Tiene la stagione invernale in Trentino – Di Alberto Pattini

Più arrivi e meno presenze, si accorcia il periodo di vacanza per gli italiani con una media di 3,8 giorni rispetto ai 4 dell'anno precedente, aumenta per gli stranieri

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La stagione invernale 2012/2013 ha registrato 1.336.562 arrivi e 5.843.726 presenze nel complesso degli esercizi alberghieri e complementari, con un aumento di poco meno dell’1% per gli arrivi (+0,9%) e una riduzione di poco più dell’1% per le presenze (-1,1%) rispetto alla precedente stagione invernale.
Aggiungendo a questi valori gli arrivi e le presenze negli alloggi privati e nelle seconde case, il turismo invernale conta oltre 2 milioni (2.154.739) di arrivi e oltre 10 milioni (10.592.070) di presenze, in aumento di 0,8% per gli arrivi e in diminuzioni di 1,1% rispetto alla stagione invernale 2012.
Questo è quanto emerge dai dati elaborati dal Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento.
 

 
La stagione invernale per mese evidenzia buoni risultati a dicembre e marzo controbilanciati da variazioni negative nei mesi di gennaio e aprile.
L’andamento mensile è stato condizionato sia dalle precipitazioni nevose che dalla Pasqua.
Quest’anno la Pasqua (31 marzo) ha determinato il buon andamento del mese di marzo e la contrazione evidente del mese di aprile (nel 2012 Pasqua è stata l’8 di aprile) e influenzerà il movimento turistico per i mesi di maggio e di giugno.
 
La tendenza, rilevata ormai da diversi anni, ad accorciare il periodo di vacanza è confermata anche nella stagione appena conclusa.
Per gli italiani si osserva, infatti, un aumento degli arrivi (+2,1%) e un calo delle presenze (-1,4%).
Questo comportamento determina una vacanza più corta e mediamente inferiore ai quattro giorni (3,8 giorni nell’inverno 2013 contro i 4,0 giorni dell’inverno 2012).

Per gli stranieri, invece, la vacanza nell’inverno 2013 è durata mediamente 5,5 giorni, in aumento, seppur contenuto, rispetto alla precedente stagione (nell’inverno 2012 la durata media della vacanza era pari a 5,4 giorni).
La differenza fra la durata della vacanza degli italiani e degli stranieri ha raggiunto nel 2013 in media il giorno e mezzo.
In generale, nella stagione invernale 2013, è possibile osservare che la minore permanenza media degli italiani influenza di fatto la durata media della vacanza con una riduzione della stessa da 4,5 giorni del 2012 ai 4,4 giorni del 2013.
 
La difficile situazione economica in Italia e in Europa ha influenzato e modificato anche i risultati della stagione invernale appena conclusa e il comportamento del turista.
Infatti, se negli ultimi dieci anni si è riscontrata una crescita delle presenze invernali pari all’11,4%, dalla stagione invernale 2008 si è avuta, invece, una contrazione pari al 4,1%.
La riduzione di presenze degli ultimi anni è dovuta ad una perdita di pernottamenti negli esercizi alberghieri (-5,8%) e ad un aumento contenuto negli esercizi complementari (6,5%).
L’andamento delle presenze italiane e straniere è molto diversificato. I pernottamenti stranieri mostrano un aumento superiore al 40% negli ultimi 10 anni e vicino al 7% nel periodo dal 2008 al 2013.
I turisti italiani evidenziano, invece, un decremento contenuto (-3,0%) delle presenze nel decennio ma molto più marcato dall’inverno 2008 e pari al 10,6%.
 
 L’analisi del movimento turistico per comparto 

La stagione invernale 2013 per tipologia ricettiva conferma sostanzialmente i valori della stagione precedente per gli esercizi alberghieri, con un aumento negli arrivi pari all’1,2% e una lieve contrazione nelle presenze (-0,7%).
Gli esercizi complementari, invece, hanno registrato una caduta del 3,6% negli arrivi e del 2,9% nelle presenze.
Questo risultato può essere spiegato dall’andamento degli arrivi e delle presenze per provenienza.
Infatti, gli italiani hanno contenuto l’arretramento rispetto alla pesante caduta del 2012 (-9,1% nelle presenze), mentre gli stranieri hanno subito una contrazione rispetto ai risultati eccellenti della stagione precedente (+5,0%).
 
