Assemblea Cooperfidi: «La crisi c’è, ma non per tutti»

Le cooperative trentine tengono nel complesso, soprattutto quelle ben strutturate e a vocazione internazionale – Bene l’agricoltura, in calo i consumi

Si tratta di un osservatorio che fa testo, perché tra i 1.175 soci di Cooperfidi (di cui 800 agricoli), sono in molti quelli che si rivolgono al consorzio di garanzia per un sostegno ai loro investimenti.
Soprattutto in un periodo di crisi come questo, Cooperfidi si conferma strumento utile per creare un ponte tra aziende e settore del credito, un sostegno concreto a progetti di crescita e sviluppo, se supportati da progetti validi.
 
«Se le cooperative hanno tenuto negli anni terribili della depressione – ha detto il presidente Renzo Cescato (a sinistra nella foto) nella sua relazione all’assemblea tenutasi presso la sala don Guetti di Cassa Centrale – un parte di merito va anche a Cooperfidi, che assieme ad altre società finanziarie di sistema come Promocoop e Fincoop continuano a sostenere l’economia cooperativa.»
 
«Nel corso del 2013 sono pervenute 122 domande di garanzia fidi per 23 milioni di euro, a fronte di investimenti richiesti per 48, – ha spiegato il direttore Claudio Grassi (a destra nella foto). – Di queste, 107 sono state deliberate positivamente per un controvalore di 19 milioni di euro e finanziamenti per 39.»
 
Anche il 2013 complessivamente ha mostrato una riduzione complessiva delle garanzie fidi che passano da 114 milioni del 2012 a 108, per 175 milioni di investimenti complessivi.
La flessione deriva in buona parte dal calo dei nuovi investimenti e dalla conseguente minore necessità di credito.
Cooperfidi ha compensato la diminuzione di garanzie con la concessione di finanziamenti diretti, contenuti sotto il profilo economico ma di importanti riflessi sociali.
 
La convenzione del 2011 con il Sait a favore di Famiglie Cooperative che presentino piani di sviluppo ha prodotto finora 37 mutui per un controvalore di 3,2 milioni di euro.
Inoltre l’ente di garanzia fidi ha contribuito ad apportare liquidità a società partecipate attraverso finanziamenti concessi per un totale di 8 milioni di euro.
Ancora, Cooperfidi ha prestato 4,3 milioni di fideiussioni per i soci a favore di terzi (in genere enti pubblici).
A fronte di questi interventi, risulta quasi fisiologico - visti i tempi - l’accantonamento di 912mila euro per svalutazioni di posizioni deteriorate.
Cooperfidi gestisce anche alcuni strumenti agevolativi per conto della Provincia autonoma. Nel 2013 sono state presentate 69 domande per investimenti di 1,5 milioni di euro.
 
 Il barometro dell’economia cooperativa
Cooperfidi è anche un buon punto di osservazione sullo stato dell’economia cooperativa trentina.
«L’andamento delle cooperative trentine – ha affermato il presidente Renzo Cescato – appare globalmente positivo anche in questo difficile momento.
«Punti di forza sono l’indivisibilità delle riserve, le dimensioni almeno medie delle aziende, la capacità di fare rete, il coinvolgimento dei soci e dei lavoratori nella gestione.
«La presenza di società finanziarie di sistema, quali possono essere sostanzialmente definite Cooperfidi stessa, Promocoop e Fincoop, consente di intervenire con una serie di strumenti differenziati ma sinergici a supporto delle sue associate.»
 
In dettaglio, bene il comparto agricolo, premiato da una politica di qualità e di internazionalizzazione.
La frutticoltura sta attraversando da anni un buon momento, premiata da un’attenta politica di qualità di cui sono interpreti principali i consorzi cooperativi.
Il settore vitivinicolo, trainato dall’export che rappresenta la maggior parte dei suoi ricavi, si riconferma ai vertici nazionali.
Pur se penalizzato dal costo delle materie prime e dagli ingenti investimenti immobiliari, si confermano positivi i risultati del settore zootecnico, con una buona tenuta dei prezzi del latte.
L’itticoltura rappresenta una nicchia di particolare pregio, anche se i continui investimenti pesano sulla finanza delle singole aziende.
 
Il 2013 non è stato un anno facile per le cooperative di produzione e lavoro: malgrado che i bilanci si chiudano perlopiù in utile, si denota un forte calo della marginalità, originata dal calo della domanda.
Si sono aggravate le difficoltà per le società che operano in settori di basso valore aggiunto nel comparto dei servizi e della manifattura.
Pesa anche l’allungamento dei tempi di incasso ed un aumento del rischio di insolvenza delle controparti.
La cooperazione di consumo risente della minore capacità di spesa degli utenti, con fatturati che faticano a crescere e margini in contrazione.
La presenza in località commercialmente marginali penalizza le Famiglie Cooperative, mentre in città e nelle località più appetibili la concorrenza si moltiplica ben oltre le capacità di assorbimento del mercato.
Sarà probabilmente inevitabile una razionalizzazione della catena commerciale.
La cooperazione sociale ha reagito positivamente al calo delle risorse disponibili, controllando i costi e ricercando di ampliare l’offerta con servizi innovativi.
La cooperazione edilizia sta promuovendo una serie di nuove e importanti iniziative, impostate secondo rigorosi criteri di gestione. 
 
 Gli interventi
Durante i lavori ha preso la parola Diego Schelfi, presidente della Cooperazione Trentina.
«Complimenti per il risultato – ha esordito. – È questo il momento di rischiare di più. In questo momento c’è bisogno di credere nello sviluppo e nelle società dotate di un potenziale meritevole di essere sostenuto adeguatamente.
«La cooperazione e i nostri agricoltori – ha aggiunto – sono persone estremamente serie che onorano i loro impegni. Sono settori che vale la pena di mettere al centro dello sviluppo del nostro territorio.
«Cooperfidi, in questi anni, ha dimostrato di sapere mettere al centro del proprio agire lo sviluppo di sistema. E in questa fase chi di più può, più deve. Un invito in questa fase a fare più del possibile.»
 
Un grazie a Cooperfidi è stato indirizzato da Silvano Rauzi, presidente della Federazione Provinciale Allevatori, per l’attenzione sempre dimostrata dal consorzio garanzia fidi al settore zootecnico.
Ai lavori ha partecipato anche Claudio Moser, dirigente generale della Provincia Autonoma di Trento.