Imbottigliare? Ora è un miraggio – Di Giuseppe Casagrande
«Bottega», uno dei brand del Prosecco più affermati nel mondo, ha bloccato la linea produttiva per mancanza di vetro. Reintrodotto il vuoto a rendere

I fratelli Sandro, Barbara e Stefano Bottega presentano alcuni loro prodotti.
Il timore era stato avanzato in occasione del recente Vinitaly a Verona. La penuria di materie prime (vetro per le bottiglie, cartoni per gli imballaggi, carte speciali per le etichette) oltre ai costi astronomici per i trasporti e per l'energia potrebbe mandare in crisi il mondo del vino che si stava lentamente risollevando dopo i due anni difficili dovuti alla pandemia.
La produzione di vino, infatti, segue i ritmi della vigna e della natura, ma la sua immissione sul mercato è fatta anche di un processo industriale che, come tante altre merci, ha bisogno di programmazione e materie prime.
E quando vengono a mancare, la produzione si arresta. E così, tra tanti allarmi generali sulle difficoltà di approvvigionamento sui materiali come carta e bottiglie, dal Trevigiano arriva puntuale la notizia di Bottega, uno dei brand del Prosecco più affermati del mondo.
L’azienda, guidata da Sandro e Stefano Bottega, spiega una nota, ha visto le linee produttive bloccarsi per ben sei volte in poche settimane, per la mancanza di vetro.
«Un danno incalcolabile – si legge nel comunicato dell’azienda di Bibano di Godega Sant'Urbano – per un prodotto che è il traino del made in Italy nel mondo.
«In due mesi si può quantificare infatti una mancata produzione di 300 mila bottiglie, con il relativo danno economico.»
E se la soluzione è nella sostenibilità e nelle tecnologie del futuro, a volte alcuni rimedi si possono prendere anche dal passato.
Prosecco Bottega.
Il vuoto a rendere costa meno e riduce fortemente le emissioni
E così, Bottega, annuncia che, data la mancanza di vetro, reintrodurrà il vuoto a rendere per alcune delle proprie bottiglie.
In un primo momento, limitatamente ai propri Prosecco Bar che dovranno divenire loro stessi il simbolo della sostenibilità.
Nello specifico l’Italia riutilizza attraverso il vuoto a rendere soltanto l’8-9% delle bottiglie di vetro messe in commercio contro l’oltre il 70% delle altre nazioni del Nord Europa.
Il vuoto a rendere costa meno e riduce fortemente le emissioni, rispetto al riciclo che comporta la fusione del vetro.
La cantina trevigiana sta studiando le contromisure per creare dei centri di raccolta che possano permettere al vetro di essere riutilizzato in prossimità dei luoghi dove è avvenuto il consumo, mettendo a disposizione di cantine locali le bottiglie da riutilizzare, con il conseguente risparmio del carburante e del trasporto.
Idealmente si può ipotizzare un riutilizzo di 500 mila bottiglie l’anno, ma se l’iniziativa venisse estesa a molti altri produttori il risultato sarebbe ben maggiore.
Giuseppe Casagrande – [email protected]
La linea d'imbottigliamento della Cantina Bottega di Godega Sant'Urbano (Treviso).