Caso Marò: «Ogni giorno passato in detenzione è irreversibile»

È la citazione fatta dal nostro ambasciatore a sostegno della causa di Girone e Latorre davanti al «Tribunale del Mare» di Amburgo

>
È iniziato stamattina la prima udienza ad Amburgo per il caso dei marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, detenuti in India da più di tre anni per la morte di due pescatori deceduti nel corso di una missione antipirateria per conto del Governo italiano.
Gli aspetti della questione sono molteplici.
Il più importante riguarda i rapporti internazionali tra paesi che hanno sottoscritto le regole per cui i militari in servizio per contro del proprio Governo possono essere processati solo nel proprio Paese.
«La giurisdizione  a sostenuto il nostro ambasciatore Azzarello che sostiene la causa per l’Italia – è esclusivamente dello Stato della bandiera e il dovere di cooperare alla repressione della pirateria.»
Il secondo è che l’incidente è avvenuto in acque internazionali e quindi la sovranità sarebbe comunque italiana, come la nazionalità della nave su cui erano imbarcati.
Il terzo è che a tre anni di distanza i due marò sono trattenuti senza che sia stato mosso contro di loro il capo d’accusa.
 
L’India sostiene che l’omicidio dei due pescatori è un fatto che riguarda il proprio paese e non quello italiano. Come dire che gli accordi internazionali sottoscritti, per loro non hanno alcun valore.
Quando alle acque internazionali, gli Indiani sostengono che l’incidente è avvenuto sì in acque internazionali, ma entro la fascia in cui il paese può ancor intervenire per garantire la propria sovranità.
In merito alla mancanza di un capo d’accusa, che non sono riusciti a formulare in più di tre anni di elucubrazioni giuridiche, non esprimono giudizi, come se si trattasse di un aspetto marginale.
L’arbitrato internazionale, che oggi ha visto la prima udienza, deve appunto stabilire quale paese possa esercitare la propria giurisdizione.
 
Nel corso delle prime battute, l’Italia ha denunciato l’India di tenere in ostaggio i due marò per motivi non meglio precisati.
L’India ha ritenuto offensivo il termine «ostaggio», sostenendo che in India stanno benissimo e comunque, contrariamente alle loro vittime, sono vivi.
Ovviamente noi siamo del parere che i due marò dovessero essere processati in Italia, ma il nostro parere è del tutto ininfluente.
Certo però l’errore che fece l’allora presidente del Consiglio Mario Monti di rimandare in India Girone e Latorre è imperdonabile.
Come abbiamo visto, però, non è stato l’unico (né il più grave) errore del professore.