E gli stranieri hanno una propensione maggiore degli italiani per vacanze meno strutturate.
Gli esercizi complementari che acquisiscono consenso nei turisti anche nella stagione 2013 sono gli agritur (presenze: +4,5% nel 2013, +15,1% nel 2012) ed i bed&breakfast (presenze: +8,0% nel 2013, +5,3% nel 2012).
Queste strutture incidono ancora poco sulla stagione invernale e rappresentano circa l’1,5% delle presenze complessive e poco meno del 10% delle presenze negli esercizi complementari.
Parte della buona performance degli agritur e dei bed&breakfast è dovuta all’entrata sul mercato di nuove strutture  ricettive.
 
Per gli esercizi complementari le strutture più significative in termini di presenze sono le CAV (case appartamenti) e i campeggi.
Le prime rappresentano circa il 47% delle presenze negli esercizi complementari, mentre i secondi circa il 14%.
Queste strutture hanno registrato cali nelle presenze 2013 del 2,2% per le CAV e del 19% peri campeggi.
Medesimo comportamento si osservava nella stagione invernale 2012 (presenze: -0,6% nelle CAV e -10,6% nei campeggi).
 
 L’analisi del movimento turistico per provenienza 

Gli stranieri sono sempre più importanti per i risultati della stagione invernale.
Nel 2013 rappresentano poco meno del 42% delle presenze negli esercizi alberghieri e complementari, con un incremento di circa 7 punti percentuali dall’inverno 2006.
 
Dal 2008 il maggior numero di turisti stranieri arriva dalla Polonia e, nella stagione appena conclusa, i pernottamenti di questa nazione hanno raggiunto il 20%.
Seguono tedeschi con un 17%, cechi con l’11,4% e russi con 8,4%, belgi e inglesi con percentuali rispettivamente del 5,3% e del 5,0%.
Queste sei nazioni rappresentano il 67% delle presenze estere nella stagione invernale. In coerenza con l’andamento complessivo delle presenze straniere, ad eccezione dei russi che rilevano una variazione positiva del 16,5%, i turisti provenienti dalle altre nazioni considerate importanti per il turismo invernale trentino mostrano tutte contrazioni più o meno marcate.
 
Negli ultimi dieci anni si osserva una crescita marcata dei polacchi, più moderato, invece, è l’aumento dei cechi e dei russi.
A questi incrementi si contrappongono la contrazione del turismo tedesco e la flessione seppur minore dei belgi e degli inglesi.
 
Non considerando l’importanza in termini di presenze, le provenienze che aumentano di più nella stagione invernale 2012/2013 sono quelle dell’Egitto, della Norvegia, dell’Estonia, della Bulgaria e della Repubblica di San Marino; quelle, invece, che diminuiscono di più sono Corea, Islanda, Lussemburgo, Venezuela e Spagna.

La prima regione italiana per provenienza dei turisti invernali è la Lombardia, con una percentuale simile ai polacchi.
Con un 19,3%, e in crescita dell’1,8% rispetto all’inverno 2012, i lombardi si confermano il mercato italiano più importante.
A seguire, più o meno con la stessa rilevanza, l’Emilia-Romagna e il Lazio, anche se con variazioni di segno opposto rispetto all’inverno 2012.
Gli emiliani registrano un incremento del 5,4%, mentre i laziali mostrano una contrazione prossima al 10%.
 
Confermano la loro significatività i veneti, i toscani e i marchigiani, tutti in leggero aumento rispetto all’inverno 2012.
Queste sei regioni incidono sul totale delle presenze invernali italiane per oltre il 70%, precisamente per il 74%.
Pur con dinamiche positive e negative, negli ultimi dieci anni non muta l’ordine di importanza per il turismo invernale trentino delle sei regioni italiane sopra considerate.
Vi è da rilevare la perdita di turisti laziali che ha avuto inizio dal 2010.
La Toscana e il Veneto, invece, hanno comportamenti opposti dal 2006: la Toscana diminuisce e il Veneto aumenta.

 
Non considerando la significatività numerica delle regioni di provenienza, nell’inverno 2013 le regioni che rilevano aumenti più consistenti sono Valle d’Aosta, Alto Adige e Calabria; quelle, invece, che hanno evidenziato le contrazioni più importanti sono Molise, Abruzzo, Puglia e Campania.
 
Infine, nei due specchietti che seguono, le aree trentine preferite dai flussi turistici. 


 
Alberto Pattini
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