrattenendo la vittima per informarlo che l’operazione era compiuta.
Tornato a casa con l’aiuto della badante, il Tomasi si accorse subito della mancanza delle opere d’arte e chiamò i carabinieri per sporgere denuncia.

I militari si fecero consegnare le registrazioni delle telecamere di sorveglianza (foto sopra) e cominciarono a studiare le persone che sono passate di lì per entrare nel condominio.
Subito si sono focalizzati su due individui che erano stati ripresi mentre erano entrati e poi usciti con le valige in mano.
Poi hanno indagato sul basista che aveva distratto il Tomasi, cercando amicizie e collegamenti telefonici intercorsi prima, durante e dopo il momento del furto.
E così non ci volle molto per farsi un quadro della situazione.
 
 
Da sinistra, il Braque e i due Malevich. 
 
A questo punto dovevano individuare le persone coinvolte soprattutto trovare le opere d’arte rubate.
In un posto di blocco casuale, i carabinieri del Veronese ritrovarono un mese dopo le anfore nel bagagliaio di una persona che poi sarebbe stata arrestata. Tuttavia sequestrarono la refurtiva senza lascia trasparire che in realtà cercavano tutta la refurtiva.
Proseguendo per un altro mese di indagini, infatti sono riusciti a trovare e arrestare sei persone, delle quali tre accusate di furto e altre tre di ricettazione.
A casa di Nicodemo Cafà, che si trova a Rovigo, i militari hanno trovato i quadri del Tomasi e la valigia usata per portarli via, e a quel punto hanno arrestato tutti sei i presunti colpevoli.
 
Si tratta di Luigi Spillari, Simone Saggioro, Alessandro Micalizzi, accusati di furto aggravato, Claudio Lo Vivo, Nicodemo Cafà e Crocifisso Gueli, accusati di ricettazione.
Sono tutti sei di origini siciliane.
Cinque di loro sono già nel carcere di Trento, il sesto, Crocifisso Gueli, è agli arresti domiciliari in provincia di Firenze.
La mancata vendita delle tele dimostrano che i malviventi non avevano agito su commissione e che ancora stavano provando a collocare sul mercato illegale delle opere d’arte praticamente invendibili.
 
Di seguito, gli arrestati.