28 ottobre, Giornata del perdono e della misericordia

In cattedrale veglia con vescovo Lauro e benedizione Via Crucis

Mentre si avvia a conclusione il Giubileo, la Chiesa di Trento celebra domani venerdì 28 ottobre la «Giornata del perdono e della misericordia».
E’ un giorno in cui i cristiani sono invitati a ripensare a quest’anno santo «straordinario» della Misericordia, riflettendo sulla propria vita e ponendosi in preghiera singolarmente e nelle rispettive comunità.

In molte chiese domani sera sono in programma veglie serali di preghiera alla luce della Parola di Dio. Accadrà anche in cattedrale, a partire dalle ore 20.30, con la celebrazione comunitaria del sacramento della riconciliazione, guidata dall’arcivescovo Lauro.
In questa circostanza sarà benedetta e inaugurata la nuova Via Crucis voluta dal capitolo della cattedrale a memoria del Giubileo straordinario della Misericordia, opera dello scultore gardenese Paul Dë Doss Moroder.
 
Giubileo straordinario termina in Diocesi domenica 13 novembre
Il Giubileo sarà concluso da papa Francesco domenica 20 novembre. Era stato inaugurato l’8 dicembre 2015, solennità dell’Immacolata.
Le Diocesi sono invitate a celebrarne la conclusione prima del 20 novembre.
A Trento, in particolare, accadrà domenica 13 novembre, quando l’Arcivescovo presiederà in Duomo una speciale celebrazione alle ore 10.00, in occasione della solennità in cui si ricorda l’anniversario della dedicazione della basilica cattedrale.
In quella stessa celebrazione, il Nunzio Apostolico in Italia, monsignor Adriano Bernardini, a nome di Papa Francesco, imporrà sulle spalle dell’Arcivescovo Lauro il Pallio, simbolo di Cristo Buon Pastore e della dignità di Metropolita dell’Arcidiocesi di Trento, in comunione con il Vescovo di Roma.
La conclusione del Giubileo non avverrà con la chiusura delle Porte Sante aperte in questi mesi, in particolare nelle undici chiese giubilari.
Lo stesso arcivescovo Lauro ricorda «in particolare le porte sante aperte negli ospedali, nelle case di riposo e in altri luoghi di accoglienza che rimangono – spiega – per sempre spalancate alla nostra solidarietà concreta, che non può avere una scadenza ed è espressione della misericordia di Dio per noi che non viene mai meno.»